“Valoroso combattente per i diritti civili” ha detto con occhio liquido Angela Merkel, “Profondo dolore per Liu Xiaobo”, ha ribadito il signor Guterres dell’Onu, e il signor Donald Tusk dell’Unione Europea gli ha fatto coro con gola rotta: “Che sua moglie Liu Xia possa finalmente piangerlo in pace”…….
Osanna ai potenti del mondo che lacrimano oggi facendo concorrenza ai coccodrilli più maestri!
E io mi chiedo: perché nessuno di questi imperatori di terre ricche e libere non ha offerto prima la sua pietà al premio Nobel per la pace 2010 Liu Xiaobo morto ammazzato da un cancro nelle prigioni del feroce governo cinese? Perché nessuno ha più ricordato l’odissea e l’agonia del dissidente cinese più eroe e più soave, del più illuminato e del più premiato per la lotta pacifica dei diritti civili?
Liu era stato il cavallo rampante e “il guerriero di fuoco”, per dirla in perfetto cinese, della rivoluzione di Piazza Tienanmen. Si racconta di lui come di un ragazzo affascinante, con la luce nel cervello e il galoppo di Dio nell’anima.
Un uomo, un cavaliere della libertà ma soprattutto una speranza mai spenta per il suo popolo stretto da un regime ancora dittatoriale e feroce. Per questo le autorità di Pechino non gli hanno concesso pace fino all’ultimo respiro. Per questo da quando Liu ha incontrato la sua sposa Liu Xia, poetessa con il sorriso profumato all’ibiscus rosa, il loro amore è stato perseguitato e ferito da qualunque tipo di violenza fisica e morale.
Da quando infatti, ambedue sposati, si sono innamorati pazzamente uno dell’altro, la polizia gialla e i servizi segreti cinesi li hanno spiati e torturati per sempre e in ogni dove. Ma quei due, come scrive Massimo Gramellini, creavano comunque intimità, calore e forza.
Così dopo il divorzio Liu lotta e ottiene di sposare il suo fiore in carcere dove lo raggiunge la notizia del Premio Nobel per la pace. Il cavaliere della libertà chiede che sia lei a ritirarlo, ma proprio dopo questa richiesta la poetessa dell’ibiscus viene messa agli arresti domiciliari pagando la sola colpa di essere sua moglie.
Pochi giorni dopo il cuore della bella Liu si rompe infilzato da un grave attacco. E tutto rotola nel buio…In quella sala leggendaria del Premio Nobel a Stoccolma la sedia vuota “riempita solo dall’assenza gravissima di Liu" non fa altro che intensificare le rabbie dei governanti gialli e le ingiustizie che i due subiscono.
La sedia vuota dove avrebbe dovuto sedere Liu Xiaobo alla consegna dei Premi Noble 2010 |
Fino ad oggi, quando il Nobel per l’amore colpito da un tumore al pancreas chiede dopo lunghe sofferenze di essere ricoverato, e cioè di morire, in un ospedale straniero affinché la sua sposa diventi finalmente libera.
Neppure questa volta il suo urlo di grazia viene raccolto da questi mostri che sanno copiare tutto eccetto che l’esercizio della pietas e del perdono. Il dissidente Premio Nobel Liu ha sperato fino alla sua fine nel trasferimento. Negato.
Una cosa è certa: l’unica cosa che nessuno ha potuto imprigionare, né sciupare, né uccidere è stato l’amore tra questi due uccelli dalle ali trasparenti. Per capire quanto il loro sentimento fosse infrangibile e straziante vi offro le ultime righe di addio che Xiaobo ha scritto alla sua poetessa:
“vado via mio dolce fiorellino…. ma se poi mi cremeranno io non mi arrenderò e anche le mie ceneri saranno cosi vive da abbracciarti”
Stella Pende
Nessun commento:
Posta un commento