venerdì 23 novembre 2018

Resilienza. i figli sopravvissuti


Ciao a tutti. 
Nella puntata di stasera Confessione Reporter (come spero saprete su Rete 4 in seconda serata) vi parla di qualcosa che è terribilmente importante per tutti voi e noi: la vita. 

Sarò più chiara. 
Pensate a quante tragedie, catastrofi, alluvioni, terremoti, ponti crollati, autostrade incendiate abbiamo avuto negli ultimi anni in Italia ma anche nel mondo: milioni di morti. 

Ecco: ma i vivi?
Come reagiscono i sopravvissuti alle disgrazie? Cosa diventano un uomo e una donna che sono rimasti affondati sotto le macerie ma  poi si salvano? Cosa infine un giovane uomo che è rimasto appeso a un brandello del ponte Morandi mentre le altre auto dei condannati a morte gli cadevano davanti schiantandosi a terra?

illustrazione ponte Morandi


Ecco tutta questa gente è capace di resilienza, cioè di rinascere, di reagire al cambiamento e ai traumi? 

Per rispondere a queste domande siamo andati ad ascoltare 5 voci, 5 sopravvissuti, 5 storie eccellenti, ma molto diverse, che però hanno un filo rosso che le unisce, che hanno provato, prima nel momento del dramma e poi nella salvezza, sentimenti, pensieri e ricordi assolutamente uguali. 

C’è un limbo dove gli esseri umani arrivano quando sono ancora in bilico tra la vita e la morte? 
Perché quando sei affacciata alla fine non senti mai dolore ma solamente una celeste serenità che ti invade dentro?   

Troverete le risposte a queste domande solo guardando il nostro reportage. Vi porterò per mano dentro vite e storie che vi travolgeranno come in un grande thriller. Senza assassini. 

Cominceremo da Antonia, una delle poche superstiti del terremoto che ha spazzato via saletta frazione di Amatrice. Questa signora coraggiosa si ostina a vivere accanto alle case distrutte del suo paese da sola per onorare la sua famiglia di amici scomparsi. 

Vi aspetto, a stasera.


Stella Pende

giovedì 22 novembre 2018

Spera ha bisogno di una nuova famiglia

Cane meticcio cerca padrone
Questa cagnolina è stata ritirata da un canile pugliese quando aveva due mesi.
Oggi quella feroce della sua padrona dopo averla tenuta per far giocare i suoi figli ha pensato bene di riportarla in gabbia. 
Abituata alla casa e alla famiglia Spera, così si chiama la cucciola di nove mesi, non mangia più da sei giorni. 
Inutili le flebo e le cure.
Per favore aiutatemi a trovarle un padrone/a. 
Che la ami come solo lei potrà amare lui.

Scrivetemi per info. 

Stella Pende

venerdì 16 novembre 2018

Confessione Reporter: Utero in affitto



Questa sera noi di Confessione Reporter vi regaliamo un viaggio dentro una realtà che pare ancora nascosta, per molti inquietante, ma che in verità riguarda e tocca migliaia di coppie  nel mondo, anche e soprattutto in Italia. 

Una realtà che si chiama maternità per altri, volgarmente chiamata, utero in affitto e che vuol dire questo: una donna, una moglie che non può avere figli, poichè da noi è illegale, va a cercarsi in un altro paese, che è l’Ucraina, l’America o purtroppo l’India, l’aiuto di un'altra donna che avrà un figlio per lei, cioè che lo porterà dentro per 9 mesi ,ma che dopo il parto dovrà donarglielo. 
Per la vita. 
Ripeto è una realtà che viene criticata, addirittura criminalizzata da molti, la cui illegalità è stata ribadita con gran vigore dal ministro delle politiche per la famiglia Lorenzo Fontana.

Ma che uno scienziato e un umanista grande come Umberto Veronesi definiva invece una donazione. insomma la maternità per altri è sfruttare il bisogno di una donna umile per avere un figlio, oppure è il dono della maternità che un’altra donna regala a una coppia sterile? Lo sapete quante coppie italiane vanno in Ucraina? Sapete che differenza c’è tra una maternità per altri in America o in India? Come sono davvero le donne che portano in seno un figlio per altri? Quanto vogliono o quanto gli danno? 

Per rispondere a queste domande non dovete perdere il nostro reportage. Con una preghiera: prima di schierarvi da una parte o dall’altra arrivate fino alla fine di questo mio viaggio che entra nel futuro.



Stella Pende

venerdì 9 novembre 2018

Confessione Reporter: Niger, i figli della tortura

primo piano di uomo africano prigioniero


Qual’è la vera verità sulla Libia?

Sono andata in Niger, a Niamey, ma anche ad Agadez e nel deserto per dare risposta a questa domanda.

È vero che dopo le nuove leggi partite dal ministro Salvini e dal Governo Pentastellato la questione immigrazione-invasione (così la descrivono i cultori della paura popolare) pare risolta con il blocco delle partenze?

Falso.

Dall’Africa affamata e in guerra chi soffre e non vuole morire continua a partire. E questi poverini (soprattutto adolescenti e giovani donne con figli) continuano ad affrontare odissee terribili. Viaggi che durano anni dove i pochi denari messi da parte dalle famiglie sono estorti da ricattatori  che seviziano le donne e spesso uccidono i giovani. Se, e quando, finalmente arrivano al deserto del Shael gli accompagnatori (passeur), che una volta raggiungevano la terra libica in due giorni con jeep scalcagnate nel deserto, oggi non possono più (il presidente nigerino ha vietato l’immigrazione da tre anni)condurli alle porte della Libia.

Dunque chi vuole raggiungere i confini libici deve affidarsi a uomini senza scrupoli che scelgono strade alternative e pericolosissime. Per questo il deserto pullula di cadaveri, morti di cui nessuno saprà mai il nome.
E poi quando si arriva in Libia l’inferno. Mercenari affamati di denaro sequestrano ragazzi e donne e li buttano dentro magazzini e garage. Buchi neri senza un soffio di luce. Agonie e stupri sulle donne. Tutte. Senza differenza di età. Per avere i soldi dalle famiglie sempre lo stesso copione. L’arma preferita? Il cellulare. Si cominciano torture barbariche sui prigionieri (bastonate, strangolamenti, bruciature con plastica sciolta sul corpo, elettrodi) e i carcerieri fanno ascoltare al telefono le loro urla alle famiglie. 

Molti di loro soccombono. Muoiono. Altri ancora, purtroppo ancora pochi, sopravvivono come avanzi umani e vengono selezionati come soggetti fragili dall’UNHCR, l’unica organizzazione che sta facendo qualcosa per questi disgraziati. Con il  loro progetto di evacuazione dai Centri libici i responsabili dell’ONU portano i più vulnerabili con aerei umanitari in Niger. Da lì verranno mandati in Europa nelle nazioni che si offrono di ospitarli. Dalla Francia all’Olanda, dalla Svezia all’Inghilterra e molte altre . L’Italia, naturalmente, non fa parte di questo gruppo.

Chi di voi vuole ascoltare, per la prima volta senza filtri e senza censure politiche, le grida di aiuto di questi figli africani sopravvissuti alla barbarie non può perdere stasera la puntata intitolata NIGER . 
Confessione Reporter. Rete 4. Seconda serata.

Stella Pende

venerdì 2 novembre 2018

Confessione Reporter: una nuova serie dedicata ai figli




Confessione Reporter rinasce nelle sue nuove puntate. 
Visto il successo dell’ultima serie dedicata ai figli (figli dell’Isis, figli di camorra, …) abbiamo deciso di non spezzare il nostro filo rosso e di continuare a darvi piccoli pezzi di verità nel mondo raccontandoli con le voci dei più giovani: i figli. 

Questa prima puntata è dedicata a ragazzi e ragazze, a bambini e a gente che nasce sempre orfana di padre. 
Perché? Perché il loro genitore maschio infatti fa un mestiere che poco si adatta alla paternità.

È un prete. 

Si il prete. Ecco la ragione del titolo della nostra prima puntata che recita figli di prete.

illustrazione prete e bambino


Tutto nasce da una lettera che ci è arrivata da un adolescente che scopre che sua madre  fa tutti i pomeriggi varie puntatine in chiesa. La segue per qualche giorno e capisce il tutto. Il suo papà è sicuramente il parroco. 

Alessio, chiamiamolo così, si dispera e non si rassegna all'idea che la mamma abbia scelto proprio un sant’uomo. Si fa così per dire…. ma nella nostra avventura di ricerca scopriremo anche figli di preti assai felici. Soprattutto coloro che sono nati da una scelta coraggiosa: Quella di religiosi che hanno lasciato il sacerdozio per trovare una famiglia. Figli di preti che hanno saputo la verità solo dopo la morte del padre. figli di preti, come l’irlandese Vincent Doyle, che fonda addirittura una associazione, Copy, che raccoglie le voci e protegge tutti coloro che, come lui, sono figli di sacerdoti, di cardinali, di vescovi.

Alla base di tutto resta la questione del celibato "che non è un dogma” come ha detto il nostro amato Papa Francesco, e dunque una porta rimane sempre aperta.

Ma quanti sono i preti padri in Italia? quanti nel mondo? cosa fa la chiesa per proteggerli e per dargli un futuro?
Queste risposte per la prima volta saranno tutte nel nostro reportage.
Venerdì 2 Novembre alle 00:30 su Rete 4.
Non lo perdete.



Stella Pende