domenica 19 novembre 2017

La morte di una giornalista senza paura

Giornalista maltese Daphne Caruana Galizia


Soltanto fruscii di notizie sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia, la giornalista senza paura uccisa a Malta. 

Daphne è stata dalle elezioni del 2008, tempo di apertura del suo celebre blog, cronista  coraggiosa e puntuale. Già dal suo primo pezzo datato le 2:30 di mattina,  il goal di Galizia era più che palese: tolleranza zero per la corruzione. 

Dopo  il primo “sparo” Daphne ci prende gusto e non smette di scrivere la sua rabbia contro i "ladri che saccheggiano il paese e umiliano il governo stesso”
Il primo obbiettivo da abbattere allora era Alfred Stant, stella del partito laburista, che per guadagnarsi i voti girava col suo pullman fitto di collaboratori e di majorette. Alfred giurava ai maltesi che con lui l’isola avrebbe cambiato faccia e che la pulizia dello stato e dei relativi politicanti doveva raggiungere la purezza delle acque del mare maltese.
In nove anni la giornalista ha scritto 21.630 post. Tutti conditi con la medesima eroica fame di non lasciare pace a chi voleva affondare la sua isola dentro una palude di impunità e vergogna. 

Daphne era diventata  la cronista più letta di Malta. 400.000 visite al giorno su 430.000 abitanti. La gente maltese si fidava solo del suo pensiero, si consolava di avere tra i suoi cittadini anche un’eroina della verità. 

Poi alle 3 del pomeriggio del 16 Ottobre una bomba piazzata sotto l’auto di Daphne  esplode. 
Oggi i segni della sua morte ingiusta restano fra gli aceri bruciati che si affacciano sulla strada appena fuori dal paese di Bidnija, dove lei abitava. Sarebbe importante che questi segni, che queste bruciature, che il ricordo di questa morte, restassero anche nella strada del cuore di tutti noi.


Stella Pende

domenica 12 novembre 2017

E adesso Kenyatta deve cercare la pace

Illustrazione Kenyatta drawing


il 26 ottobre, per la prima volta nella storia dell’Africa, il Kenya ha ripetuto le elezioni presidenziali. Quelle del 6 agosto scorso infatti sono state dichiarate illegali per via di brogli da un giudice davvero coraggioso. 

Purtroppo in questa seconda chiamata alle votazioni il leader dell’opposizione, Raila Odinga, ha invitato i suoi figli politici a ignorare le urne. Dico purtroppo perché, naturalmente, il suo rivale Uhuru Kenyatta, già presidente negli ultimi anni, ha ottenuto così, comodo comodo, il 98% dei voti. 

Alcuni seggi, locations da sempre predilette dall’opposizione, come Kisumu, patria di Raila, non hanno visto neppure l’apertura. Tutto per paura che gli scontri già avvenuti nelle terre più vicine all’opposizione (tre morti) si incendiassero ancor più.

Leggo e sento già volare  gli interrogativi che i media del mondo, soprattutto italiani, si porranno davanti ai fatti. Quale terrore travolgerà ora questa terra d’incanti che per noi italiani è da sempre considerata l’Africa Italiana?
Quante volte mi accade infatti di sentirmi dire: ma tu vai in Kenya? Sei impazzita? È molto più pericoloso di tutto? ...preoccupazioni comprensibili, vista la campagna stampa regolarmente dedicata alle terre keniote da noi giornalisti italiani che amiamo mostrare  soltanto furie e conflitti a fuoco conditi di cadaveri.

Ma dedichiamo solo tre righe ai reali drammi che corrono nelle altre afriche. 
Al momento, per esempio, nella Repubblica “Democratica” del Congo centinaia di bambini e di famiglie soffrono e muoiono per la nuova carestia. 
Nel Sud Sudan continuano le carneficine che ormai da decenni ammazzano e torturano i civili. Non parliamo del Centrafica dove la guerra ha seminato morti e feriti a migliaia. 
Ma davanti a questi orrori, dai media italiani neppure un respiro. 

Se però una pensionata viene uccisa in Kenya dallo spasimante nero, la notizia si traveste subito di sangue: due poveri pensionati ammazzati ferocemente da criminali in Kenya. Peccato che il pensionato non fosse nemmeno defunto e che la truppa di criminali neri fosse ridotta al corteggiatore  rifiutato e al suo complice.
Insomma, non che un omicidio vada festeggiato con un pigiama party. Ma vogliamo intrattenerci sul sangue e sugli orrori italiani? 
A Brera, cuore della movida milanese, un ragazzo è stato quasi ammazzato a calci e pugni, due marocchini hanno sparato a un complice, mio figlio è stato rapinato da due ragazzini “per bene” arrivando a casa senza scarpe, cellulare , piumino, né portafogli e con un dente in meno... di ciò nemmeno un sussurro di righe su qualunque foglio quotidiano... ma per il Kenya, paese di terrore, ogni sussurro di scontri, scippi, incidenti, sempre e solo titoli incendiari sui giornali più letti. 

Torniamo a bomba.
Un esempio? John Magufuli in Tanzania ed Edgar Lungu nello Zambia hanno, anche loro, stravinto le elezioni presidenziali nei rispettivi paesi. Elezioni però molto contestate. Con manifestazioni, feriti e rabbie. 
Anche in quelle due magnifiche terre quasi la metà degli elettori aveva votato per i candidati dell’opposizione.  
Magufuli e Lungu però non hanno approfittato della loro vittoria per aprire ai loro rivali cercando mediazioni e pace. Anzi. Hanno soppresso e oppresso ferocemente gli oppositori, regalando ai loro paesi caos, economia tremante e malcontento. Un errore che, quella e’ la nostra piena speranza, il presidente Kenyatta non deve fare. Per il bene dei kenioti e per la salute della sua terra potrebbe invece riavvicinarsi all’opposizione, aprire ad Odinga che da secoli esce sconfitto (ingiustamente?) dalle tenzoni elettorali, e trovare la maniera di curare le ferite e le delusioni di quel vecchio leone ferito. 
Così facendo, forse, il Kenya troverebbe quella stabilità e quella felicità che merita, regalando a chi lo ama e a chi crede nella sua bellezza (il turismo è uno dei punti forti del paese) un paradiso finalmente libero da ogni inferno.  



Stella Pende

venerdì 13 ottobre 2017

Onore agli animali

Marco Bizzarri, basta alle pellicce dal 2018

Evviva!!! 
Alla faccia di tutti gli orchi della moda che condiscono con i cadaveri di animali innocenti anche le loro tavolette del water.

Il gigante Marco Bizzarri di Gucci ha annunciato che dalla sua collezione primavera-estate non vi sarà ombra di pellicce nei suoi capi di ogni razza. 
“Solo fur free” ha detto Marco a Londra. 

Un esempio, una speranza, una gioia per chi, come noi, amiamo e rispettiamo gli animali.

Cronaca di una rinascita annunciata

Questo video che ho girato col mio cellulare  racconta  la Sicilia dei ragazzini neri…
Sto girando la Sicilia in cerca delle loro storie. Delle voci, dei ricordi, del dolore dei bambini e degli adolescenti che cavalcano le onde del mediterraneo e guardano in faccia la morte pur di sopravvivere a guerre, povertà e mancanza di futuro. 





Fra questi ragazzini che cantano e suonano le musiche delle loro terre (dai 16 ai 18) ce n’è uno che si chiama James. 
Lui mi ha detto: “Certo che avevo paura di affogare e di morire…ma il terrore di rimane affondato nella miseria e nell’ignoranza senza aver mai una speranza mi ha aiutato a decidere. Desidero avere una vita come tutti i ragazzi come me che hanno fame di scuola, di capire, di crescere nella felicità…per questo in Libia prima di mettere piede sul barcone quella notte  ho pensato stringendo i denti: si muore una volta sola, mentre si vive tutta la vita. E io scelgo di vivere. Se poi dio deciderà che non ce la devo fare almeno saprò di averci provato”
James e’ solo uno dei 17.000 minori non accompagnati che sono arrivati soli in Italia e che aspettano di cominciare una vita nuova. 
A loro sarà dedicata una delle puntate di Confessione Reporter che quest’anno avrà come sottotitolo “figli”.

Stella Pende

sabato 30 settembre 2017

La lotta di un popolo per la propria libertà

manifestazione kurda per indipendenza


Che vergogna! 

si, che vergogna perché il parlamento e il governo di Bagdad hanno praticamente emesso un mandato di cattura nei confronti dell’80% del popolo kurdo!  

Dopo il referendum dove i kurdi chiedevano l’indipendenza  dall’Iraq, il presidente Abadi, marionetta di Teran, ha ordinato di chiudere gli spazi aerei e terrestri (solo il Qatar non ha chiuso i voli negli areroporti kurdi di Erbil e di Sulaymaniyya ), di considerare contrabbandieri chiunque scambi merci con i kurdi, di liberare le aree intorno ai pozzi di petrolio (il 70% del petrolio iracheno viene estratto da Kirkuk )e di considerare agli arresti il presidente kurdo Barzani e chiunque avesse partecipato al referendum. 

Abadi inoltre ritiene un insopportabile sfida questa richiesta più che legittima di libertà e di dignità di un popolo. Di un popolo che ha difeso con il suo piccolo ma eroico esercito la terra irachena più di una volta. Che ha aiutato le milizie di Bagdad a liberare Mosul dagli orchi dell’Isis. Che non si è mai fermato, mai arreso, che ha combattuto con armi obsolete, con donne giovani e giovanissimi ragazzi. Che ha offerto le vite dei suoi uomini ogni volta che gli è stato chiesto, senza mai chiedere niente altro che la propria terra. 

Adesso che il popolo kurdo ha votato per la sua legittima e meritata libertà questi miserevoli servi degli ayatollah iraniani, ingrati e incapaci, li trattano come stracci vecchi  cancellando ogni regalo avuto dai “fratelli kurdi”. 
E noi Europa, che tanto abbiamo magnificato l’eroismo e la generosità dei kurdi, non siamo nemmeno capaci di offrire a questa gente meravigliosa una sola parola di vera solidarietà. Che vergogna!
Bagdad imprigiona e isola l’intero popolo kurdo. Che vergogna!



Stella Pende

Perché servire allo strupratore la giovane vittima su un piatto d'argento?

violenza sessuale su minore


Parliamo del noto pregiudicato che ha violentato comodo comodo una ragazzina di 13 anni sul suo pianerottolo (vedi la notizia su TGCOM24)

parliamo del fatto che la bambina, perché di tale si tratta, ha urlato terribilmente ma nessuno ha sentito (o ascoltato) la sua disperazione…

E poi leggiamo che questo bel fusto del crimine, i colleghi lo descrivono con occhi azzurri e fisico atletico, era diventato a Genova un professore di stupri a misura di bambinette….sempre la stessa età, sempre lo stesso copione…almeno 23 o 24 performance….

Sappiamo anche che aveva preso sette anni, ma che poi era stato liberato…

Ora io mi considero una larga garantista, così almeno mi dicono e qualche volta mi rimproverano amici e colleghi, ma porca miseria, uno che di professione fa lo stupratore di tredicenni, che è già stato definito dallo psichiatra di ruolo uno psicopatico ossessivo, perché deve essere “liberato” dopo sette anni e rimesso in circolazione senza assistenza, senza aiuti, senza sorveglianza?
In Francia, in Inghilterra e in Germania dopo la prigione il maniaco sessuale viene accolto in centri specializzati e seguito…quando si decide che è pronto per la libertà l’individuo suddetto continua a ricevere visite e verifiche di medici e di operatori…

Ecco adesso direte: lo avrebbe fatto lo stesso? 
forse. 
Ma chiedo: con la stessa comodità???



Stella Pende

venerdì 22 settembre 2017

E se Nico fosse stata un maschio?



Senza parole davanti alla morte di Nicolina Pacini, la ragazza-bambina uccisa dall’amante di sua madre. 

Quel pazzo, irresponsabile mostro (quanto odio l’abuso della parola ma non c’è occasione come questa per trovarla GIUSTA! ) ha sparato nella faccia di quella povera ragazzina per vendetta. 

Ha sparato nel volto della giovinezza, della femminilità in fiore, ha colpito l’innocenza di una giovane donna in erba per colpire una madre nel cuore più profondo del suo dolore. E questa volta non voglio pensare che forse quel cervello furioso e rabbioso fosse malato, fosse sconvolto, fosse pazzo…non mi importa di conoscere la storia di quell’amante rifiutato come faccio sempre per trovare non una alibi, ma una spiegazione, all’orrore. Questa volta l’uomo ha attraversato ogni barriera, ha schiaffeggiato ogni pietà…
E alla fine dopo aver tanto pensato a questa storia così terribile voglio chiudere con una domanda che so provocatoria. Ma concedetemela. 

Se quella povera Nico fosse stata un ragazzo, un maschio, il mostro l’avrebbe ammazzata in quel modo?



Stella Pende

lunedì 18 settembre 2017

Appello per i cani di Palermo

I cani del canile statale di Palermo sono in partenza per un luogo misterioso.

La LAV - Lega Anti Vivisezione, sospetta che vengano condannati a un destino feroce:proprio la vivisezione. 
Di sicuro c'è che ogni cane è stato pagato quasi 500 euro.

il sindaco Orlando davanti alle molte richieste di chiarimento non ci ha dato alcuna risposta.
Ma noi la aspettiamo. 
Diffondete l'appello di Licia Colò e scrivete anche voi al sindaco di Palermo.
Perfavore.





Stella Pende

domenica 17 settembre 2017

Amiche per la vita


Due donne davvero belle si stringono la mano sul lettino di un ospedale. 

Sono Selena Gomez, pop star celebrata da milioni di fans, e la giovanissima attrice Francia Raisa che le ha regalato un rene.  

Da qualche mese Selena era sparita da teatri, social e luci. Una terribile malattia, il lupus, le aveva imprigionato la vita. Svenimenti, attacchi di panico, febbre alta, coma.
Il pensiero dei medici è stato uno solo: ci vuole il trapianto di un rene altrimenti non rivedrai la tua salute e il tuo domani...

Ho seguito la storia dolorosa e insieme luminosa dei trapianti. Purtroppo un cuore nuovo, come un rene o un fegato, arrivano in massima parte da gente che ha perso la vita... in questo caso a restituire la vita a Selena è stata una giovane ragazza viva e vegeta, e cioé Francia Raisa che, col coraggio che solo una sorellanza materna può dare, ha sacrificato un organo tanto importante per salvare la vita alla sua amica. 

Un gesto, un segno che deve essere ricordato.


Stella Pende

sabato 16 settembre 2017

Il Movimento Animalista di Vittoria Brambilla


Se non fossi in viaggio non mi sarei persa per nessuna ragione il battesimo del movimento animalista di Vittoria Brambilla condito da un corteo che lo scorso sabato 16 Settembre ha siflato a Milano da Piazza Cordusio.

Al di là dei colori politici Vittoria ha dimostrato una seria passione e grande impegno per la lotta dei diritti degli animali. A lei va tutta la nostra solidarietà e la felicità di dividere con tanti amici l’amore per compagni pelosi e pennuti che riempiono di grazia e di divertimento la nostra esistenza!

Approfittando di questa belle notizia segnalo anche l'iniziativa di Vita da cani ONLUS prevista per questa Domenica, 17 Settembre, presso il Parco Canile di Arese. 


Info dell'evento su Facebook

La Festa del Randagio, un occasione per trascorrere del tempo con i nostri amici pelosi e per prendere conoscenza dei corsi offerti dall'associazione per diventare volontari, badanti creativi e affettuosi per i nostri amici in provvisoria attesa di nuova famiglia.



Stella Pende

La guerrigliera presidente

Pepe Mujica e Lucia Topolansky

Lui, Pepe Mujica, ex tupamaros guerrigliero atterrato dopo anni di prigionia sulla poltrona di presidente dell’Uruguay è sempre  stato il mio mito…

l’ho rincorso per anni…poi arrivava sempre qualche guerra, qualche pestilenza , qualche schifezza dove puntualmente venivo scaraventata e alla fine non sono mai riuscita a incontrarlo.
Guardavo i reportage su di lui…magnifico! Un presidente di stato che viveva in una catapecchia che chiamava fattoria con un cane sdentato forse più di lui, e che donava il 90% del suo stipendio al popolo.

Accanto a lui nelle immagini sempre una moglie d’età con i capelli d’argento, che nata ricca, innamorata di Pepe e della sua revolution, aveva diviso con lui la galera e le torture, ma che, come lui, non aveva mai ceduto alle richieste di resa del dittatore.


Lucia Topolansky moglie di Pepe Mujica
Ebbene oggi Lucia Topolansky, questa signora che porta un nome che pare uscito da un cartoon di Walt Disney, e che invece è chiamata “amianto”, per via del suo temperamento di ferro e del suo coraggio, proprio quella donna, già senatore, è diventata oggi vicepresidente dell’Uruguay, e rischia, come è già successo a molte first lady dell’America Latina di soffiare il posto all’attuale leader del paese Tabare Vasquez…



Da me e da tutte le sue fans di quel paese meraviglioso un augurio di prossimo successo e di vera gloria.
Evviva la Topolansky!!!!!!!!!!!!!!



Stella Pende

sabato 9 settembre 2017

Vaccini? Non prendetevela con le scuole per favore

bambino che viene vaccinato

E la bomba dei vaccini( o no) continua a schizzare le sue granate in tutta Italia…

Umiliante e pure feroce la sorte dei piccoli messi nell’angolo dell’asilo o della classe perché non vaccinati. 
Ma perché i genitori non se la prendono con loro stessi invece di maledire le scuole e i nidi che non fanno altro che seguire la legge? 
Ognuno può fare  ciò che gli pare dei propri bambini, anche portarli per mano dentro un nuovo medioevo, anche credere che il vaccino sia un orco portatore di mostruosità atroci.
Ma se si vogliono mandare quegli stessi bambini a scuola, la legge che obbliga un padre e una madre a esibire il certificato di vaccinazione va rispettata.  

Vengo dall’africa, dalla Nigeria e dal Kenya, dove da anni vedo morire milioni di figli nelle braccia di madri impotenti. Se ne vanno mangiati dalla tubercolosi, dalla poliomelite, dall’epatite. 
Perché quelle mamme, povere  e disperate, non hanno avuto il denaro o la possibilità di vaccinare i propri bambini.  


Stella Pende

venerdì 8 settembre 2017

False promesse e conigli trasparenti

Barcone di immigrati visto dall'alto

Era ora! 

La corte europea di giustizia del Lussenburgo ha dato torto a Slovacchia e Ungheria che con il loro ricorso rifiutavano di ospitare i migranti atterrati in Grecia e in Italia. 

“Eh no cari miei, adesso vi prendete anche voi la vostra quota di disperati!
ha detto felice il greco Avramopoulos, commissario europeo. 

Questa notizia ci fa sperare che tali paesi dell’est, da sempre tirchi di ospitalità e di generosità sociale nei confronti dell’immigrazione, possano finalmente e forzatamente lavarsi la faccia della vergogna. 
Per quanto riguarda il resto dell’Europa ho aspettato giorni, settimane, ( il fiume dell’immigrazione in Italia è calato per merito, così si dice, degli accordi con la Libia ) ma dell’aiuto promesso dagli altri leader europei dopo l’incontro di Francia, Spagna, Italia e Germania sull’immigrazione, nessuna traccia. 
Nell’occasione Macron aveva tirato fuori dal suo elegante cilindro un coniglio del tutto trasparente e cioè proponeva ( aita aita!) di  aiutare Ciad e Niger a fondare dei centri di accoglienza per i fuggitivi. Prontamente gli hanno risposto i leader di quei due paesi africani, anche loro invitati al simposio, spiegando che quei centri, ahimè, ci sono già, ma coloro che scappano dai loro paesi attraversando il deserto più cattivo dell’Africa, li vedono, quali sono, e cioè galere peggiori delle loro vite. 
A sua volta la Merkel ha ripetuto il suo mantra: 
"il trattato di Dublino, cioè quello che in realtà punisce per la loro posizione geografica solo Grecia e Italia, deve essere buttato nel cestino. I profughi vanno distribuiti in modo solidale”
ma va???

Per non parlare della Gran Bretagna che, come ha fatto sapere qualche giorno fa, presto imporrà forti restrizioni ai visti per il suo paese ai lavoratori europei e pur anche alle migliaia di studenti dell’Europa che da sempre vanno ad imparare l’inglese in quella terra. 
Sapore di Brexit…


carro allegorico del carnevale di Düsseldorf sulla brexit
Carro allegorico del carnevale di Düsseldorf, particolarmente famoso per lo spazio riservato alla satira politica - da Left - sinistra senza inganni


Naturalmente non si parla ufficialmente di immigrati, ma tale mossa indica chiaramente il futuro atteggiamento nei confronti della “voglia” di accoglienza che l’Inghilterra riserverà agli “stranieri” di serie B e C… 

Riassumendo dove sono finite tali e tante offerte di aiuto da parte germanica, e i nuovi e brillanti scoop di Macron?
Cari leader europei di lusso le vostre promesse non le dimentichiamo. 
Siamo qui davanti al fiume che scorre….e nel prossimo incontro di pace e di solidarietà fra fratelli d’Europa tirate fuori dal vostro cilindro un coniglio in carne ed ossa... 
troppe parole sono volate in questi anni dove il nostro paese è restato tragicamente solo davanti all’onda tsunami del flusso migratorio. 
Certo, abbiamo sempre ricevuto lodi e attestati di immensa e gloriosa solidarietà.
Cari Macron, Merkel e compagni, lodate di meno e aiutate di più. 
E davvero. Per favore.


Stella Pende

mercoledì 30 agosto 2017

Cuore di figlio

Legge sulla privacy dei donatori di organi, Reginald Green padre di Nicholas
Reginald Green a Roma sul monumento del figlio Nicholas


Mi ha bucato l’aorta e cioè il cuore il recente appello del padre di Nicholas Green. 

Nel 1997 il suo bambino americano Nicholas era stato colpito a morte durante un rapimento con relativa sparatoria sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria. 
Reg e Maggie, meravigliosi genitori, invece di inveire e spazzar via dalla loro vita l’Italia e gli italiani tutti hanno accettato di donare i sette organi del loro bambino ad altrettanti pazienti italiani. Nel loro caso i nomi, le foto e le lettere struggenti di ringraziamento sono state trasmesse in tutto il mondo e milioni di persone si sono rese che la pura e immensa generosità di questa coppia aveva regalato la vita a gente e ad altri figli quasi morenti. 

Pensate che nei dieci anni successivi le donazioni degli organi in Italia si sono triplicate… ma veniamo a bomba: nel '97 l’incontro e l’abbraccio tra i Green e i loro “miracolati” era stato possibile, oggi invece, dopo una legge varata nel 1999 che vieta a medici e infermieri di rivelare l’identità del donatore tutto ciò non è più possibile... a dir il vero trattasi di una legge alquanto discutibile perché non impedisce alle due parti di contattarsi... ma beneficiari e beneficati devono cercarsi con ogni mezzo o forse, come pare accada quasi sempre, non trovarsi mai più. 

È il caso di Dave e Debbie Marteau che hanno donato tre organi del figlio ventunenne Jack, morto a Palermo in un incidente d'auto. 
Ecco, Reg Green è stato contattato proprio da questi poveri padre e madre che dopo otto anni dalla loro perdita non sono stati capaci di sapere a chi sono andati il cuore, il fegato e i polmoni del proprio figlio. 
"Non sanno se questa gente è viva o no, se si tratta di persone anziane o di ragazzi come il loro Jack." dice Reg e aggiunge che la legge, è certo, mira a proteggere la privacy per permettere che si completi il processo di guarigione per trapiantati e per donatori. 
Dunque guarigione di corpi e di anime. 
Ma non pare troppo rigida una legge che nega a chi è stato tanto generoso la possibilità di sapere che la perdita del proprio caro ha permesso la rinascita di un essere che altrimenti perderebbe la vita? 



Stella Pende

domenica 27 agosto 2017

Il diritto di esistere secondo Francesco

Papa Francesco e l'immigrazione


Evviva Francesco che non ci delude mai!!!!!!!!!!!!!!!  

"Va riconosciuta la nazionalità al momento della nascita” si è letto nell’anticipazione del messaggio  del pontefice per la giornata del migrante che sarà festeggiata il 24 Gennaio. Francesco si è ben guardato di accennare allo Ius Soli e cioè al molto parlato “diritto di nazionalita”….ma il suo è un evidente volano alla legge approvata alla camera e oggi ferma al senato. 

Il Papa accenna anche al sano e giusto diritto all’istruzione nella scuola primaria e secondaria…..ma Francesco si spinge più in là invocando a proposito dei corridoi umanitari l’opportunità di prevedere visti temporanei….
Naturalmente si scatenano polemiche incandescenti che fanno diventare un discorso sull’accoglienza cristiana il solito dibattituccio che vede immancabilmente Salvini rispondere al Papa consigliando di applicare lo Ius Soli in vaticano….

ma io dico, mi si perdoni il quesito forse scontato, come si permette il  cavalier Salvini di usare il suo ordinario tonetto e certi  pensieri gaglioffi nei confronti delle parole del Papa? Ma perché il suddetto imperatore della lega non prova una volta sola a stupirci un po'? Nessuno gli ha mai spiegato che una sua reazione, non dico moderata, ma misurata, davanti a certi temi sull’immigrazione diventerebbe salutare anche per lui? 

Religione e politica: Papa Francesco e Salvini sull'immigrazione
La verità è che il Papa che molti considerano un invasore nella nostra politica, sà di cosa parla al contrario del prode Salvini. 
Si è mai concesso infatti il suddetto una bella gita nella Nigeria del nord, come accade a qualcuno di noi inviati, dove bambine cristiane e incinte di 18 anni vengono uccise a colpi di macete e sfracellate col loro figlio? 
Sa il prode Matteo che in quella terra abbandonata dai media e da tutti la setta di Boko Haram  condanna a morte atroce chi osa pregare Gesù? 
Sa ancora  Salvini che le  bambine di soli nove, dieci anni che non accettano di sposare quei soldati  pazzi di Allah vengono rapite e torturate? 
Ha mai consolato, come è successo purtroppo a me, una madre impazzita di dolore che si ostina a cullare il figlio morto di fame? 

Diversamente da lui questo Papa la sofferenza e la fame l’ha vista e l’ha curata. Forse qualche politico tanto pragmatico non ricorda che il cardinal Bergoglio tutte le mattine alle sei usava recarsi nella miseria delle Villas (quelle che noi chiamiamo bidonville) dove distribuiva amore, cibo e comprensione a chi non poteva mangiare ne studiare, né avere un futuro da dare ai propri figli. 
E proprio ricordando e ricorrendo a queste sue avventure d’amore e dalla sua esperienza oggi il pontefice non può che essere favorevole a un diritto che ogni figlio nato nel nostro paese ha e deve avere. 


Don Massimo Biancalani porta immigrati in piscinaUn’ultima ciliegina… Don Massimo Biancalani, parroco di Pistoia, ha portato in questi giorni di afa alcuni migranti a sguazzare in piscina: “è un anti-italiano” lo ha rimbeccato un originale politico italiano. 
Indovina indovinello??????????
















Stella Pende

venerdì 28 luglio 2017

I bambini ombra dell'Isis


Il bambino Nicolas di 5 anni guarda torvo e mi scaccia con le mani come un animale feroce. Il suo tutore racconta che rifiuta anche la scuola materna di Amsterdam. Sputa sui suoi compagni e maledice in arabo le sue maestre. Lo fa con tutta la rabbia che gli cuoce dentro e urla "voi siete i diavoli, voi siete gli infedeli che sporcano il mondo!" 
Il bambino Nicolas non riesce a dormire, sbatte e storce le gambe come un indemoniato e piange…
il bambino Nicolas è un figlio dell’Isis.

lo raggiungo in un luogo segreto e protetto della capitale svedese. Non e’ stato facile….chi mi ha aiutato non mi ha mai nemmeno fatto vedere la sua faccia… Sua madre Greta, ragazza di 19 anni, è scappata dalla Svezia per raggiungere a Raqqa tale Yousef, il suo amante che ha combattuto a lungo per la bandiera nera. 
Dunque Nicolas è arrivato in Siria  quando aveva solo due anni e dormiva in una scatola di cartone, quella della frutta. Piangeva come tutti gli altri figli quel bambino, ma la sua ninna nanna nella terra dello stato islamico poteva avere una sola voce “Allah akbhar”
La musica di sottofondo erano solo colpi di mortaio conditi con urla e morte. Lì è cresciuto per tre anni dentro la rabbia e l’odio per gli infedeli occidentali.

Lo guardo.  
Sulla sua faccina di pupetto corrono solo smorfie e rughe da vecchio….così adesso che è dovuto tornare con sua madre a casa, in Svezia, in una terra che non riconosce come sua, pare un dannato senza nessuna speranza.
Nicolas è uno dei 5.000 europei, uomini, donne e bambini che hanno lasciato i loro paesi per combattere dal 2012 la causa dello stato islamico in Siria. Gente che ha vissuto tutti questi anni respirando guerra e morte osservando i comandamenti forsennati dell’Isis. Come Nicolas, molti bambini cresciuti dentro l’orrore, hanno creduto che decapitare un uomo o una donna che disubbidiva alla legge  del califfato fosse giusto. Come a lui i terroristi hanno insegnato ad molti altri bambini che la tortura e il male sono necessari contro chi pratica altre religioni o fedi diverse e perverse.


immagine tratta da un video diffuso dall'Isis sui social media, in cui 5 bambini giustiziano dei prigionieri.


Ma oggi chi penserà a questi poverini trascinati nel buio da genitori irresponsabili e fanatici? Il dramma dei bambini cresciuti in Siria o in Iraq sotto l’amministrazione dello stato islamico diventerà sempre più grande. 
Raqqa e Mosul sono state liberate (anche se so che ci vorrà lungo tempo per estirpare il veleno del califfato da quelle terre) dunque i foreign fighters che avevano lasciato l’Europa possono o devono tornare ai loro paesi, ma questi figli che per anni sono cresciuti dentro il terrore dei pazzi di Allah sono oggi reietti come i loro genitori. 

Pensate a quei piccoli che sono nati guardando solo guerra e violenza! Bambini  che entrano nel mondo senza un'identità. Lo stato islamico rilasciava certificati di nascita ai loro genitori ma ovviamente i nostri paesi non li riconoscono. 
A scuola hanno imparato solo leggi coraniche. Per quelli più piccoli sui quaderni corrono nelle stesse pagine arance e mele insieme a carri armati e coltelli. 

Oggi passano le frontiere con i genitori spesso di nazionalità diverse. Quando arrivano dentro consolati e ambasciate nessuno pensa a loro. Vengono trattati, lo so, come oggetti scomodi. Ogni bambino nato in Siria o Iraq ha bisogno di essere confermato perfino come essere umano. Spesso attraverso il test del dna. Troppi fra di loro finiranno in custodia a chi sa chi perché i loro genitori verranno arrestati... il rischio è che molti fra i cittadini europei rifiuteranno di aiutare questi innocenti allattati al terrore e oggi stravolti, persi, senza famiglie, né comprensione.
io no.  

Stella Pende

giovedì 20 luglio 2017

I bambini in ombra



Alleati a caccia del 3%. 382 parlamentari del PD: 283 deputati a Montecitorio e 99 senatori a Palazzo Madama, ma anche 49 che sono i parlamentari di alternativa popolare, 24 deputati e 25 senatori…insomma le prime pagine dei giornali ci ammorbano con i numeri del politichese che hanno affettato i nostri neuroni e anche qualche cos’altro che fa rima con quella parola…

vi ricordo invece un numero che appare scritto su pochi fogli, e che , non è di quelli citati sotto l’ombrellone dei soliti vacanzieri. Tale numero è 43.665, e corrisponde all’ultimo dato fornito dal Viminale a proposito di uomini e donne spariti e di cui non si sa più nulla. 
Ombre. fantasmi. Gente che non vuole più apparire e che scappa dalla vita. Forse da un paese dove le speranze e il domani sono già più trasparenti di loro. Altra cosa è quando si parla di bambini, cioè di minori. Più che altro neri….cioè immigrati. Più di 28.000 bambini, ragazzini e ragazzi sotto i 18 anni evaporati nel nulla. Che sarà stato di loro? Alcuni, i più fortunati, hanno attraversato i nostri confini per raggiungere un cugino, una zia, magari una mamma in Germania o in Inghilterra. Gran parte sono stati accolti (mai verbo è stato più inappropriato) dalle strutture di accoglienza, spesso carceri travestiti da comunità dove, invece che amore e futuro, questi piccoli figli ricevono odio e maltrattamenti conditi con il terrore di essere rispediti a casa. E cioè all’inferno. 

La maggior parte dei bambini soli però rimangono purtroppo intrappolati nelle reti delle bande criminali che li usano come armi infrangibili (essendo minori non possono essere perseguiti, e comunque nei riformatori ci finiscono loro e non i pesci grossi che li comandano). 

C'è qualcosa di terribile che può accadere ai più sfortunati. Proprio quello che è successo a Yousef, nero bambino nigeriano con codino. 
L' ho incontrato in un luogo protetto di cui non posso fare il nome perchè anche oggi esiste il rischio che venga rintracciato. questo piccolo bambino di 11 anni era appena arrivato alla stazione di Genova e dormiva su una panchina in attesa di un treno che lo portasse a Ventimiglia “quando una signora si e’ avvicinata e mi ha detto se volevo una bibita fresca” ha raccontato "poi mi ha accompagnato a casa sua promettendomi che poteva ospitarmi per farmi riposare un pò prima della partenza”
Yousef era sfinito ed ha accettato "gli italiani sono più buoni", ho pensato. Peccato che appena arrivato a casa il “marito” della madama gli ha offerto una strana aranciata che sapeva di polvere, dice lui. 
Da li il buio. Non un solo ricordo. 
Fino al suo risveglio in uno strano scantinato buio dove si è scoperto legato a un letto con un terribile male alla schiena. Solo due settimane dopo, scaricato su un marciapiede come uno straccio vecchio, questo figlio della Nigeria capirà che gli è stato asportato un organo importante. 
Oggi Yousef è in Francia con i suoi zii in un rifugio segreto. Sopravvive a quello squartamento, perchè di quello si tratta, con fatica. Ma cerca di guardare al domani anche se rimarrà gravemente handicappato per la vita.

Così quando aprendo i giornali nostrani saremo ancora travolti da mille fondamentali dati che ci avvertono di sondaggi sulle prossime elezioni, o anche da percentuali allarmanti  su accordi, maneggi e compagni, cerchiamo di non dimenticare questo numero di cui a pochi importa:  28.000 bambini. 
Come i nostri figli. Scomparsi. Soli. Senza famiglia. In balia della ferocia dei cattivi e della disperazione.
Per Yousef e per tutti gli altri come lui. 
Per favore.


Stella Pende

domenica 16 luglio 2017

Il Nobel dell'Amore


“Valoroso combattente per i diritti civili” ha detto con occhio liquido Angela Merkel, “Profondo dolore per Liu Xiaobo, ha ribadito il signor Guterres dell’Onu, e il signor Donald Tusk dell’Unione Europea gli ha fatto coro con gola rotta: “Che sua moglie Liu Xia possa finalmente piangerlo in pace”…….

Osanna ai potenti del mondo che lacrimano oggi facendo concorrenza ai coccodrilli più maestri! 
E io mi chiedo: perché nessuno di questi imperatori di terre ricche e libere non ha offerto prima la sua pietà al premio Nobel per la pace 2010 Liu Xiaobo morto ammazzato da un cancro nelle prigioni del feroce governo cinese? Perché nessuno ha più ricordato  l’odissea e l’agonia del dissidente cinese più eroe e più soave, del più illuminato e del più premiato per la lotta pacifica dei diritti civili? 

Liu era stato il cavallo rampante e il guerriero di fuoco”, per dirla in perfetto cinese, della rivoluzione di Piazza Tienanmen. Si racconta di lui come di un ragazzo affascinante, con la luce nel cervello e il galoppo di Dio nell’anima. 
Un uomo, un cavaliere della libertà ma soprattutto una speranza mai spenta per il suo popolo stretto da un regime ancora dittatoriale e feroce. Per questo le autorità di Pechino non gli hanno concesso pace fino all’ultimo respiro. Per questo da quando Liu ha incontrato la sua sposa Liu Xia, poetessa con il sorriso  profumato all’ibiscus rosa, il loro amore è stato perseguitato e ferito da qualunque tipo di violenza fisica e morale. 
Da quando infatti, ambedue sposati, si sono innamorati pazzamente uno dell’altro, la polizia gialla e i servizi segreti cinesi li hanno spiati e torturati per sempre e in ogni dove. Ma quei due, come scrive Massimo Gramellini, creavano comunque intimità, calore e forza. 
Così dopo il divorzio Liu lotta e ottiene di sposare il suo fiore in carcere dove lo raggiunge la notizia del Premio Nobel per la pace. Il cavaliere della libertà chiede che sia lei a ritirarlo, ma proprio dopo questa richiesta la poetessa dell’ibiscus viene messa agli arresti domiciliari pagando la sola colpa di essere sua moglie. 
Pochi giorni dopo il cuore della bella Liu si rompe infilzato da un grave attacco. E tutto rotola nel buio…In quella sala leggendaria del Premio Nobel a Stoccolma la sedia vuota “riempita solo dall’assenza gravissima di Liu" non fa altro che intensificare le rabbie dei governanti gialli e le ingiustizie che i due subiscono. 

La sedia vuota dove avrebbe dovuto sedere Liu Xiaobo alla consegna dei Premi Noble 2010


Fino ad oggi, quando il Nobel per l’amore colpito da un tumore al pancreas chiede dopo lunghe sofferenze  di essere ricoverato, e cioè di morire, in un ospedale straniero affinché la sua sposa diventi finalmente libera. 

Neppure questa volta il suo urlo di grazia viene raccolto da questi mostri che sanno copiare tutto eccetto che l’esercizio della pietas e del perdono. Il dissidente Premio Nobel Liu ha sperato fino alla sua fine nel trasferimento. Negato. 
Una cosa è certa: l’unica cosa che nessuno ha potuto imprigionare, né sciupare, né uccidere è stato l’amore tra questi due uccelli dalle ali trasparenti. Per capire quanto il loro sentimento fosse infrangibile e straziante vi offro le ultime righe di addio che Xiaobo ha scritto alla sua poetessa: 

“vado via mio dolce fiorellino…. ma se poi mi cremeranno io non mi arrenderò e anche le mie ceneri saranno cosi vive da abbracciarti”


Stella Pende

martedì 4 luglio 2017

I miei amici Andy e Andrej


Si, lo hanno preso. 
I Ros di Milano e i carabinieri di Pavia hanno arrestato Vitaly Markiv, 28 anni, quell’italo-ucraino, accusato di aver ammazzato a Sloviansk, in Ucraina, i miei amici reporter Andy Rocchelli e Andrej Mironov

Vitaly si era iscritto ai neo istituiti battaglioni di volontari della guarda nazionale ucraina, un gruppetto di nazionalisti che tiene come fede e come eroe il teschio. Cioè la morte. 
Per questo era tornato in ucraina. Per sparare. O forse per partecipare finalmente a un massacro come si deve?
Chissà..
Al suo battaglione infatti era stata assegnata la postazione sulla collina di Karachun, alle porte di Sloviansk.  
Quel 24 maggio 2014, guarda caso, proprio un gruppo di uomini feroci ha cominciato a sparare all’impazzata addosso all’auto di Andy e ad Andrej che per salvarsi si erano tuffati in fondo a un fossato. Invano. Non paghi(o pago?), nè soddisfatti, gli assassini hanno sparato decine di proiettili addosso ai due impotenti. Poi per essere certi di fermargli davvero la vita  li hanno dilaniati con una pioggia di colpi di mortaio. Fatali.

Andy Rocchelli, a destra, con il giornalista russo Andrei Mironov, ucciso con lui in Ucraina

Per chi non conoscesse la storia di Andy posso dirvi che era un grande fotografo. Un ragazzo di 30 anni, che se ne andava in giro per terre sofferenti e che voleva raccontare morti e vite di cui a pochi interessa il destino. 
Andy usava gli occhi e il talento per ricordarci che l’altro mondo esiste, che le guerre inutili e che le ingiustizie continuano nell’indifferenza dei troppi.
Proprio come quella guerra che nella primavera del 2014  stava uccidendo ferocemente civili e bambini nella regione di Donesk. Così, lui e Andrej (lo raccontano come un interprete, ma era un coraggioso dissidente russo, uno degli uomini più illuminati, più colti e più buoni che ho mai incontrato) avevano deciso di smascherarla davvero quella carogna di conflitto. Incontravano bambini costretti a far scuola dentro cantine ghiacciate al lume di candela, donne murate vive nella loro stessa casa, gente innocente che aveva solo il terrore come compagno. 

Di quelle esistenze dolorose Andy e Andrej ci hanno lasciato immagini commoventi e intense pubblicate dai tanti giornali del mondo. Foto che guardavano all’esistenza buia di quella gente, ma che diventavano testimonianze scomode per ambedue le parti in lotta: le forze regolari ucraine e  le milizie filorusse. 
Oggi si dice che proprio per questa ragione gli uomini del teschio li hanno ammazzati senza pietà. 
Ma due vite uccise barbaramente non possono accontentarsi del “si dice”

Io, noi, vogliamo sapere perché Andy e Andrej non ci sono più. Perché io stessa, i suoi genitori e tutti coloro che lo amavano, devo rinunciare alla loro compagnia e al coraggio. Perché Nico, il bambino che Andy ha avuto da Maria Chiara, non potrà crescere con suo padre. Perché non potrò più raccontare l’Ossezia e la Cecenia senza la compagnia preziosa di Andrej.

Perché due uomini tanto straordinari sono stati ammazzati da criminali fino ad oggi impuniti.    

Stella Pende