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giovedì 24 gennaio 2019

E la vergogna si ripete giorno per giorno

bambini immigrati in Italia visti di spalle



“Stella aiutami a trovare un posto per James e Silvery, quei due ragazzi che conosci e che saranno cacciati a ore dal centro di accoglienza…” 

Questa la prima telefonata della mattina. 
Arrivava dall’amica Simona.
Non cito il suo cognome (l’ultima volta che ho parlato di qualcuno che aiuta gli immigrati ha dovuto difendersi dagli insulti) per proteggerla. Ma nessuno e niente può proteggere la sua e la mia disperazione. 

I due ragazzi di cui parla li ho incontrati per un’intervista di Confessione Reporter. Erano ancora indeboliti e spaventati dopo il viaggio dalle loro Afriche all’Italia. 
Un’odissea durata tredici mesi segnata da torture feroci e da perdite terribili di madri e di fratelli. 
Ma soprattutto c’era nei loro occhi la pena di aver lasciato nelle carceri libiche compagni e sorelle di viaggio che non avevano avuto la fortuna o il coraggio di fuggire agli aguzzini...
qui, arrivati nel centro, il cosiddetto "car", si erano conquistati un pezzo di vita. 
La scuola. Gli interessi. Uno dei due dipingeva gli alberi, i mari e i fiori della sua terra in modo mirabile e commuovente. Il suo sogno era (dico era perché non sarà mai vero) quello di poter studiare in una scuola di disegno... di poter mettere sulla carta tutti i colori e la bellezza suprema delle sue praterie.

Ma la vergogna  comanda... 

Tra poche ore questi due figli, perché figli nostri potrebbero essere, saranno sbattuti in strada senza casa, senza diritti. Senza pace. Nell’indifferenza, nel silenzio e nel freddo di quest’Italia che non riconosco. 
O che forse conosco solo ora. 
L’aggressivià e la ferocia che certa gente dimostra è schizzata fuori come un alien covato da anni...

Oggi questa crudeltà si sente legittimata dai nostri governanti che predicano sempre e solo l’individualismo più becero, la violenza contro la diversità, il rifiuto al bene. 
Mi sento impotente e colpevole. Come giornalista e come cittadina italiana.
E sogno e provo un’immensa e terribile nostalgia insieme per quel tempo in cui l’accoglienza e il cuore erano i segni e i tatuaggi benefici di questa terra. 


Stella Pende

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