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mercoledì 23 ottobre 2019

In Amazzonia preti sposati

Papa Francesco in Amazzonia
Crediti immagine di Il Fatto Quotidiano
 

A proposito del sinodo sull’Amazzonia aperto da Francesco Domenica 6 ottobre (negli ultimi 18 mesi di lavori  80.000 cittadini amazzonici sono stati consultati tra esperti, indigeni e professori) pochi si sono accorti di un dettaglio che rischia di cambiare nelle vene  più profonde il “corpo” della nostra santa romana chiesa. 

Tra le sottane rosse dei vescovi convocati per il sinodo corre infatti un venticello di voci e di rumori... il Papa potrebbe accettare, finalmente, di ordinare in Amazzonia persone già maritate affinché gli indigeni più toccati dalla tragedia della loro terra violentata da fuochi e altri veleni, possano più facilmente assistere alla messa e ricevere la comunione. 
Il vuoto di sacerdoti sta lasciando i cristani di Amazzonia soli, poveri e senza alcuna consolazione religiosa. Ma non basta! Poiché sono le donne coloro che nelle comunità cristiane indigene si danno più da fare per assistere, curare e lavorare (guarda caso) non è escluso, anzi è molto possibile, che saranno anche loro ad avere un ruolo fondamentale e di leadership nei progetti di vescovi e dei loro consulenti.  

Insomma dovevano arrivare i poveri indigeni dell’Amazzonia, doveva incendiarsi la giungla pluviale più grande del mondo, affinché il Papa Bergoglio e i suoi prelati capissero che è arrivato il tempo, nella foresta, ma pure in Italia, dove anche i preti con famiglia fossero i benvenuti. 

Non è affatto raro che nelle nostre città, nei paesi del sud, ma anche nell’alta Italia, sparuti gruppetti di religiosi, immacolati e superstiti, corrano la domenica affannati da una chiesetta all’altra per non lasciare orfani di liturgie, quei pochi e sinceri devoti che gli restano. 

Una decisione, se ci sarà, che non sarà priva di proteste e di polemiche.


Stella Pende

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