domenica 12 settembre 2021

Perché dimenticare tanto in fretta?

Donne afgane protestano contro il regime talebano per i propri diritti
Foto da The Guardian.com

Donne con la faccia libera dai veli carnefici. Donne che hanno urlato la loro fame di libertà guardando in faccia la paura. Donne che hanno sfilato a Kabul verso il palazzo presidenziale per  avvertire gli occupatori che non si rassegneranno al carcere che ha imprigionato le loro madri e le loro nonne. Ma quelle sessanta, tra ragazze, bambine e madri che hanno marciato sabato scorso nelle vie della capitale dell’Afghanistan ostaggio dei nuovi talebani, sono state fermate con la violenza. Con le spinte. Con le bastonate. Ma non credano i Nuovi talebani che  potranno fermarle ancora una volta. Quelle femmine eroine sfideranno il carcere, forse la morte, ma nessuno ormai potrà comprare né ascoltare il loro silenzio. 

Da settimane ormai da tutto il mondo arriva l’abbraccio e la commozione per le “nostre” afghane di oggi. Appelli, aiuti, articoli, programmi televisivi raccontano della sorte di queste nostre sorelle che dopo un tempo di conquiste, di scuole, di  studi e di lavori rischiano di affondare ancora una volta nelle sabbie nere del fondamentalismo islamico. Ma un pensiero mi arriva nella testa da giorni e giorni: è vero che l’Afghanistan è stato fatalmente rapito dagli orchi del burqa... é vero che la cronaca si occupa giustamente dei destini di quel paese sfortunato e addolorato da troppi anni... ma quanto durerà tanto interesse, tanta partecipazione, tanta indignazione? L’autunno  delle nostre politiche, delle nostre finanze, dei nostri problemi asciugherà forse la comunione e la solidarietà con i cittadini afghani?  È davvero un grande timore il mio.

Corsi e ricorsi…Chi parla, chi pensa oggi infatti  a quella che era la terra più bella, più brillante, più affascinante del Medio-Oriente, una terra che oggi non esiste più, perché una guerra feroce voluta da un dittatore  brutale, Bashar al Assad e dai mostri dell’Isis, l’hanno ridotta a un cumulo di rovine e di pianto? Chi ci parla più delle donne e delle bambine siriane che l’Occidente ha abbandonato a una sorte feroce? Che hanno perso case, famiglie, scuole e futuro? 
Selim un caro amico di Aleppo, ieri professore di letteratura in quella città divina martoriata e oggi operaio in una fabbrica aBrescia, mi ha detto qualche giorno fa: “sono scappato dal mio paese e dalla mia vita dopo aver perso due figlie e una moglie sotto un bombardamento. Perché nessuno si ricorda di noi, perché nessuno piange la nostra terra di morti?"

Perché???


Stella Pende

giovedì 9 settembre 2021

Bangladesh, la lettera dalla mia amica missionaria

La storia di un ragazzo bangladese raccontata nella lettera di una suora missionaria

Questa una lettera che mi arriva dalla mia amica Suor Roberta. Vero eroe del bene. 
Scrive dal Bangladesh dove dirige come medico-chirurgo un ospedale che cura in particolare lebbra e tubercolosi. Le sue parole, credo, valgono più di ogni commento, articolo, talk show,pensieri e vaghe opinioni in merito.

Grazie Roby


Shumi è quella donna di cui avevo parlato qualche mese fa che era stata picchiata dal marito alla presenza dei due figli: Rizaul di 12 anni e il cucciolo Sirazul di 5 anni, un cucciolo bellissimo con un cromosoma in più, il 21 e che lo rende davvero particolare e simpaticissimo.
Avevo mandato a suo tempo i miei collaboratori a vedere la situazione in casa e mi hanno riferito che il marito ha tre mogli e quindi non ha i soldi per dare da mangiare a tutti, ma anche Shumi è al terzo matrimonio.
La loro condizione è davvero miserabile e anche questi cuccioli sono aiutati da amici ma... che cosa prova un ragazzino di 12 anni che vede e sente sempre i genitori che non si amano?
La scorsa settimana Shumi è venuta a dirmi che Rizaul era scomparso da casa da 5 giorni e che non sapeva che cosa fare. Le ho chiesto che cosa avesse fatto il marito e lei mi ha detto che non aveva fatto nulla e che dovevo andare io alla Polizia.
 lo???
Straniera e suora, la condizione peggiore per andare alla Polizia, mi avrebbero chiesto un sacco di soldi. Così ancora una volta il mio collaboratore è andato e ha parlato con il responsabile del quartiere. Qui ci sono i commissioner che sono appunto i capi del quartiere che hanno la responsabilità di mettere a posto tutte le faccende strane che sorgono all'interno delle famiglie.
E così il commissioner gli ha detto di non preoccuparsi che il ragazzo sarebbe tornato a casa, non è né la prima né l’ultima volta che succede. Dicendo anche che da due genitori così noi ci si può certo aspettare che i figli vengano su bene!
Che male quelle parole ma anche vedere che nei genitori non c'era il minimo segno di interessamento e di sofferenza per questa sparizione.
lo ero preoccupata, ha cominciato a frequentare i bambini della stazione e non è un bel giro, ma noi non ci possiamo andare a vedere, sono una straniera, non ci posso andare in certi posti.
Alla sera del settimo giorno Rizaul è stato trovato proprio dalla mamma, alle 11 di sera in stazione e hanno avvisato il mio collaboratore.
La mattina dopo ho voluto vedere subito il cucciolo, me lo ha portato qui e mi ha detto che era stato a Dhaka in treno, prima ha detto da solo, poi invece con un amico, che non ho chiesto chi fosse. Mi ha detto che lui è piccolo quindi in treno è andato senza pagare e che poi ha deciso di tornare.  Non vuole stare in casa sua, in quella famiglia, è stanco di sentire i suoi genitori urlare e discutere.
Appena è arrivato mi è corso incontro e mi ha abbracciata, io non sono riuscita a dirgli niente se non baciarlo ma poi ho cercato di fargli capire la gravità della cosa. Gli ho chiesto se era contento di andare in un’altra casa dove poter studiare e stare con altri bambini (stavo già pensando alla casa famiglia di Rudy) e lui si è illuminato e ha detto sì, eravamo soli io e lui, la mamma era con il cucciolo più piccolo. Gli ho chiesto cosa avessero detto i genitori al suo ritorno e se lo avessero sgridato o picchiato, mi ha detto che papà lo ho sgridato, la mamma non ha detto nulla e il fratellino lo ha abbracciato e baciato!!
Per fortuna ci sono i bambini...
Così gli ho detto che avremmo dovuto parlarne coi genitori e lui mi ha detto di parlarne con la mamma perché tanto al papà non interessa di sicuro.
La mamma ha detto di sì e anche lei ha ribadito che al papà non interessa nulla, ma io devo chiedere anche a lui.
Così, dopo aver parlato con Rudy che mi ha dato la sua disponibilità ho convocato il padre che davvero ha dimostrato tutto il suo disinteresse dicendo che avrei potuto portarlo anche lontano e in Italia, che lui non avrebbe avuto obiezioni.
Il silenzio è sempre la risposta migliore in alcuni casi, da una parte il desiderio di dare una martellata sulla testa a quel padre e dall'altra la consapevolezza che non ce la fanno a prendersi cura dei cuccioli.
E così ancora una volta due forze si uniscono per dare nuova vita: mercoledì io e Rudy siamo stati a casa loro e la prossima settimana Rizaul andrà alla casa famiglia e inizierà il suo cammino insieme ai ragazzi. Speriamo vada tutto bene e si riesca a fare un cammino di crescita insieme agli altri anche per lui.
Non ho molto da commentare rispetto ai racconti fatti, ringrazio sempre il Signore che mi permette di essere d'aiuto per questa gente, essere loro vicina mi permette di curare non solo le ferite del corpo ma anche quelle dell'anima che sono quelle più nascoste ma che forse e spesso si risolvono con una carezza e un sorriso.
Nonostante la fatica dell’indossare la mascherina, la situazione attuale che vivo è quella di poter avere un contatto più profondo con la gente attraverso lo sguardo che diventa più profondo, più vero, gli occhi dicono molto più di quello che a parole a volte si riesce a percepire, e in questo momento mi piace questa profondità e intesa di sguardi, soprattutto con le donne.
Non so definire la reale situazione legata al covid, i numeri, i contagi, i morti, sono tutti sempre un po' approssimativi, so solo che la strada è lunga, ed è difficile far capire che si deve portare la mascherina, troppa gente ancora per strada non la porta, troppa gente ancora non tiene le distanze. 
Per me andare a messa la domenica mattina è una sofferenza grande, ancora gente ammassata e ancora qualcuno senza mascherina. Quando impareranno?
Non mi resta che cercare di non prendermela troppo e continuare a credere che c'è un angelo speciale che protegge questa gente che ha già tanto da soffrire.
Abbiamo avuto un aumento dei cassi di Tubercolosi e Lebbra in questo mese segno che il nostro servizio è ancora prezioso.
Ti chiedo come sempre di accompagnarmi con la tua preghiera così come io ti assicuro la mia!
Un abbraccio
Roby