martedì 25 giugno 2019

Confessione Reporter è Anima Animale

Disegno lupo da Confessione Reporter


Quante volte ci siamo chiesti, o ci hanno chiesto, che cosa sono davvero gli animali?
E ancora: quanto loro assomigliano a noi? 
Possono forse gli animali provare sentimenti, odiare, amare, proteggere la propria famiglia, avere rivalità, essere gelosi, ansiosi, cattivi, conoscere i loro amici o riconoscere i nemici....
questioni che rimangono da troppi anni insolute e pericolosamente sfiorate solo da biologi ed etologi fra i più avventurosi…
Ma poiché amo, conosco e guardo al mondo dei nostri compagni animali da sempre, poiché divido la mia vita con loro e godo delle loro meraviglie, ho deciso di dedicare proprio a “loro” questa quarta puntata di Confessione Reporter. 
Non solo! di trovare per il nostro reportage un titolo francamente e felicemente provocatorio:

Anima Animale.

So che le capigliature degli scienziati conservatori avranno improvvisi e scandalizzati impennamenti!
Meglio e finalmente!

Gli scienziati coraggiosi e geniali che invece hanno ispirato questa mia “ricerca” (primo fra tutti Carl Safina autore di “Al di là delle parole” pubblicato da Adelphi) hanno passato vite intere ad osservare mammiferi e uccelli, cefalopodi (polpi), e balene…  e il loro verdetto è commuovente e sapiente:
Loro non sono nostri fratelli, nemmeno nostri sottoposti, sono altre nazioni catturate insieme a noi nella rete della vita e del tempo, prigionieri con noi nello splendore e nel travaglio della terra.

Dunque la puntata che vedrete stasera vuole finalmente guardare il mondo che sta fuori di noi. Dove gli esseri umani non sono altro che una specie tra altre specie. Dove l’uomo non è la misura di tutte le cose. Perché anche gli esseri animali hanno la loro misura.

Un consiglio?
D’ora in avanti sarà più giusto cambiare la solita domanda: 
non più cosa sono gli animali, ma chi sono gli animali?

Infine una promessa: per chi vuole capire di più sugli uomini e sulle creature meravigliose che intrecciano con noi il destino e il pianeta questa puntata è imperdibile.

Vi aspetto.



Stella Pende




lunedì 24 giugno 2019

Auguri Natalia

Ritratto fotografico Natalia Aspesi


Natalia Aspesi compie 90 anni. La sua intervista su Repubblica dimostra che, arrivati a quell’età, puoi finalmente concederti  il lusso di dire la verità. 

Natalia è stata, ed è, la più di tutti. E di tutte. Natalia è “oltre”. 
Ha scritto di cronaca come pochi. Lasciando il suo tatuaggio su storie piccole e grandi, diventate con lei tutte grandissime. 

La Aspesi non ha mai dimenticato che la calamita per tirar dentro il lettore deve essere una scrittura pensata, diversa, infiammata. La bella scrittura insomma.
E lei non si è ma abbandonata alla pigrizia della penna neppure se si occupava di guepiere. 

L’errore che troppi fanno infatti è quello di credere che scrivere di costume sia alla fine più facile e più modesto. Niente di più fesso. Chi si è occupato di costume, come Natalia ha fatto spesso, deve volare. 
Lo ripeto: non può adagiarsi nella banalità e nel grigio neppure in una riga. 
I giornalisti che raccontano la politica e l’ economia hanno una notizia da plasmare e da spiegare, hanno un’ intervista da scrivere... e pace. 
Chi deve far capire cosa accade nella società e nella vita di un tempo deve essere invece uno scrittore eccellente. e lei lo e’ sempre stata.

Auguri Naty


Stella Pende

venerdì 21 giugno 2019

Rettifica dalla puntata di Confessione Reporter del 18 Giugno

post it di scuse


Scusandomi per l'imprecisione relativa alla creazione di Romit TV andata in onda nella puntata di Confessione Reporter dedicata alla Sindrome Italia, pubblico di seguito la rettifica inviatami dall'editore.

Gentile Collega,vi scrivo dalla redazione di Romit TV ,ci complimentiamo per il servizio andato in onda, che denuncia una problematica ormai cronica della Sindrome Italia. Il consiglio di Amministrazione ci teneva sottolineare, che nella puntata si diceva che Avvocato Germani aveva aperto una televisione, il ciò non è nei fatti la realtà. Romit TV nasce nel 2009 dalla fondazione dell'Associazione Romit TV di cui io ne sono editore, con oltre 100 associati, Avvocato Germani ha condotto una rubrica legale,ma non ha mai ne fondato, ne fa parte la Romit TV.Questo giusto per correttezza delle persone che prestano volontariato in questo gruppo anche se non compaiono nella citazione.
Ti ringrazio e Buon Lavoro. 
Emanuele Latagliata 
Presidente Romit TV

martedì 18 giugno 2019

Sindrome Italia, la neofollia che colpisce le badanti



Quante volte abbiamo sentito parlare di badanti, o infermiere che dir si voglia, che  maltrattano i nostri poveri vecchi? 
Quante immagini orrende abbiamo visto su siti e televisioni che ci raccontano la ferocia di certe donne dell’est, dette romene, che schiaffeggiavano e malmenavano gli anziani d’Italia? 

Nella puntata di stasera di Confessione Reporter scoprirete invece una verità a troppi sconosciuta. Una verità che si chiama “sindrome Italia”
Una nuova malattia, anzi una neofollia, che colpisce badanti romene e moldave dopo anni e mesi di lavoro in Italia. 
Lavoro massacrante. Senza sonno. Spesso senza cibo. 24 ore su 24 senza riposo. 

Così per raccontarvi la tristezza e il dolore di queste donne sono andata a Iasi, città della Romania dove nell’ospedale di Socola medici esperti e compassionevoli curano le loro concittadine dopo terribili crolli di nervi. donne spossate che hanno paura di parlare, di confessare le loro fatiche. Donne che lasciano figli orfani di madri, e che per questo si ammalano di nostalgia. Figli che troppo spesso preferiscono rinunciare alla vita piuttosto che sopravvivere con l’ossessione che diventa l’assenza di una madre.

So già che questo reportage fabbricherà reazioni di benpensanti che condanneranno e negheranno racconti e storie. Ma il reportage, come ho già ribadito alla solita mangiatrice di social che mi critica spesso sulla rete, hanno il privilegio di mostrare le prove.
I reportage, come questo, fanno sentire le voci, fanno parlare il dolore negli occhi. i reportage come questo infilzano il cuore anche a coloro che non vogliono ascoltare ne’ vedere. 


Stella Pende


martedì 11 giugno 2019

Assessorato ai Bambini, di Piero Abbruzzese

Piero Abbruzzese con bambini africani


Piero Abbruzzese è uomo e medico supremo. Come cardiochirurgo infantile ha operato centinaia di neonati inoperabili all’ospedale Regina Margherita di Torino dove era primario e oggi assiste, e cura altrettanti piccoli malati nel suo ospedale pediatrico in Somaliland. 

Un sogno da sempre rincorso e da 4 anni per lui avverato. 
Come leggerete Piero propone oggi un assessorato per i bambini. Chi più dell’Italia ne avrebbe bisogno? 
Leggete per favore il suo progetto e aiutatemi a diffonderlo.




Assessorato ai bambini
senza portafoglio (i soldi li procuriamo noi)

Un esperimento come l’Assessorato ai Bambini sarebbe un tentativo di evoluzione del nostro modo di pensare (e per me sarebbe lo sviluppo naturale di un percorso di vita umana e professionale).
È essenziale focalizzarsi sui bambini perché troppo spesso le loro esigenze e i loro potenziali vengono dimenticati nell’ambito del dibattito politico. 
A cosa servono la politica e l’amministrazione della cosa pubblica se non a garantire un presente e un futuro migliori a tutti e specialmente ai cittadini di domani?

L’Assessorato ai Bambini può dare una mano. 
Non farà niente di utopico ma concepirà misure concrete che devono trovare il giusto spazio nei programmi di governo. 
Ve ne posso citare alcune.
Ad esempio, sentiamo spesso dire che siamo un paese di vecchi; cosa si può fare concretamente per aiutare la crescita della natalità.
• Il calo della natalità in Italia ha cause diverse da quelle banali e discriminatorie di cui ogni tanto si sente parlare. Non c’è perché le donne lavorano o non vogliono avere figli. Li vorrebbero, ma le famiglie non possono sostenerne i costi e non hanno gli aiuti di cui avrebbero bisogno. 
Ecco alcune misure semplici ed efficaci che potrebbero incentivare la natalità:
- ridurre o togliere le tasse alle famiglie che hanno almeno tre figli;
- ridurre l’IVA al 4% per i prodotti essenziali per il neonato;
- invece di parlare di reddito di cittadinanza, aprire il dibattito sul reddito di natalità e ripensare il “bonus bebè “.
- affrontare la questione asili nido. Favoriamo lo sviluppo degli asili nido redistribuendo adeguatamente i fondi per la famiglia (Gabbanelli) per ridurre il costo medio della retta dell’asilo nido, offrendo incentivi alle aziende che si dotano di un asilo nido interno. Pensiamo alla possibilità di detrarre le spese per le baby-sitter. Occorre uno sportello regionale per aiutare le famiglie a detrarre quelle spese e, a livello nazionale, una semplificazione e razionalizzazione degli aiuti.
• Abbiamo parlato delle esigenze dei bambini e delle famiglie, ma come detto, dobbiamo concentrarci anche sul futuro dei bambini.
Dobbiamo anzitutto modificare le scuole e cercare di rendere coerente l’istruzione con gli sbocchi lavorativi esistenti a partire già dalla scuola secondaria.
Servono delle misure per incoraggiare il contatto tra studenti, professionisti e aziende.
- Pensiamo ad incentivare gli stage in modo da offrire degli strumenti concreti ai giovani per aiutarli a trovare la loro strada, valorizzando al contempo quelli che sono i campi in cui la nostra regione e il nostro paese possono eccellere. Pensiamo all’artigianato, al turismo all’arte, alla cucina, al design e a tutto il Made in Italy.
- creiamo programmi per una seria implementazione della conoscenza delle lingue.
- focalizziamoci sulla solidarietà, promuovendo tutte le iniziative solidali in Italia e all’estero e incentivando il servizio civile, cosicché il Piemonte possa essere un punto di riferimento in questo senso. 
La scarsa sensibilità verso i bambini si vede in Piemonte con l’atteggiamento della giunta regionale nei confronti dell’Ospedale Infantile Regina Margherita. Ridurre i posti letto e accorparlo ad un’Azienda unica di eccellenza sono procedimenti opposti a quelli che bisogna fare. Valorizzare il nostro ospedale di eccellenza dei bambini, essere orgogliosi del nostro Brand, delle associazioni e fondazioni che lo sostengono, pensare a un futuro col Regina Margherita leader della “bambinizzazione” (umanizzazione dei bambini) e dell’unione fra professionalità e accoglienza, pensare a un ospedale che richiami bimbi da tutta l’Italia e il mondo sono primi passi di una politica attenta ai bambini. 
Queste sono alcune delle misure da portare avanti creando una struttura trasversale che sia mediatrice in giunta e in consiglio regionale. Questo struttura, questo cantiere l’ho battezzato “L’assessorato ai bambini” perché sono convinto che questo termine riassuma il significato profondo delle istanze cui vogliamo dare voce e sia un’adeguata evoluzione dell’atteggiamento di tutti nei confronti dei bambini.

Piero Abbruzzese
 


domenica 2 giugno 2019

L'ebola come un incendio silenzioso

Funerale di una vittima dell'ebola in Africa
Da Internazionale - foto di John Wessels 

È un incendio. 

Parlo del virus dell’ebola che brucia nella Repubblica Democratica del Congo. 

Ong, associazioni, medici, persone preziose si adoperano giorno e notte per fermare l’epidemia... per paradosso dai centri sanitari. Soli. 

Dall'estate scorsa l’ebola ha provocato 1135 morti. L’organizzazione mondiale della sanità ha abbassato il dosaggio del vaccino per aiutare più persone. Invano! 
La strage continua e le vite si perdono nel vento della terra rossa africana. 

È preoccupante che medici siano ridotti a venir via per via del pericolo causato dal nascere di nuovi gruppi armati. Come dice l'Internazionale, bibbia delle notizie nel mondo, proviamo ad immaginare che i pompieri debbano smettere di spegnete il fuoco che divampa perché terribili attacchi improvvisi di jhiadisti motociclizzati vanno di villaggio in villaggio a sterminare povera gente indifesa e a rubare greggi di capre e pecore. 
Così il veleno dell’ebola corre indisturbato... tanto che il 40% dei malati muoino proprio fuori.

Ma chi parla dell’ebola in Italia?
Chi dedica una parola a questi poverini che muoiono nell’invisibilità e nel silenzio?



Stella Pende