Era una ragazza nepalese di 21 anni. Giovane e sottile come una gazzella.
Si chiamava Parwati Bogati.
Adesso nessuno la chiama più.
È morta soffocata nell’incendio della capanna dove la famiglia, e forse il fidanzato, la costringevano a vivere almeno sei giorni al mese. Perché Parwati aveva le mestruazioni.
Era impura. sporca. Intoccabile.
Si, oggi nel 2019 la "chhaupadi”, l’usanza barbarica di allontanare come impestate le donne che hanno le mestruazioni, o che hanno appena partorito, è ancora in voga. Una pratica indù che è stata proibita dalla legge nepalese solo nel 2017 ma che nelle zone rurali del Nepal e in quelle dell’india è ancora seriamente osservata.
Non importa se centinaia di donne sono morte negli incendi provocati da fuochi accesi per riscaldarsi.
bambine, fanciulle, ma anche madri con figli, sono condannate chissà ancora per quanto a pagare con il disprezzo e con la vita il prezzo di essere nate donne.
Stella Pende
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