Dal 1993, anno in cui sono inviata a Sarajevo per raccontare la guerra in Bosnia non ne ho persa una. Dopo Sarajevo, Belgrado, poi le Afriche in lotta con le loro tribù, l’Iraq, il Libano e adesso la Siria. E sempre ho visto e sempre ho capito quanto l’unica e l’ultima soluzione della guerra non sia mai la pace. Ma la distruzione e la divisione.
Comunque, mi sento di dirlo, trovo la meraviglia, la sorpresa e la paura di un nuovo conflitto mondiale una reazione abbastanza ingenua.
Tutti, in questo che pare l’epilogo della lurida guerra siriana (e che non lo sarà perché questa vergogna deve ancora vedere la parte peggiore) hanno fatto la loro parte.
I siriani usano le “bombe avvelenate”, al gas nervino come al cloro, da sempre.
La famiglia Assad è tristemente famosa per aver ucciso centinaia di nemici e di civili innocenti con lo stesso mezzo. I siriani hanno promesso anni fa di distruggere i loro vulcani di veleno? L’America e il mondo hanno fatto finta di crederci. Inoltre perché dimenticare tanto facilmente che i russi, ottimi e grandi compari del governo siriano, usano con piacere e abbondanza i veleni più sofisticati per avvelenare, come la cronaca recita, spie, ex agenti e giornalisti?
A nessuno è venuto in mente che l’amico Putin potrebbe aver rifornito il suo più vicino alleato di tali ordigni mortali?
Veniamo agli americani che già il 7 aprile dell’anno passato avevano”punito” Bashar Assad per i suoi feroci delitti di guerra.
Cosa avrebbe dovuto fare Trump davanti alle fotografie di bambini e neonati morti con la faccia coperta di schiuma?
Cosa avrebbe dovuto fare davanti alle immagini di madri e padri disperati che cercano invano di far respirare figli cianotici?
Rispondere, come minimo, esattamente come ha fatto. Ma attenzione: mentre l’anno passato il bombardamento americano è arrivato al buio, oggi il presidente americano ha usato i guanti bianchi per sganciare i suoi razzi punitivi. Il signor Assad sapeva, previo telefonata del presidente USA o di chi per lui, quanti razzi sarebbero caduti sugli obbiettivi stabiliti e sapeva anche, questo è il mio avviso certo, anche qual’era il numero di razzi che sarebbe riuscito a fermare.
Un ultima osservazione: non è passato poi tanto tempo dal Russia Gate, scandalo dove si è urlata la complicità della Russia per aiutare Trump ad agguantare voti ed altro. Ieri con le sue bombe e oggi con le sue nuove sanzioni economiche il presidente americano non vuole forse far dimenticare ai media e a chi di dovere che Putin non c’entra proprio nulla con la sua gloria elettorale???
Stella Pende