Aprile 2018.
L’ora del lupo. Nonostante secoli di persecuzione, negli ultimi anni è avvenuto in Italia un miracolo che riguarda quel meraviglioso animale selvatico dagli occhi d’oro che le nostre nonne hanno sempre usato per spaventarci. Senza mai riuscirci davvero.
Chi di voi è mai stato fino in fondo tifoso di quella miagolosa Cappuccetto rosso? Confessate….. Ma eccoci a noi. Il lupo, cane dal muso affilato che sfida qualunque bellezza, dopo essere stato sterminato fin quasi ad arrivare all’estinzione, è tornato nelle nostre praterie e montagne.
Pensate: l’attuale popolazione dei lupi italiani è oggi 20 volte superiore a quella degli anni settanta.
Il nemico giurato di Cappuccetto Rosso vive tra le montagne degli Appennini, ma anche nelle Alpi occidentali. Negli ultimi tempi però le sue apparizioni notturne e qualche pecora (forse molto di più di qualche… ), sparita o uccisa durante la notte hanno fatto aprire un dibattito che discute la possibilità di abbattere selettivamente variati esemplari.
Gli animalisti, me compresa, si oppongono fortemente a questo progetto di morte.
Primo argomento: bisognerebbe far riflettere gli assessori e i politici firmatari di una petizione al Parlamento europeo che vuole l’uccisione dei lupi (raccogliendo già 20.000 firme).
Ma io dico: prima di prendere decisioni tanto radicali perché non scovare la vera verità? Messer lupo è pericolo davvero reale? Per i cervi, le antilopi, le mandrie o anche per l’uomo? Quanti attacchi abbiamo avuto noi umani da parte dell’animale in questione? Quante volte gli allevatori, a cui va ogni rispetto, hanno sorpreso in castagna il killer peloso????
Gli allevatori, ripeto, hanno di certo le loro ragioni. Erano troppi anni che non si prendevano rimedi contro gli attacchi dei lupi. Oggi, dopo il loro ritorno, si allevano pastori belga addestrati per la difesa delle mandrie. Credo che il pastore belga non possa diventare un pericolo per i turisti come molti miei compari animalisti sostengono. Ma leggendo lo scrittore Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega ed esperto di montagne dove vive, accolgo i suoi altri pensieri.
“La soluzione va forse cercata nell’equilibrio di una natura che si è riappropriata finalmente dei boschi fino a pochi anni fa orfani di cervi, stambecchi e per l’appunto di lupi."
In certe zone d’Italia i cinghiali sono davvero una furia: distruggono e attaccano i raccolti. Ebbene avere più lupi che li tengono a bada potrebbe essere la giusta maniera per salvare le coltivazioni e gli stessi animali da pascolo. Capisco che non tutti possono essere d’accordo, ma intanto prima di procedere all’uccisione di un animale che ha rischiato davvero l’estinzione, vi prego esploriamo ogni possibilità di salvezza!
Infine approfitto per ritornare sull’emozione (e sull’angoscia) che non mi abbandonano mai vicino a Pasqua.
Se il dibattito intorno al pericolo del lupo accende le paure di tanti allevatori desiderosi di proteggere pecore, vitelli e anche agnelli (almeno suppongo), perché i medesimi non vengono neppure sfiorati dal dubbio che immolare ogni Santa Pasqua i loro agnellini è abitudine feroce? Perché proteggerli dai lupi cattivi e poi permettere che questi cuccioli di pecorella (imitati dai morbidi peluche che la mamma ci infilava nel letto per sopire le nostre paure di bambini) finiscano sgozzati e poi rosolati al forno?
Infine perché gli italiani che vantano sopra ogni popolo animo gentile e generoso, devono perpetuare questo rito sanguinario quando si indignano fatalmente con “i musi gialli” che mangiano animali domestici in gabbia o con certi “arabi” barbari che sgozzano i capretti nei giorni dei loro riti preistorici?
Rispondiamo insieme a questi interrogativi e, per favore, affidiamoci al classico e supremo uovo di Pasqua al cioccolato.
Riflessione del pomeriggio pasquale: vi sentite più lupi o agnelli?
Stella Pende