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martedì 4 luglio 2017

I miei amici Andy e Andrej


Si, lo hanno preso. 
I Ros di Milano e i carabinieri di Pavia hanno arrestato Vitaly Markiv, 28 anni, quell’italo-ucraino, accusato di aver ammazzato a Sloviansk, in Ucraina, i miei amici reporter Andy Rocchelli e Andrej Mironov

Vitaly si era iscritto ai neo istituiti battaglioni di volontari della guarda nazionale ucraina, un gruppetto di nazionalisti che tiene come fede e come eroe il teschio. Cioè la morte. 
Per questo era tornato in ucraina. Per sparare. O forse per partecipare finalmente a un massacro come si deve?
Chissà..
Al suo battaglione infatti era stata assegnata la postazione sulla collina di Karachun, alle porte di Sloviansk.  
Quel 24 maggio 2014, guarda caso, proprio un gruppo di uomini feroci ha cominciato a sparare all’impazzata addosso all’auto di Andy e ad Andrej che per salvarsi si erano tuffati in fondo a un fossato. Invano. Non paghi(o pago?), nè soddisfatti, gli assassini hanno sparato decine di proiettili addosso ai due impotenti. Poi per essere certi di fermargli davvero la vita  li hanno dilaniati con una pioggia di colpi di mortaio. Fatali.

Andy Rocchelli, a destra, con il giornalista russo Andrei Mironov, ucciso con lui in Ucraina

Per chi non conoscesse la storia di Andy posso dirvi che era un grande fotografo. Un ragazzo di 30 anni, che se ne andava in giro per terre sofferenti e che voleva raccontare morti e vite di cui a pochi interessa il destino. 
Andy usava gli occhi e il talento per ricordarci che l’altro mondo esiste, che le guerre inutili e che le ingiustizie continuano nell’indifferenza dei troppi.
Proprio come quella guerra che nella primavera del 2014  stava uccidendo ferocemente civili e bambini nella regione di Donesk. Così, lui e Andrej (lo raccontano come un interprete, ma era un coraggioso dissidente russo, uno degli uomini più illuminati, più colti e più buoni che ho mai incontrato) avevano deciso di smascherarla davvero quella carogna di conflitto. Incontravano bambini costretti a far scuola dentro cantine ghiacciate al lume di candela, donne murate vive nella loro stessa casa, gente innocente che aveva solo il terrore come compagno. 

Di quelle esistenze dolorose Andy e Andrej ci hanno lasciato immagini commoventi e intense pubblicate dai tanti giornali del mondo. Foto che guardavano all’esistenza buia di quella gente, ma che diventavano testimonianze scomode per ambedue le parti in lotta: le forze regolari ucraine e  le milizie filorusse. 
Oggi si dice che proprio per questa ragione gli uomini del teschio li hanno ammazzati senza pietà. 
Ma due vite uccise barbaramente non possono accontentarsi del “si dice”

Io, noi, vogliamo sapere perché Andy e Andrej non ci sono più. Perché io stessa, i suoi genitori e tutti coloro che lo amavano, devo rinunciare alla loro compagnia e al coraggio. Perché Nico, il bambino che Andy ha avuto da Maria Chiara, non potrà crescere con suo padre. Perché non potrò più raccontare l’Ossezia e la Cecenia senza la compagnia preziosa di Andrej.

Perché due uomini tanto straordinari sono stati ammazzati da criminali fino ad oggi impuniti.    

Stella Pende

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