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martedì 11 giugno 2019

Assessorato ai Bambini, di Piero Abbruzzese

Piero Abbruzzese con bambini africani


Piero Abbruzzese è uomo e medico supremo. Come cardiochirurgo infantile ha operato centinaia di neonati inoperabili all’ospedale Regina Margherita di Torino dove era primario e oggi assiste, e cura altrettanti piccoli malati nel suo ospedale pediatrico in Somaliland. 

Un sogno da sempre rincorso e da 4 anni per lui avverato. 
Come leggerete Piero propone oggi un assessorato per i bambini. Chi più dell’Italia ne avrebbe bisogno? 
Leggete per favore il suo progetto e aiutatemi a diffonderlo.




Assessorato ai bambini
senza portafoglio (i soldi li procuriamo noi)

Un esperimento come l’Assessorato ai Bambini sarebbe un tentativo di evoluzione del nostro modo di pensare (e per me sarebbe lo sviluppo naturale di un percorso di vita umana e professionale).
È essenziale focalizzarsi sui bambini perché troppo spesso le loro esigenze e i loro potenziali vengono dimenticati nell’ambito del dibattito politico. 
A cosa servono la politica e l’amministrazione della cosa pubblica se non a garantire un presente e un futuro migliori a tutti e specialmente ai cittadini di domani?

L’Assessorato ai Bambini può dare una mano. 
Non farà niente di utopico ma concepirà misure concrete che devono trovare il giusto spazio nei programmi di governo. 
Ve ne posso citare alcune.
Ad esempio, sentiamo spesso dire che siamo un paese di vecchi; cosa si può fare concretamente per aiutare la crescita della natalità.
• Il calo della natalità in Italia ha cause diverse da quelle banali e discriminatorie di cui ogni tanto si sente parlare. Non c’è perché le donne lavorano o non vogliono avere figli. Li vorrebbero, ma le famiglie non possono sostenerne i costi e non hanno gli aiuti di cui avrebbero bisogno. 
Ecco alcune misure semplici ed efficaci che potrebbero incentivare la natalità:
- ridurre o togliere le tasse alle famiglie che hanno almeno tre figli;
- ridurre l’IVA al 4% per i prodotti essenziali per il neonato;
- invece di parlare di reddito di cittadinanza, aprire il dibattito sul reddito di natalità e ripensare il “bonus bebè “.
- affrontare la questione asili nido. Favoriamo lo sviluppo degli asili nido redistribuendo adeguatamente i fondi per la famiglia (Gabbanelli) per ridurre il costo medio della retta dell’asilo nido, offrendo incentivi alle aziende che si dotano di un asilo nido interno. Pensiamo alla possibilità di detrarre le spese per le baby-sitter. Occorre uno sportello regionale per aiutare le famiglie a detrarre quelle spese e, a livello nazionale, una semplificazione e razionalizzazione degli aiuti.
• Abbiamo parlato delle esigenze dei bambini e delle famiglie, ma come detto, dobbiamo concentrarci anche sul futuro dei bambini.
Dobbiamo anzitutto modificare le scuole e cercare di rendere coerente l’istruzione con gli sbocchi lavorativi esistenti a partire già dalla scuola secondaria.
Servono delle misure per incoraggiare il contatto tra studenti, professionisti e aziende.
- Pensiamo ad incentivare gli stage in modo da offrire degli strumenti concreti ai giovani per aiutarli a trovare la loro strada, valorizzando al contempo quelli che sono i campi in cui la nostra regione e il nostro paese possono eccellere. Pensiamo all’artigianato, al turismo all’arte, alla cucina, al design e a tutto il Made in Italy.
- creiamo programmi per una seria implementazione della conoscenza delle lingue.
- focalizziamoci sulla solidarietà, promuovendo tutte le iniziative solidali in Italia e all’estero e incentivando il servizio civile, cosicché il Piemonte possa essere un punto di riferimento in questo senso. 
La scarsa sensibilità verso i bambini si vede in Piemonte con l’atteggiamento della giunta regionale nei confronti dell’Ospedale Infantile Regina Margherita. Ridurre i posti letto e accorparlo ad un’Azienda unica di eccellenza sono procedimenti opposti a quelli che bisogna fare. Valorizzare il nostro ospedale di eccellenza dei bambini, essere orgogliosi del nostro Brand, delle associazioni e fondazioni che lo sostengono, pensare a un futuro col Regina Margherita leader della “bambinizzazione” (umanizzazione dei bambini) e dell’unione fra professionalità e accoglienza, pensare a un ospedale che richiami bimbi da tutta l’Italia e il mondo sono primi passi di una politica attenta ai bambini. 
Queste sono alcune delle misure da portare avanti creando una struttura trasversale che sia mediatrice in giunta e in consiglio regionale. Questo struttura, questo cantiere l’ho battezzato “L’assessorato ai bambini” perché sono convinto che questo termine riassuma il significato profondo delle istanze cui vogliamo dare voce e sia un’adeguata evoluzione dell’atteggiamento di tutti nei confronti dei bambini.

Piero Abbruzzese
 


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