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venerdì 23 giugno 2017

(tutti) i figli dell'Italia

foto da L'unità.tv


Ius soli
Il diritto di appartenere a una terra che ti ha visto nascere. Una terra che ha dato da vivere ai tuoi genitori. Una terra che e’ la tua lingua, la tua città, la tua scuola, i tuoi amici. 
Un paese che è la tua legge e il tuo diritto. Un diritto che ancora non hai. Parlo di ogni bambino o ragazzo o ragazza che nati in Italia non hanno ancora la nostra cittadinanza. Perché non sono considerati italiani e perché molti dei nostri politici, sempre i soliti, non vogliono permettergli di diventarlo.

E come d’abitudine in quest’occidente, che dovrebbe avere la civiltà, la cultura e l’umanesimo nei suoi valori più forti, tutto diventa politica. Dopo le botte e i botti al senato che hanno fatto nera la ministra della scuola Valeria Fedeli e il capogruppo del carroccio Gianmarco Centinaio, adesso che aspettiamo che la legge nasca, Alfano frena: riflettiamo dice. 
Sono 20 anni che riflettiamo sempre sullo stesso tema signor ministro. I grillini, che ormai hanno deposto la loro maschera di arlecchini, e che se la spassano con il loro amico sputafuoco Salvini fanno di tutta un’erba un fascio: per loro tutti la cittadinanza ai neri e ai gialli che sono nati qui è come uguale a fecondare l’ immigrazione selvaggia. 
Ma non hanno capito, per una volta queste teste di capra, che in detto caso si tratta di concedere un futuro e un destino a bambini e ragazzi che giocano e studiano coi nostri figli? Non hanno capito questi cacciatori grossi e piccoli di voti elettorali che se non vogliono piegarsi alle leggi della cultura e dell’umanità dovrebbero almeno farsi contagiare da quei pochi schizzi di intelligenza che arriverebbe anche a un cercopiteco? 

Vogliamo esasperare gli animi dei nostri immigrati e quelli dei loro figli per trasformarli in chiocce di odio e in militanti pronti al terrorismo? Vogliamo comportarci, come, anzi peggio, della Francia e dell'Inghilterra, i cui popoli non possono più andare serenamente a un cinema, a un concerto o a una partita di calcio? 
Possibile che questi ottusi politicanti non abbiano ancora capito che l’unica nostra arma sta nell’accettazione del diverso e nella comprensione profonda dell’accoglienza? 
Si, possibile.

Stella Pende

martedì 13 giugno 2017

I figli ammazzati del Venezuela


Venezuela della rivoluzione. Venezuela davanti al crollo economico. Venezuela della tortura.

Bastonati a sangue e poi lasciati morire a terra come stracci. Violentati con scariche elettriche e poi evaporati da carceri e penitenziari. Messi davanti a un muro e costretti a rialzarsi per morire in piedi come gli ordinano gli aguzzini della Guardia Nacional. quegli assassini che dopo ogni colpo sghignazzano tra di loro come davanti a una lotteria vinta. 



Così la dittatura venezuelana “ringrazia” oggi gli studenti che lottano contro la feroce repressione del presidente Maduro che solo dal mese di aprile ha arrestato 1668 persone. 


Nicolás Maduro,
presidente della Repubblica Boliviana del Venezuela
Il paese ogni giorno di più diventa prigioniero della follia marxista e surreale del degno erede di Chavez. L’economia affoga in un’inflazione che bolle, il governo e il tribunale supremo hanno bloccato il lavoro del parlamento. 
Una nazione che non può legiferare si definisce da sola: totalitaria e contro i diritti dell’uomo.

“Mio figlio manifestava civilmente con altri ragazzi ed è stato colpito a bastonate poi è sparito” racconta un padre che vuole mantenere l’anonimato per proteggere la speranza di veder tornare il figlio sedicenne. 

Come Alfonso N. decine e decine di ragazzi sono stati arrestati durante cortei e nelle case e vivono in galera l’inferno delle torture più feroci. Scariche elettriche, bastonate ed esecuzioni finte. Ma chi parla del Venezuela? Chi ricorda quel paese, una volta ricco e incantato, dove un presidente come Chavez aveva promesso al popolo uguale felicità e prosperità per ogni cittadino? 

I giornali internazionali raccontano ogni giorno i fatti e le storie di questo paese lontano. In Italia, occupata a raccontare le bizze di Grillo e le glorie di Renzi, nemmeno l’onore di una riga. Per questo credo giusto seguire la battaglia che affronta per la libertà e per la vita questo popolo dimenticato nel nostro paese. 
A cominciare da oggi.    


Stella Pende

martedì 6 giugno 2017

L'Isis diventa europea

In uno degli ultimi video di propaganda dell'Isis si riconoscono icone e monumenti delle maggiori città Europee, come Londra e Parigi.



I terroristi dell’Isis hanno evidentemente spostato in maniera carsica il loro terreno di operazioni in Europa. Prima hanno caricato sulla Francia, con gli attentati di Parigi e di Nizza, adesso che i francesi hanno forzato l’allerta massima e indurito le leggi, il focus si sposta sull’Inghilterra. 
Londra ha paura. 

Il fatto che mi ha più colpito dopo questo attentato è stata la richiesta di aiuto alla gente del governo. A quelli che hanno visto di più ma anche a quei temerari o fessi che, sfidando ogni panico, hanno ripreso coi loro cellulari, ormai avvezzi a qualunque crimine, le gesta assassine di quei maledetti bugiardi. Perché vogliono farci credere di fare un regalo ad Allah pugnalando e investendo poveretti che  non hanno difesa. 

Alcune donne appartenenti alla comunità islamica di Londra manifestano con dei cartelli che esprimono condoglianze e sostegno alle vittime dell'attacco terroristico di London Bridge a Londra del 3 Giugno. da Panorama.it


La May ha detto: chiunque sia in possesso di immagini o di notizie si rivolga a noi. Alcuni professori di terrorismo la vedono come una resa, una dichiarazione di debolezza estrema non necessaria. Anzi pericolosa. Altri applaudono a questa donna (un uomo lo avrebbe mai fatto??) che vuole coinvolgere il suo popolo in questa guerra contro il male e che non si vergogna di chiedere aiuto. 
Io sono tra gli ultimi. 

Quello che non ho capito invece è stata la sua mossa subito dopo l’attentato di Manchester. Abbassare l’allerta e dunque i controlli. Forse un modo per non fare affogare gli inglesi nella paura proprio davanti alle elezioni. Forse un terribile errore di strategia. 
Ciò che mi sento di dire è che, oggi più che mai, sono orgogliosa di come il nostro ministro dell’interno Minniti (facciamo i dovuti scongiuri, ma non si può sempre pensare al peggio scoraggiando la verità) si dimostra  sempre  di più regista straordinario di operazioni giuste, mirate e lungimiranti. Di come le nostre forze di polizia e i nostri servizi segreti siano capaci di continua e infrangibile collaborazione. 
Di come, per una volta, possiamo essere fieri di questa nostra terra. 
Davvero.

Stella Pende