venerdì 14 dicembre 2018

Un uomo e il suo cane. Aiutiamoli a non separarsi



Oggi il signor Alfonso, chiamiamolo così, si è presentato al canile della Lega del Cane di Segrate con un cagnolino grande come una borsetta che tremante gli stava attaccato addosso.

Mi hanno sfrattato. Sono vecchio, ho perso la mia compagna e nella casa famiglia dove andrò non vogliono il mio cagnolino. È sempre stato con noi da 15 anni. Dividerci è uno strazio ma non mi danno scelta. 
So che questa è l'ultima volta che lo vedo.

La signora Laura Rossi, leader del canile della Lega, travolta dalla commozione non ha avuto il coraggio di separare quella coppia straziata.
"Se lo sfratto è domani" ha detto "passate almeno l'ultima sera insieme".
La speranza di Laura e di noi tutti è in realtà che nelle prossime ore qualche essere di buona anima e di cuore pietoso trovi un posto che accolga il piccolo amico peloso, l'unico che Alfonso possiede, in modo che l'uomo possa almeno andare a trovarlo.

Io ho 4 cani in casa ,di cui uno molto poco socievole, altrimenti accoglierei subito il povero cagnino. Vi prego aiutatemi.
Qualunque proposta chiamate 3357788918.



Stella Pende

venerdì 23 novembre 2018

Resilienza. i figli sopravvissuti


Ciao a tutti. 
Nella puntata di stasera Confessione Reporter (come spero saprete su Rete 4 in seconda serata) vi parla di qualcosa che è terribilmente importante per tutti voi e noi: la vita. 

Sarò più chiara. 
Pensate a quante tragedie, catastrofi, alluvioni, terremoti, ponti crollati, autostrade incendiate abbiamo avuto negli ultimi anni in Italia ma anche nel mondo: milioni di morti. 

Ecco: ma i vivi?
Come reagiscono i sopravvissuti alle disgrazie? Cosa diventano un uomo e una donna che sono rimasti affondati sotto le macerie ma  poi si salvano? Cosa infine un giovane uomo che è rimasto appeso a un brandello del ponte Morandi mentre le altre auto dei condannati a morte gli cadevano davanti schiantandosi a terra?

illustrazione ponte Morandi


Ecco tutta questa gente è capace di resilienza, cioè di rinascere, di reagire al cambiamento e ai traumi? 

Per rispondere a queste domande siamo andati ad ascoltare 5 voci, 5 sopravvissuti, 5 storie eccellenti, ma molto diverse, che però hanno un filo rosso che le unisce, che hanno provato, prima nel momento del dramma e poi nella salvezza, sentimenti, pensieri e ricordi assolutamente uguali. 

C’è un limbo dove gli esseri umani arrivano quando sono ancora in bilico tra la vita e la morte? 
Perché quando sei affacciata alla fine non senti mai dolore ma solamente una celeste serenità che ti invade dentro?   

Troverete le risposte a queste domande solo guardando il nostro reportage. Vi porterò per mano dentro vite e storie che vi travolgeranno come in un grande thriller. Senza assassini. 

Cominceremo da Antonia, una delle poche superstiti del terremoto che ha spazzato via saletta frazione di Amatrice. Questa signora coraggiosa si ostina a vivere accanto alle case distrutte del suo paese da sola per onorare la sua famiglia di amici scomparsi. 

Vi aspetto, a stasera.


Stella Pende

giovedì 22 novembre 2018

Spera ha bisogno di una nuova famiglia

Cane meticcio cerca padrone
Questa cagnolina è stata ritirata da un canile pugliese quando aveva due mesi.
Oggi quella feroce della sua padrona dopo averla tenuta per far giocare i suoi figli ha pensato bene di riportarla in gabbia. 
Abituata alla casa e alla famiglia Spera, così si chiama la cucciola di nove mesi, non mangia più da sei giorni. 
Inutili le flebo e le cure.
Per favore aiutatemi a trovarle un padrone/a. 
Che la ami come solo lei potrà amare lui.

Scrivetemi per info. 

Stella Pende

venerdì 16 novembre 2018

Confessione Reporter: Utero in affitto



Questa sera noi di Confessione Reporter vi regaliamo un viaggio dentro una realtà che pare ancora nascosta, per molti inquietante, ma che in verità riguarda e tocca migliaia di coppie  nel mondo, anche e soprattutto in Italia. 

Una realtà che si chiama maternità per altri, volgarmente chiamata, utero in affitto e che vuol dire questo: una donna, una moglie che non può avere figli, poichè da noi è illegale, va a cercarsi in un altro paese, che è l’Ucraina, l’America o purtroppo l’India, l’aiuto di un'altra donna che avrà un figlio per lei, cioè che lo porterà dentro per 9 mesi ,ma che dopo il parto dovrà donarglielo. 
Per la vita. 
Ripeto è una realtà che viene criticata, addirittura criminalizzata da molti, la cui illegalità è stata ribadita con gran vigore dal ministro delle politiche per la famiglia Lorenzo Fontana.

Ma che uno scienziato e un umanista grande come Umberto Veronesi definiva invece una donazione. insomma la maternità per altri è sfruttare il bisogno di una donna umile per avere un figlio, oppure è il dono della maternità che un’altra donna regala a una coppia sterile? Lo sapete quante coppie italiane vanno in Ucraina? Sapete che differenza c’è tra una maternità per altri in America o in India? Come sono davvero le donne che portano in seno un figlio per altri? Quanto vogliono o quanto gli danno? 

Per rispondere a queste domande non dovete perdere il nostro reportage. Con una preghiera: prima di schierarvi da una parte o dall’altra arrivate fino alla fine di questo mio viaggio che entra nel futuro.



Stella Pende

venerdì 9 novembre 2018

Confessione Reporter: Niger, i figli della tortura

primo piano di uomo africano prigioniero


Qual’è la vera verità sulla Libia?

Sono andata in Niger, a Niamey, ma anche ad Agadez e nel deserto per dare risposta a questa domanda.

È vero che dopo le nuove leggi partite dal ministro Salvini e dal Governo Pentastellato la questione immigrazione-invasione (così la descrivono i cultori della paura popolare) pare risolta con il blocco delle partenze?

Falso.

Dall’Africa affamata e in guerra chi soffre e non vuole morire continua a partire. E questi poverini (soprattutto adolescenti e giovani donne con figli) continuano ad affrontare odissee terribili. Viaggi che durano anni dove i pochi denari messi da parte dalle famiglie sono estorti da ricattatori  che seviziano le donne e spesso uccidono i giovani. Se, e quando, finalmente arrivano al deserto del Shael gli accompagnatori (passeur), che una volta raggiungevano la terra libica in due giorni con jeep scalcagnate nel deserto, oggi non possono più (il presidente nigerino ha vietato l’immigrazione da tre anni)condurli alle porte della Libia.

Dunque chi vuole raggiungere i confini libici deve affidarsi a uomini senza scrupoli che scelgono strade alternative e pericolosissime. Per questo il deserto pullula di cadaveri, morti di cui nessuno saprà mai il nome.
E poi quando si arriva in Libia l’inferno. Mercenari affamati di denaro sequestrano ragazzi e donne e li buttano dentro magazzini e garage. Buchi neri senza un soffio di luce. Agonie e stupri sulle donne. Tutte. Senza differenza di età. Per avere i soldi dalle famiglie sempre lo stesso copione. L’arma preferita? Il cellulare. Si cominciano torture barbariche sui prigionieri (bastonate, strangolamenti, bruciature con plastica sciolta sul corpo, elettrodi) e i carcerieri fanno ascoltare al telefono le loro urla alle famiglie. 

Molti di loro soccombono. Muoiono. Altri ancora, purtroppo ancora pochi, sopravvivono come avanzi umani e vengono selezionati come soggetti fragili dall’UNHCR, l’unica organizzazione che sta facendo qualcosa per questi disgraziati. Con il  loro progetto di evacuazione dai Centri libici i responsabili dell’ONU portano i più vulnerabili con aerei umanitari in Niger. Da lì verranno mandati in Europa nelle nazioni che si offrono di ospitarli. Dalla Francia all’Olanda, dalla Svezia all’Inghilterra e molte altre . L’Italia, naturalmente, non fa parte di questo gruppo.

Chi di voi vuole ascoltare, per la prima volta senza filtri e senza censure politiche, le grida di aiuto di questi figli africani sopravvissuti alla barbarie non può perdere stasera la puntata intitolata NIGER . 
Confessione Reporter. Rete 4. Seconda serata.

Stella Pende

venerdì 2 novembre 2018

Confessione Reporter: una nuova serie dedicata ai figli




Confessione Reporter rinasce nelle sue nuove puntate. 
Visto il successo dell’ultima serie dedicata ai figli (figli dell’Isis, figli di camorra, …) abbiamo deciso di non spezzare il nostro filo rosso e di continuare a darvi piccoli pezzi di verità nel mondo raccontandoli con le voci dei più giovani: i figli. 

Questa prima puntata è dedicata a ragazzi e ragazze, a bambini e a gente che nasce sempre orfana di padre. 
Perché? Perché il loro genitore maschio infatti fa un mestiere che poco si adatta alla paternità.

È un prete. 

Si il prete. Ecco la ragione del titolo della nostra prima puntata che recita figli di prete.

illustrazione prete e bambino


Tutto nasce da una lettera che ci è arrivata da un adolescente che scopre che sua madre  fa tutti i pomeriggi varie puntatine in chiesa. La segue per qualche giorno e capisce il tutto. Il suo papà è sicuramente il parroco. 

Alessio, chiamiamolo così, si dispera e non si rassegna all'idea che la mamma abbia scelto proprio un sant’uomo. Si fa così per dire…. ma nella nostra avventura di ricerca scopriremo anche figli di preti assai felici. Soprattutto coloro che sono nati da una scelta coraggiosa: Quella di religiosi che hanno lasciato il sacerdozio per trovare una famiglia. Figli di preti che hanno saputo la verità solo dopo la morte del padre. figli di preti, come l’irlandese Vincent Doyle, che fonda addirittura una associazione, Copy, che raccoglie le voci e protegge tutti coloro che, come lui, sono figli di sacerdoti, di cardinali, di vescovi.

Alla base di tutto resta la questione del celibato "che non è un dogma” come ha detto il nostro amato Papa Francesco, e dunque una porta rimane sempre aperta.

Ma quanti sono i preti padri in Italia? quanti nel mondo? cosa fa la chiesa per proteggerli e per dargli un futuro?
Queste risposte per la prima volta saranno tutte nel nostro reportage.
Venerdì 2 Novembre alle 00:30 su Rete 4.
Non lo perdete.



Stella Pende

giovedì 6 settembre 2018

Le carceri della morte in Libia

Immigrati detenuti nelle prigioni libiche


Eccomi appena atterrata dal Niger dove ho lavorato per il mio prossimo reportage di Confessione Reporter. 
Eccomi stremata da un viaggio importante, durissimo ma soprattutto doloroso. 
Permettetemi un briefing per coloro che non conoscono ancora la situazione. 

Il Niger è uno dei paesi più poveri del mondo. Bambini, donne e padri (20 milioni) vivono all’80% con 7 dollari al giorno. Se gli va bene. 
Il Niger non ha sbocchi al mare, ma confina con i paesi (Mali, Burkina Faso, Libia, Algeria, Nigeria e Benin) più caldi dell’Africa. Paesi torturati dal terrorismo, dal traffico di armi e da quello penoso e criminale di esseri umani. 

Il Niger dunque è stato, più che mai in questi anni, una terra di passaggio per molte genti che arrivavano da molte afriche. Popoli sfortunati caduti dentro guerre, fame e impotenza di vivere. 
Poverini, si poverini, che cercano disperatamente di attraversare il deserto per toccare quella terra infiammata da odio e di denaro che è la Libia. E che, nonostante gli echi degli orrori che di quel paese si conoscono, resta ancora nell’immaginario dei disperati il modo più facile per arrivare in Italia. E da li dovunque in Europa. 
Ma la Libia, come solo certi giornali raccontano (primi di tutti L’Avvenire e La Stampa, perché troppi latitano vergognosamente) è diventato un lager universale. 

Gli immigranti arrivati alla frontiera vengono subito rapiti e incarcerati, violentati e torturati da coloro stessi che li hanno accompagnati o aspettati dentro agguati e trappole. Da veri orchi senz’anima. 
La ragione? Sempre e solo il denaro. 

Queste molte atrocità avvengono in quelle che il nostro ministro dell’interno propaganda per luoghi sicuri, aggiungendo che torture e violenze sono solo leggende lunari.
Così per spiegare agli italiani che gli credono e che risponderanno alle mie righe con i brutali insulti d’abitudine, cercherò invece in questi giorni di dirvi delle storie e delle odissee di tanti adolescenti sopravvissuti alle orrende torture e di fanciulle che devono sopportare la vergogna e la pena di aver subito violenze atroci, portando dentro i figli di coloro che le hanno seviziate. Perché io le ho incontrate.  

Vi dirò di ragazzi a cui è stata tagliata la lingua perché non potessero raccontare l’atroce verità del loro calvario. Perché io li ho visti.

Di bambini che hanno convissuto giorni e giorni coi cadaveri delle madri accanto con la vagina sfondata, perché i loro carnefici non si degnavano nemmeno di dar loro degna sepoltura. 
Perché io ho sentito i loro racconti con le mie orecchie. 

Di uomini e donne che hanno bevuto la loro urina e hanno pregato solo di morire presto piuttosto che affrontare altre sevizie. Perché io ho visto i loro video girati con cellulari nascosti perché quelle immagini fossero la memoria della vergogna. 

Insisto. 
Tutto questo é avvenuto e avviene ogni giorno nelle carceri governative e in quelle di miliziani senza scrupoli in Libia. Una realtà che perfino Papa Francesco ha potuto scoprire dalle immagini che gli sono state consegnate. Una verità che ho ascoltato minuto per minuto da  ragazzi e ragazze, da donne e da uomini, selezionati dall'UNHCR (l’alto commissariato per i rifugiati dell’ONU ha avuto il permesso sporadico di entrare in quelle prigioni) come i più vulnerabili, e che sono stati evacuati (liberati) da quelle carceri per essere portati per l’appunto in Niger.

Il lavoro che sta facendo l’UNHCR è unico e mirabile. fa parte di un progetto chiamato ETM (Emergency Transit Mechanism) che dal novembre del 2017 a Luglio di questo anno ha salvato dagli aguzzini libici e dalle loro galere di tortura 1.536 persone che aspettano a Niamey (capitale del Niger) di essere riportati a casa. Oppure di essere assegnati ai vari paesi europei. 
Un corridoio umanitario che dimostra che si può. Che si deve.
Così circa 250 di loro sono già arrivati nella terra d’Europa che pareva più adatta a loro.

Proprio in questi giorni un volo con altri fortunati dovrebbe partire per Niamey. Ma la Libia è ancora a ferro e fuoco. Le milizie del presidente Al Saray e quelle del generale Haftar, che comanda la cirenaica ribelle, hanno ricominciato ad ammazzarsi per spartirsi la torta del petrolio libico. 
A tripoli una bomba è arrivata di fianco all’ambasciata italiana. L’aeroporto principale è chiuso. Centinaia di persone che avevano già visto e sperato la salvezza dovranno aspettare o scomparire per sempre, come accade spesso, in quell’inferno.  

Quello che segue è un video che mostra gli immigrati a Tripoli in fuga dopo il bombardamento di qualche giorno fa. La situazione nei laghetti è allucinante. I carcerieri sono scappati lasciando centinaia di persone senza acqua ne cibo. E i trafficanti di esseri umani non aspettano altro che catturare i fuggiaschi per ricominciare a metterli sui gommoni della morte. 





Stella Pende

lunedì 13 agosto 2018

Vaccini: lettera di un medico alla Senatrice Taverna



Faccio mia questa lettera aperta scritta da un medico competente.
Che i politici possano rifletterci. 

Sappiamo che la sensibilità ed il rispetto della PERSONA fa parte del DNA di ogni Operatore Sanitario 

Cara Senatrice Taverna,
sono estremamente delusa come italiana, come cittadina e come medico, da quello che ha detto in materia di vaccini.
Ha reso questo paese non più libero ma oppresso dall’ignoranza e dalla cecità

Ogni anno milioni di volontari sanitari rischiano la vita in giro per il mondo per salvare migliaia di piccole vite da malattie che hanno decimato intere popolazioni.
E noi, del mondo ricco e civile, torniamo indietro di mille anni contro ogni ragione.
I nostri bambini non sono bestiame. Sono solo bambini a cui garantiamo un futuro.
Perché non proibiamo anche tutte le altre scoperte scientifiche che hanno cambiato la sopravvivenza dell’uomo moderno e che hanno comunque possibili complicanze?
Proibiamo TUTTE le chirurgie.
Proibiamo il vaccino anti HPV contro i tumori della cervice uterina.
Proibiamo LE CORONAROGRAFIE CON PCI primarie che ogni giorno salvano la vita a centinaia di persone colpite da infarto.
Proibiamo la trombolisi primaria per tutti i pazienti colpiti da ictus cerebri.
Proibiamo le trasfusioni.
Proibiamo gli antibiotici.
Spegniamo la luce...torniamo nel medioevo.

Ma non ci chieda poi, a noi medici, di fare miracoli che volete distruggere.
Non ci chieda di piangere la morte dei nostri bambini. 
La piangiamo da oggi. La piangeremo domani. Impotenti davanti ad una “politica” che riduce a voti politici e twittate la scienza.

Mi vergogno onorevole.
Mi vergogno profondamente. 
Mi vergogno di essere rappresentata da lei e chi pensa sia giusto non vaccinare.
Mi vergogno di stare in un paese in cui le decisioni sulla sanità e sicurezza pubblica, perché è di questo che si tratta, vengono prese da persone non preparate sulla materia, non adeguate nemmeno lontanamente al parlarne pubblicamente e criticamente.
Per fare il mio lavoro, il medico anestesista rianimatore, ci vogliono 6 anni di università, 1 anno di abilitazione statale e 5 anni di scuola di specializzazione. Ci occupiamo di vite. È normale. Doveroso. Importante.
Per fare il suo lavoro Senatrice, basta prendere voti. Parlare sui social. Avere fortuna. Essere nel momento giusto con le persone giuste e al posto giusto.
E questo non è giusto.
Perché voi per un voto condannate il nostro paese al ritorno delle malattie che avremmo dovuto debellare.
Condannate bambini al rischio di non poter crescere.
Condannate noi a guardare il vostro irresponsabile scempio con responsabile impotenza.

È un mondo ingiusto il nostro Senatrice.
È un paese ingiusto il nostro.
Ma soprattutto è ingiusto che chi come Lei, accompagnata da cattivi consigli ed ignoranza dovuta al suo non essere competente in immunologia e malattie infettive, non sarà costretta a vedere un bambino morire di morbillo. 
Lei non lo farà.
Lei e i suoi colleghi politici amanti dei selfie, dei social, dei video mentre siete al lavoro...non li vedrete.
E quando sarà il momento...darete la colpa qualcun altro.

Dorma bene Senatrice stanotte.
Dorma bene Senatrice sempre.
Lo faccia anche per me. E per tutti i miei colleghi a cui ha tolto il sonno, la speranza, e la serenità.
Vorrei avere la sua ostentata sicurezza.
Vorrei poter credere ancora di poter fare il mio lavoro nel migliore dei modi in questo mio paese che non riconosco più...e di cui mi vergogno.
Dorma bene Senatrice.
E si ricordi sempre che il mio lavoro è un privilegio, e dovrebbe esserlo anche il suo.

Silvia Braccini

domenica 22 luglio 2018

La rinascita africana passa dai suoi giovani

Nella mia ultima intervista per Grazia, Letizia Moratti mi racconta la missione della Fondazione E4Impact: formare e affiancare i ragazzi africani per far fiorire l'economia del continente nero.



giovedì 5 luglio 2018

Eroi traditi. Salvini & Co contro le Ong

Migrante extracomunitario tratto in salvo dalle Ong



Al di là delle polemiche sulle navi lasciate in balia delle onde, della fame e della disperazione di cui stiamo scrivendo, al di là delle bizze tra il presidente della camera Fico e il suo compare Di Maio, vorrei offrire un piccolo spazio solo agli uomini e alle donne delle Ong sbattute, in questo tempo di caos e di “facciamo di tutta l’erba un fascio" , in prima pagina come gli ultimi mostri.. 

Per questo mi chiedo: fino a dove si spingerà la fiera miseria del Ministro dell'Interno Matteo Salvini quando definisce tutte le Ong complici dei trafficanti del mare e del dolore? 
Come si può offendere indisturbati e senza fare differenze, volontari, operatori che per ventenni e di più hanno lavorato spesso rischiando la propria vita? 
Offrendo le loro esistenze per salvare dalla fame, dalla guerra, dalla miseria, dal fuoco, dall’acqua, dalle epidemie più cattive povera gente a cui nessuno ha portato aiuto?

Al contrario del ministro Salvini, che finora deve aver avuto un’esistenza molto casalinga, ho visto in giro per il mondo e coi miei occhi gli operatori di Medici Senza Frontiere, di Save the Children, di Intersos, di CIAI, della fondazione Rava, di Emergency, di SoleTerre e di mille altre Ong, offrire la propria opera con generosità e coraggio immenso.
Chi ha fronteggiato pestilenze come l’ebola e il colera? Gli operatori delle Ong che rischiando la vita hanno curato migliaia di moribondi negli ospedali che traboccavano di appestati? Chi ha soccorso nei campi profughi e nei mari del mondo milioni di rifugiati che arrivavano stremati e feriti? Perché la gente che applaude la Lega e i leghisti in tv, non provano a pensare al lavoro utile e potente che le Ong hanno fatto in questi anni? Perché continuare a tollerare che questi signori, spesso eroici, vengano coperti di fango?


Stella Pende

martedì 3 luglio 2018

Vietato salvare. E in Libia sbarcano i (piccoli) cadaveri

bambini morti in mare in Libia


Bambini vestiti a festa per festeggiare la morte. 
Piccoli, piccolissimi, scarpette rosse e maglioncini a pois in tinta. La testa bionda color angelo abbandonata e senza vita. Forse si trattava di tre fratelli. Il più grande ha vissuto solo 4 anni, gli altri qualche mese. 

In quella foto che Il Fatto Quotidiano e L’Avvenire hanno avuto il coraggio di pubblicare in prima pagina, perfino gli uomini della marina militare libica, avvezzi a qualunque violenza, tengono in braccio i loro corpi con delicatezza e rispetto. 
Sono affogati al largo della Libia insieme a 100 persone. La barca di legno era vecchia e si è aperta come una noce marcia in mare. I passeggeri, siriani, yemeniti e africani, fuggiti da guerre e torture, hanno cercato di resistere alla cattiveria dei flutti per un’ora. 
Poi si sono arresi.

La guardia navale libica è arrivata dopo.
Troppo tardi. 
Se ci fossero state le navi delle ONG, demoni acquatici così maledettamente evocati dal signor Matteo Salvini, quei piccoli disperati sarebbero salvi? 
Una salvezza che avrebbero pagato forse con umiliazioni, attese infinite, viaggi in altri paesi al buio. Ma la loro vita non sarebbe stata ingoiata dal mare e in un’ora a causa di un editto che condanna a morte migliaia di povere persone. 

"D’ora in poi le ONG straniere, complici degli scafisti, non vedranno più una costa italiana"

ha detto il Ministro dell’Interno Salvini più che mai fiero e sorridente. I risultati si vedono e si vedranno per tutta l’estate ministro. 
“Cosi’ facendo non partiranno più” ci spiega ancora Salvini insieme al suo paggetto Conte. 

Non ci siete mai stati, cari signori parlanti, nei paesi da dove scappano questi bambini, queste madri, queste famiglie. 
Io si. E i colleghi giornalisti che fanno il mio stesso lavoro possono raccontarlo. Se la gola non si spezza. 

È gente che non possiede più casa, lavoro, futuro. Che ha perso famiglie intere spazzate via dalle bombe, che ha raccolto i pezzi di figli e padri con le carni dilaniate. È gente che mangia vermi per resistere alla fame, che sogna un'altra terra generosa, come la nostra, dove qualcuno gli dia l’aiuto che merita. 
E ancora mi dispiace per il lungo elenco, è gente che attraversa il deserto sapendo che può morire di sete, che si butta dentro carriole dell’acqua fatiscenti pur di scappare dagli orrori terribili che ha subito nelle galere libiche tanto elogiate dai nostri politici interventisti. Fanno summit in Europa. Trovano, cercano, giustamente, una soluzione al dramma dell’immigrazione che deve poter essere affrontata dividendo seriamente le quote di coloro che cercano rifugio. 

L’Italia non può, non deve essere lasciata sola. Ma lasciare affogare i più deboli non può essere una soluzione. Non lo sarà. Perché continueranno a partire signori miei. Continueranno a farlo. 

“Qualunque pericolo, qualunque scenario è meglio di quello che abbiamo lasciato. Meglio morire” 

Questo mi hanno detto in Siria, in Libia, in Nigeria. Partiranno ancora e quei bambini orfani di futuro come quelli della fotografia, ci peseranno sulla coscienza, se ce ne resta una, visto i like che raccolgono le parole del prode ministro. 

Quelle ragazze affogate mentre abbracciano figli e sposi ci faranno piangere. Se abbiamo ancora lacrime, considerati i sondaggi che danno la Lega e il suo papa al 31% del gradimento degli italiani. 
Si proprio il gradimento, gli applausi, il “dai bravo Matteo che ci aiuti ad evitare l’invasione dei mostri” è la prova, come dice il mio amico Domenico Quirico, che l’Italia ha perso il senso dell’umanità. 

Non c’é più una differenza tra esseri umani ed essere umano in questo paese di brava gente? 
Io credo di si. 
E se qualcuno l’ha persa trovi il coraggio di “incontrare” oggi la foto di quei bambini affogati da soli.  



Stella Pende

lunedì 4 giugno 2018

Argo e l'orco. L'ennesimo cucciolo torturato.

Argo,
Chiamiamolo così, era un cucciolo di sei mesi. 
Qualcuno ad Alatri (Frosinone) ha pensato bene che non serviva più a divertire i bambini in casa e l’ha sparato dalla portiera di un auto.

Argo ha vagato solo e zoppo per strade e campi. Finché non ha trovato un giardino dov'è andato a rifugiarsi. 
La sua condanna. 

Lo ha raccolto agonizzante Luca, il solito volontario che si chiama a soccorrere i poveri animali indifesi. Perché é più facile. 
Argo cercava protezione e invece ha trovato qualcuno che lo ha talmente picchiato da rompergli 8 costole. 
Si racconta che lui, nonostante le botte, ha cercato di resistere, di rimanere dov’era. Gli hanno aperto la testa con un bastone. 
Non uso mai le foto di bambini, cani, vecchi feriti o agonizzanti. 
Cerco di parlare, di raccontare di capire. 

Adesso sono stanca. 

Tutto è vano. Parlare con le istituzioni è perfettamente inutile. Sindaci, assessori e polizia locale rispondono sempre nella stessa maniera. Con l’indifferenza e le menzogne. 

Allora ecco come hanno ridotto Argo. 

Forse questa immagine farà di più che le mie mille telefonate e gli appelli volati nel nulla in questi anni. 
Grazie di avermi letta.




Stella Pende

giovedì 24 maggio 2018

domenica 20 maggio 2018

Quando il cavallino prende il posto di Fido



Finalmente si parla anche di animali fuori dagli schemi.
Il tar di Lecce ha stabilito infatti che “Maresciallo”, il mini pony biondo platino del pensionato Carmelo, può continuare a vivere con il suo padrone perché considerato per l’appunto “animale di compagnia”. 
Secondo un’imposizione del tribunale di Brindisi il signor Carmelo avrebbe dovuto allontanare il suo amato amico dall’abitazione dove insieme vivevano in grande felicità. 
I soliti amati vicini, che non riescono, guarda caso, a farsi mai i propri affari, avevano infatti lamentanto questa gravissima trasgressione della civiltà con relativa denuncia. 

"Maresciallo senza di me non ce la fa. Ma se muore lui io gli vado dietro”

aveva detto Carmelo infischiandosene altamente dell’editto anti-pony  tenendosi stretto Maresciallo. 
A lui, anzi a loro, cioè a questa coppia singolare, va tutta la nostra simpatia e l’augurio di una lunga esistenza.




Stella Pende

giovedì 17 maggio 2018

Questa strage di ombre

Scontri a Gaza, Maggio 2018


Massacro a Gaza. Si massacro, nonostante alcuni e familiari giornali continuino a titolare neutralmente “inferno e orrore a gaza”. Per far di tutta un’erba un fascio. Per non star né da una parte né dall’altra. Per mettere addosso il peso della vergogna ai palestinesi e o agli israeliani. 

Chissà? Gli israeliani si sono difesi per carità. Tra i morti arabi c’erano sicuramente terroristi affiliati ad Hamas? Avevano divise o segni speciali e fosforescenti  per essere riconosciuti e diventare bersagli legittimi per i tiratori scelti? 

Ma quanti di coloro che parlano del pericolo che i terroristi palestinesi avrebbero guadato il confine invadendo Israele hanno mai conosciuto quella terra occupata che è un carcere per un milione e mezzo di persone? Quanti sanno che se avessero un bambino a Gaza in pericolo di vita quel figlio guarderebbe ogni volta la morte perché gli israeliani possono togliere l’elettricità nelle case come nelle camere operatorie quando vogliono?
Quanti capiscono che tanta rabbia e l’odio non possono arrivare solo dall’apertura di questa nuova benedetta e maledetta ambasciata a Gerusalemme?

A proposito, onore al quotidiano religioso L’avvenire che ha urlato santamente e coraggiosamente in prima pagina “strage a Gaza”.

Resta che quello che è successo non ha pari nella storia. 
Mentre la cicognona Ivana Trump svelava la targa che annunciava la nuova vita della nota ambasciata, decine di palestinesi morivano ammazzati dai proiettili della milizia israeliana. Nessun turbamento, nessuna interruzione alla cerimonia dove la notizia dei morti era naturalmente corsa fra i presenti, le pizzette e le bollicine. Anzi.  

"Gli americani sono i nostri migliori amici nel mondo"
sorrideva fremendo il leader amato Benjamin Netanyau. In quello stesso minuto uno, due, otto ragazzi di nemmeno diciotto anni cadevano schiantati nella nebbia dei lacrimogeni per aver protestato contro quello che da molti è stato definito uno schiaffo alla storia palestinese. 

La verità? Molti nel popolo ebreo non paiono affatto stupiti, né sfiorati dalla decisione di parruchino kid Trump di spostare il suo ambasciatore americano da Tel Aviv a Gerusalemme. Le decisioni importanti, i luoghi e le voci del potere israeliano abitano già a Gerusalemme da tempi ormai remoti.



Stella Pende

martedì 15 maggio 2018

Trump il distruttore



L’amato parrucchino Kid Trump ha dimostrato finora di essere assolutamente imbattibile a spezzare ogni accordo, ma non di avere la lungimiranza strategica, l’intelligenza politica né la pazienza per costruirne altri.

"Abbandonare l’accordo sul nucleare iraniano ci regalerà una posizione strategica migliore. l’Iran farà marcia indietro e limiterà il suo progetto missilistico" 

Non è un film che abbiamo già visto? Ricordate le parole di Trump quando aveva annunciato il ritiro degli USA dall’accordo di Parigi sul clima? 
Beh, Donald lo aveva descritto come “una truffa”  per l’America. Ma quando nel giugno 2017 ha raccontato al mondo di volerlo abbandonare ha aggiunto anche la promessa di essere pronto a rinegoziarlo. 
Bene, non solo non abbiamo visto nulla di tutto ciò, ma la sua amministrazione continua a sparare contro qualunque tipo di protezionismo per l’ambiente e a smantellare ogni legge che lo protegga. 

Donald aveva anche assicurato una politica vincente per la pace in Medio Oriente. Non c’è mai stato caos più infernale in quella terra da quando Trump è diventato l’imperatore supremo dell’America. 

Infine non dimentichiamo le sue critiche ad Obama sulla questione della sanità
"Con noi avrete un assistenza sanitaria più accessibile” aveva detto. 

Tornando a bomba: è molto possibile che l’Iran, approfittando di questo schiaffo davanti al mondo, si sentirà in diritto di riprendere un consistente e pericoloso programma nucleare
Verosimile anche che tutto ciò apra le premesse per aprire un terribile conflitto in Medio Oriente e mini la possibilità di arrivare a un buon risultato negli accordi sul nuclerare con la Corea del Nord. 
Perché se con Theran la guerra è un pericolo bollente con la Corea del Nord e il suo rotondo e feroce presidente lo è molto di più. 



Stella Pende

domenica 13 maggio 2018

sabato 5 maggio 2018

Non dimenticare la Siria

città Siriana distrutta


Tornare sulla Siria. 
Non dimenticare che quasi mezzo milione di poveri innocenti hanno perso la vita per una guerra che pare infinita. O che altri vogliono senza fine.
Distratti dalle schizofrenie politiche dell’Italia in attesa del governo, i nostri media sembrano aver dimenticato e cancellato gli ultimi e feroci fatti siriani. Giornali e tv imparano sempre meglio a cavalcare indignazione e commozione e poi a digerire il tutto per sposare un altro sdegno che sarà consumato in un batter d’occhio…

Invece alla Siria penso giorno e notte.
E so, e sento, che l’attacco contro i depositi di armi chimiche dalla parte degli USA non frenerà certo la bulimia di morte di Assad rendendo, se è ancora possibile, i russi e l’Iran ancora più forti.
Il signor Trump infatti è stato assolutamente attento a non sfiorare neppure le truppe russe presenti in Siria, per non compromettere davvero i rapporti con Putin.
Il gatto nero Iran può ridersela sotto i baffi perché il potere siriano, suo degno compare, non è stato affatto indebolito. Anzi.
Bashar Assad non esce affatto dal palcoscenico e si prepara a bombardare e a sterminare i brandelli di terre, di città e di villaggi ancora in mano all’opposizione.
Dopo aver definito “animale” il suo finto nemico siriano, il presidente americano si è preso il contentino di lanciare qualche razzo per dar la prova al mondo che il più forte era ancora lui.
Nel presente gli ispettori internazionali non ci diranno mai certamente se l’orco di Damasco ha usato i suoi veleni. Semplicemente perché non avranno mezzo, dopo tanto tempo, di scovare prove valide.

Una  citazione che è la tac precisa di ciò che sta avvenendo in Siria. Il foglio arabo Al Hayat dice: “Ancora una volta il mondo arabo è considerato come terreno di aggressione o di vittoria. Nel totale disinteresse per il dolore del popolo siriano”.



Stella Pende

venerdì 20 aprile 2018

Siria: una guerra di comodo e di comodi

Guerra Siria Trump e PUtin
La guerra è scandalo. La guerra è morte. La guerra è dolore. 

Dal 1993, anno in cui sono inviata a Sarajevo per raccontare la guerra in Bosnia non ne ho persa una. Dopo Sarajevo, Belgrado, poi le Afriche in lotta con le loro tribù, l’Iraq, il Libano e adesso la Siria. E sempre ho visto e sempre ho capito quanto l’unica e l’ultima soluzione della guerra non sia mai la pace. Ma la distruzione e la divisione. 

Comunque, mi sento di dirlo, trovo la meraviglia, la sorpresa e la paura di un nuovo conflitto mondiale una reazione abbastanza ingenua. 
Tutti, in questo che pare l’epilogo della lurida guerra siriana (e che non lo sarà perché questa vergogna deve ancora vedere la parte peggiore) hanno fatto la loro parte. 
I siriani usano le “bombe avvelenate”, al gas nervino come al cloro, da sempre. 
La famiglia Assad è tristemente famosa per aver ucciso centinaia di nemici e di civili innocenti con lo stesso mezzo. I siriani hanno promesso anni fa di distruggere i loro vulcani di veleno? L’America e il mondo hanno fatto finta di crederci. Inoltre perché dimenticare tanto facilmente che i russi, ottimi e grandi compari del governo siriano, usano con piacere e abbondanza i veleni più sofisticati per avvelenare, come la cronaca recita, spie, ex agenti e giornalisti? 
A nessuno è venuto in mente che l’amico Putin potrebbe aver rifornito il suo più vicino alleato di tali ordigni mortali? 

Veniamo agli americani che già il 7 aprile dell’anno passato avevano”punito” Bashar Assad per i suoi  feroci delitti di guerra. 
Cosa avrebbe dovuto fare Trump davanti alle fotografie di bambini e neonati morti con la faccia coperta di schiuma? 
Cosa avrebbe dovuto fare davanti alle immagini di madri e padri disperati che cercano invano di far respirare figli cianotici? 
Rispondere, come minimo, esattamente come ha fatto. Ma attenzione: mentre l’anno passato il bombardamento americano è arrivato al buio, oggi il presidente americano ha usato i guanti bianchi per sganciare i suoi razzi punitivi. Il signor Assad sapeva, previo telefonata del presidente USA o di chi per lui, quanti razzi sarebbero caduti sugli obbiettivi stabiliti e sapeva anche, questo è il mio avviso certo, anche qual’era il numero di razzi che sarebbe riuscito a fermare.

Un ultima osservazione: non è passato poi tanto tempo dal Russia Gate, scandalo dove si è urlata la complicità della Russia per aiutare Trump ad agguantare voti ed altro. Ieri con le sue bombe e oggi con le sue nuove sanzioni economiche il presidente americano non vuole forse far dimenticare ai media e a chi di dovere che Putin non c’entra proprio nulla con la sua gloria elettorale???


Stella Pende

sabato 31 marzo 2018

Sei lupo o agnello?

lupo e agnello insieme



Aprile 2018. 

L’ora del lupo. Nonostante secoli di persecuzione, negli ultimi anni è avvenuto in Italia un miracolo che riguarda quel meraviglioso animale selvatico dagli occhi d’oro che le nostre nonne hanno sempre usato per spaventarci. Senza mai riuscirci davvero. 

Chi di voi è mai stato fino in fondo tifoso di quella miagolosa Cappuccetto rosso? Confessate….. Ma eccoci a noi. Il lupo, cane dal muso affilato che sfida qualunque  bellezza, dopo essere stato sterminato fin quasi ad arrivare all’estinzione, è tornato nelle nostre praterie e montagne. 
Pensate: l’attuale popolazione dei lupi italiani è oggi 20 volte  superiore  a quella degli anni settanta. 
Il nemico giurato di Cappuccetto Rosso vive tra le montagne degli Appennini, ma anche nelle Alpi occidentali. Negli ultimi tempi però le sue apparizioni notturne e qualche pecora (forse molto di più di qualche… ), sparita o uccisa durante la notte hanno fatto aprire un dibattito che discute la possibilità di abbattere selettivamente variati esemplari. 

Gli animalisti, me compresa, si oppongono fortemente a questo progetto di morte. 
Primo argomento: bisognerebbe far riflettere gli assessori e i politici firmatari di una petizione al Parlamento europeo che vuole l’uccisione dei lupi (raccogliendo già 20.000 firme). 

Ma io dico: prima di prendere decisioni  tanto radicali perché non scovare la vera verità? Messer lupo è pericolo davvero reale? Per i cervi, le antilopi, le mandrie o anche per l’uomo? Quanti attacchi abbiamo avuto noi umani da parte dell’animale in questione? Quante volte gli allevatori, a cui va ogni rispetto, hanno sorpreso in castagna il killer peloso???? 
Gli allevatori, ripeto, hanno di certo le loro ragioni. Erano troppi anni che non si prendevano rimedi contro gli attacchi dei lupi. Oggi, dopo il loro ritorno, si allevano pastori belga addestrati per la difesa delle mandrie. Credo che il pastore belga non possa diventare un pericolo per i turisti come molti miei compari animalisti sostengono. Ma leggendo lo  scrittore Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega ed esperto di montagne dove vive, accolgo i suoi altri pensieri. 

“La soluzione va forse cercata nell’equilibrio di una natura che si è riappropriata finalmente dei boschi fino a pochi anni fa orfani di cervi, stambecchi e per l’appunto di lupi."

In certe zone d’Italia i cinghiali sono davvero una furia: distruggono e attaccano i raccolti. Ebbene avere più lupi che li tengono a bada potrebbe essere la giusta maniera per  salvare le coltivazioni e gli stessi animali da pascolo. Capisco che non tutti possono essere d’accordo, ma intanto prima di procedere all’uccisione di un animale che ha rischiato davvero l’estinzione, vi prego esploriamo ogni possibilità di salvezza! 

Infine approfitto per ritornare sull’emozione (e sull’angoscia) che non mi abbandonano mai vicino a Pasqua. 
Se il dibattito intorno al pericolo del lupo accende le paure di tanti allevatori desiderosi di proteggere pecore, vitelli e anche agnelli (almeno suppongo), perché i medesimi non vengono neppure sfiorati dal dubbio che immolare ogni Santa Pasqua i loro agnellini è abitudine feroce? Perché proteggerli dai lupi cattivi e poi permettere che questi cuccioli di pecorella (imitati dai morbidi peluche che la mamma ci infilava nel letto per sopire le nostre  paure di bambini) finiscano sgozzati e poi rosolati al forno? 

Infine perché gli italiani che vantano sopra ogni popolo animo gentile e generoso, devono perpetuare questo rito sanguinario quando si indignano fatalmente con “i musi gialli” che mangiano animali domestici in gabbia o con certi “arabi” barbari che sgozzano i capretti nei giorni dei loro riti preistorici? 
Rispondiamo insieme a questi interrogativi e, per favore, affidiamoci al classico e supremo uovo di Pasqua al cioccolato. 
Riflessione del pomeriggio pasquale:  vi sentite più lupi o agnelli?


Stella Pende