mercoledì 30 dicembre 2020

Poche righe. A chi importa della violenza sui diritti umani?

Ruhollah Zam, Patrik Zaky, Zhag Zhan, Giulio Regeni



Poche righe. Righe  distratte. Ultime pagine. 
Cosi si comportano in massima parte giornali e televisioni italiane davanti alle violazioni potenti dei diritti umani che, complice il Covid, passano in questi mesi in sordina. Violazioni e violenze che, guarda caso, riguardano sempre e comunque gli attori coraggiosi di ONG, di associazioni, di gruppi che, contro i governi dittatoriali, appoggiano i bisogni, le sofferenze e l’ingiustizia subita dai fragili del mondo. 

Poche righe per raccontare la prigionia di Zhag Zhan, giovane blogger e avvocata, condannata a 4 anni di carcere. 
Nel gennaio 2019 Zhag è stata la prima ad atterrare a Whan per “documentare” gli strani casi di polmonite che uccidevano gli abitanti della città. Per settimane l’attivista ha raccolto le voci di quei poveretti, dei signori delle pompe funebri, di medici e infermiere e infine quelle dei virologi per diffonderle su YouTube. Le sue inchieste hanno aiutato i cinesi a scoprire una crisi inedita e terribile molto lontana dall’allora narrativa ufficiale. Dalle sue righe affiorava una non velata critica al governo che avrebbe dato poca importanza alla pandemia, che aveva avvisato i suoi cittadini con molto ritardo... Cercava la verità Zhag e aveva raccontato che la tragedia del suo paese era quella di aver subito una reazione di minaccia e di intimidazione da parte dei suoi governanti. Una ricerca del vero che le è costata la devastazione. È arrivata in aula in sedia a rotelle, pallida, sconvolta e il suo avvocato si è appellato al Consiglio ONU per i diritti umani. 
Da domani nessuno parlerà più di lei.

Brandelli di righe per dire che Theran e i suoi aguzzini I'hanno attaccato a una corda, cioè impiccato, il giornalista dissidente Ruhollah Zam. Il suo blog Amad News era seguito da oltre 1,4 milioni di persone. Perché? Perché circa tre anni fa il portale aveva dato voce alle numerose proteste e manifestazioni esplose contro il carovita a Mashad... Zam dettava ore, luoghi e tempi di ogni manifestazione, diventata un urlo di denuncia contro il regime infrangibile e feroce degli ayatollah. Per questo peccato, a quanto pare mortale, il nostro collega è stato giustiziato dal boia. Prima di ciò è stato, naturalmente,  torturato e obbligato ad apparire alla televisione nazionale confessando il suo pentimento per aver tramato contro i signori di Theran. La cattura di Zam è ancora nebbiosa. Dopo essersi nascosto a Parigi e aver continuato a pubblicare notizie e scandali nel suo paese, Ruhollah viene arrestato in Iraq dove lo attendeva, pare, una trappola...

E ancora e ancora... a poche settimane da questo orrendo crimine, assistiamo alla lunga, e di certo ingiusta odissea di Patrik Zaky, attivista e ricercatore dell’università di Bologna arrestato  il 7 febbraio scorso e ancora oggi blindato in una cella egiziana. La sua colpa? Quella di aver diffuso false informazioni, ma soprattutto di aver promosso proteste e manifestazioni non autorizzate. 
Stessa accusa. Stesso copione. 
Usati, come fotocopie di killer consumati, dai preti barbuti iraniani come dal presidente egiziano Al Sisi che, non contento di aver fatto torturare e ammazzare Giulio Reggeni, continua a violare il diritto di difesa di ogni cittadino. La ragione è semplice. Al Sisi sa che i governi europei, democratici e garantisti, non compiranno mai vere e definitive azioni di ribellione nei suoi confronti. Al proposito ricordo che i giudici di Roma hanno appena dimostrato la colpevolezza (due testimoni lo hanno provato) dei militari egiziani nell’assassinio di Giulio, ma l’Italia non ha ancora fatto ciò che un governo ferito a morte doveva fare: ritirare l’ambasciatore italiano dal Cairo. 
La spiegazione di tale comportamento non verrà mai svelata. 
E se accadrà saranno ancora una volta poche righe.


Stella Pende


mercoledì 23 dicembre 2020

Natale da soli. Aiutiamo i fratellini di Cuneo

Bambina sola trascina orsetto di peluche



Quello che ci aspetta è un Natale diverso, lontano dai sontuosi cenoni classici, dove le famiglie si incontrano e si abbracciano, ritrovando ricordi e radici. 

Io, eterna ottimista, ho cercato di trovare una piccola luce dentro questo buio. Ho pensato: forse, come accade spesso nell’amore (in amor vince chi fugge) questo vuoto natalizio, questa suprema festa tanto ferita ci farà ritrovare l’importanza e la vera felicità del Natale...
Forse la mancanza di nonni, figli, cognati ,di congiunti, come li chiamano, ci farà guardare in modo diverso alle penali, fatali, di quel giorno assiepato di parenti. Alla troppa invadenza  della suocera in cucina, infondo premurosa, all’austerità di un nonno, in realtà burbero benefico... È una speranza la mia, lo so. 

Bisogna dirci però che l’Europa e anche l’Italia  hanno cercato in tutti i modi di proteggere il Natale dei bambini. Per loro Gesù bambino nascerà alla solita ora e Babbo Natale arriverà la notte del 24 sulla sua slitta trascinata da renne stellate... Insomma "Il Natale resta dei bambini" è  il coro unanime. 

“Loro non devono sentire né soffrire di questa malinconia che respiriamo”
“Ai figli non bisogna negare carezze e baci”

...Peccato che ci sono anche figli, bambini, ragazzini per i quali questa promessa non può essere mantenuta. Parlo dei migliaia di figli che, per ragioni gravi di famiglia, mancanza di genitori, papa’ o mamma in carcere... passeranno il Natale in comunità dove, per carità, si farà di tutto per coccolarli a dovere, ma dovranno comunque affrontare la loro festa senza famiglia. 
A loro va tutto il mio cuore e la mia commozione. 

Ma c’è un caso a Cuneo di cui voglio parlarvi. C’è una tragedia che non mi fa dormire, che non mi fa trovare pace né ragione. 
È una brutta storia dove la mamma ci sarebbe stata. Anzi quella madre ha pregato, supplicato fino ad oggi che i suoi 4 bambini, la più piccola di sei anni, l’altra di 14 e poi due maschi di 11  e 16 anni, potessero passare almeno il giorno di Natale con lei. 
Invece no!  
I professori di cuori e di cervelli infantili, ma anche i padroni del destino di questi figli, giudici, psichiatri, assistenti sociali, hanno deciso che non solo quella madre non  potrà vedere i suoi  figli per una settimana di vacanza, ma che i ragazzini e i bambini non potranno lasciare le loro comunità nemmeno il giorno di Natale.

La storia è lunga. Cercherò di raccontarla nei passi essenziali. 
Nel marzo del 2018 la mamma in questione si separa consensualmente dal marito (i due decidono di non creare problemi ai figli con inutili guerre) con l’accordo che il padre debba vedere i figli tutti i mercoledì e nei weekend alternati. Nell’agosto dello stesso anno i bambini cominciano a rifiutarsi di incontrare il padre... 
Nel successivo mese di agosto la donna denuncia il marito per abusi sui figli (confessati dai ragazzini  soltanto in quei giorni), qualche tempo dopo il padre scrive una confessione dove ammette di aver toccato una delle bambine. Per poi rinnegarla e negarla subito dopo. “sono stato ricattato e forzato dalla mia ex moglie" dice ora. 
Così, guarda caso, dopo la denuncia quella madre viene dichiarata colpevole di alienazione familiare in quanto soggetto psichiatrico. A quel punto i bambini vengono prelevati a scuola e portati a casa dei nonni. Paterni naturalmente. Lì vengono pressati e stressati dai nonni (ci sono registrazioni al riguardo) affinché cambino la loro versione dei fatti. Il soggiorno non va bene. I nonni si dichiarano impotenti davanti ai comportamenti insopportabili dei nipoti. Così, una mattina, i carabinieri entrano dalla finestra, bloccano tutte le uscite e scortano i 4 figli in comunità. Attenzione: tutte diverse tra loro affinché non possano parlarsi. 
Fino ad oggi dove i ragazzini sono disperati. Chiedono TUTTI la stessa grazia: tornare dalla madre. 
Nel frattempo la mamma viene assistita da un noto avvocato Domenico Morace che, nonostante le  richieste  continue di ascoltare i bisogni e il dolore di quei figli, non riesce a trovare giustizia per aiutare i poverini. Inutile dire quante udienze, quanti rimandi, quante iniziative inquietanti siano entrate in questa storia dove le autorità sembrano non accettare le ragioni della mamma. Per quanto riguarda il padre, Il processo penale per accertare la verità sugli abusi subiti dai figli sarà celebrato a Gennaio... Non voglio aggiungere nulla. 

La speranza è che la verità venga, prima o poi premiata, accertata, trovata. E insieme alla verità anche la giustizia che si deve comunque  ai diritti dei bambini.

Quello che chiedo, è ovvio che deve essere una vostra scelta ,è di aiutare questi figli infelici a ritrovare la pace, la serenità e la vita. Gli unici che possono, a questo punto, “far vero” il miracolo restano il ministro della Giustizia Bonafede con i suoi sottosegretari Ferraresi e Giorgi. Non si può, non possiamo restare indifferenti e  sordi, come è accaduto sin ora, davanti a tale dramma. Non possiamo abbandonare questi figli. Dunque scrivete sui vostri social, parlate di loro, ma soprattutto firmate la petizione per chiedere l'intervento del ministero sul caso dei quattro fratellini. 

Cerchiamo di aiutarli.  
Per favore.

Vi saluto e vi auguro buone feste con un video che ha realizzato la mamma di questi ragazzi per loro.


Stella Pende





mercoledì 9 dicembre 2020

Confessione Reporter è Bielorussia: un popolo in lotta contro la dittatura



Quella che vedrete mercoledì 9 Dicembre su Rete4 è una puntata a cui teniamo tantissimo e che aprirà un sipario finora buio su uno di paesi più piccoli dell’Europa orientale, un paese però con  un cuore davvero coraggioso: la Bielorussia

il covid è stato detto, ha ingoiato tutti i fatti del mondo: è vero, e tra questi anche l’ultima eroica rivoluzione di questa terra contro Lukaschenko, efferato dittatore, che ha regnato per 26 anni mantenendo in funzione l’unico ufficio del KGB al mondo. 
Ad agosto però Lukaschenko ha perso le elezioni, vinte da una giovanissima donna Svetlana Tkhanovaskaja, ma da bravo dittatore ha pensato bene di falsificarne, come avrà fatto troppe volte, i risultati.  
Così per la prima volta il suo popolo, che ha sempre creduto in lui , lo ha rinnegato. 
A Minsk e in tutto il paese sono cominciate appassionate manifestazioni per tornare ad elezioni libere
Come tutta risposta quest’ultimo Stalin ha arrestato centinaia di oppositori, li ha picchiati e torturati nelle sue carceri... ma il popolo da 4 mesi non si arrende, ogni fine settimana la bandiera bielorussa vola nelle strade delle città e nei villaggi, è una resistenza infrangibile di cui sono soprattutto le donne l’anima e il motore...

Seguitemi in questo nuovo entusiasmante viaggio. Vi aspetto Mercoledì 9 Dicembre in seconda serata su Rete 4.


Stella Pende

Nina Baginskaya protesta contro la dittatura di Lukashenko


 

martedì 1 dicembre 2020

FtM: Confessione Reporter racconta il mondo trasgender


La puntata di Mercoledì 2 Dicembre entra nel mondo sempre molto segreto e discusso del transgender

Ma attenzione! Non pensate, come troppi fanno ancora, a tacchi a spillo, rossetti sbavati e lucciole di strada... il decadente e scontato stereotipo del trans prostituta. 
Non è più cosi, e a Confessione Reporter vogliamo scoprire insieme una particolare famiglia del transessualismo: quello che in gergo si definisce FtM: cioè ragazze e ragazzine biologicamente femmine, che dall’età della ragione desiderano con tutte sé stesse cambiare il loro sesso con quello di un maschio

Fino a ieri quelli che cambiavano sesso erano soprattutto uomini. Le donne trans si confondevano tra le lesbiche. Erano forse rassegnate alla loro sofferenza, casi rarissimi, vite tormentate. Oggi i casi di FtM sono esplosi. Aumentati del 36% rispetto a dieci anni fa. Con coraggio ed immensa determinazione affrontano anche chirurgie al limite della fantascienza.  

Vedrete immagini e ascolterete storie che non avete mai visto, ne ascoltato. Noi stessi ne siamo rimasti turbati. Ma avrete anche una grande sorpresa: le reazioni dei genitori
Una volta avere un figlio così era solo vergogna e rifiuto. Oggi invece molti genitori sono diventati capaci di ascoltare le anime dei loro figli e di accettare le nuove forme dei loro corpi. 

Seguitemi in questo nuovo entusiasmante viaggio. Vi aspetto Mercoledì 2 Dicembre in seconda serata su Rete 4 


Stella Pende

martedì 24 novembre 2020

Confessione Reporter torna da mercoledì 25 Novembre su Rete 4


Per 4 mercoledì a partire dal 25 Novembre torna in seconda serata su Rete4 Confessione Reporter.

Coerentemente con quelle precedenti, anche questa nuova serie sarà dedicata al dolore dei più fragili, degli invisibili, di chi ha subito nel silenzio grandi violenze


Primo appuntamento Mercoledì 25 Novembre con la violenza sulle suore


Cosa c’entrano le suore con la fragilità e la sofferenza? 
Molto! 
Intendiamoci: le suore, il cuore pulsante della chiesa, possono avere vite piene, come quelle delle missionarie, delle suore di clausura, ed io non mancherò di raccontarvele. Prima di tutto però voglio parlarvi della sofferenza che purtroppo affligge molte di loro. 

Molte, troppe suore vivono in condizioni di inferiorità, sono sfruttate per i mestieri più duri, isolate, umiliate… e come se non bastasse le suore sono state e sono ancora vittime di orrende violenze sessuali. Una verità che è stata sempre negata e nascosta. 
Era affiorata, a dir la verità, tre anni fa durante un summit speciale in vaticano voluto da Francesco, che per le suore in difficoltà ha fortemente voluto una casa e un rifugio segreto, ma il vero scandalo è letteralmente esploso quando finalmente le vittime hanno parlato. 

Una dopo l’altra, vinta la paura e il silenzio, hanno raccontato in dettagli raccapriccianti anni di stupri commessi quasi sempre da chi dovrebbe difenderle di più: i preti. 

Voglio iniziare a raccontarvi questa storia da un viaggio in Francia, dove è nato un vero movimento delle religiose abusate…

Seguimi mercoledì in seconda serata su Rete4, ti aspetto.


Stella Pende



 

mercoledì 22 luglio 2020

Lui ha solo te: una campagna social per dire NO all'abbandono dei nostri amici



A causa del terrore seminato da certi insigni scienziati che hanno descritto in tv cani e gatti come possibili untori di Covid, negli ultimi sei mesi gli abbandoni di animali domestici sono aumentati drammaticamente.
Oggi, alla vigilia delle grandi vacanze, il rischio che i canili si riempiano di trovatelli buttati come stracci sulle strade aumenta.
Davanti a questa verità ho deciso di lanciare una mia piccola campagna social raccogliendo le testimonianze e le voci di amici importanti, e no, che vogliono bene agli animali. Amici che sanno quanto un cane o un gatto possono diventare una ragione di vita e di vitalità per gente d’età, bambini con difficoltà e semplici umani. 
Uno di loro, Pierluigi Raffo, fondatore dell’associazione Arcadia Onlus, ci ha aiutato in pieno tempo Covid con coraggio e generosità estrema a salvare (portandoli via da solo con il suo furgone) decine e decine di cani abbandonati a sé stessi nei canili d’Italia. 
Chiunque vorrà, ascoltando gli appelli e le parole d’amore per i nostri amici pelosi, e chiunque crede che abbandonare un cane sia un atto di ferocia e di barbarie, può destinare un aiuto all’associazione di Pierluigi:

IBAN: IT88J0821020800000000138304
Intestato a: Arcadia Onlus
Cassa Rurale di Rovereto

Un abbraccio a tutti voi e uno scodinzolio.




Stella pende

venerdì 12 giugno 2020

Topple the racists.. una persecuzione che cancella la memoria

Voglio ripubblicare la lettera scritta tempo fa a Virginia Raggi, sindaca di Roma, quando il nome di mio nonno è stato cancellato anche dalla Piazza del Policlinico, luogo al quale, l’ho già scritto, ha dedicato la propria vita. 
Non sto a ripetere l’ingiustizia e la persecuzione che Pende continua a soffrire anche da morto. Voglio solo ricordarvi che oggi, Venerdì 12 Giugno, alle 17:00 su Radio 1 nel programma di Giovanni Minoli Il Mix delle Cinque si parlerà ancora del caso Pende raccontando che, anche la sua terra, e per l’esattezza il comune di Bari, ha deciso di cancellare il suo nome dalla targa della via a lui dedicata. 

Che dire? Che, come avrete letto, questo è il tempo giusto per disertare sulla distruzione di memorie, di uomini e donne che hanno lasciato tatuaggi veri nella storia, sospetti, giustamente o ingiustamente, di razzismo diretto o sfiorato. 
Il là lo ha dato il movimento Topple the racists declina una mappa con 60 statue in vetrina in molte città inglesi di cui si chiede l'abbattimento. 
Non ultimo arriva oggi qualcuno che propone di abbattere pure la statua di Indro Montanelli nel giardino a lui dedicato a Milano... ai posteri..

mercoledì 10 giugno 2020

La piccola Zohra, torturata e uccisa per aver liberato due pappagallini

Dettaglio di un'illustrazione di Elisa MacDonald, che non rappresenta la piccola Zohra Shah



Il mostro Covid, l’ho già detto, ha ingoiato ogni mostruosità.
Non c'è notizia, fatto, orrore che possa guadagnarsi due righe sui giornali, due parole dentro radio e tv, che possa usurpare o togliere la vetrina al virus maledetto.

Anche la fine feroce di Zohra, bambina pakistana di sette anni torturata con un rasoio, e con vari oggetti appuntiti fino alla morte, per aver dato la libertà a due uccellini in gabbia. 
Si, ho intravisto proprio due righe, forzando naturalmente la mano sulle torture, perché ormai siamo affamati di sangue, non ci placa più alcuna bruttura, non bastano più le urla, i morti affogati, la fame degli altri.
Siamo assuefatti a qualunque violenza. Indifferenti davanti allo stupro dell’innocenza e dell’infanzia. Attenti e fatalmente commossi soltanto dalla “nostra” stessa paura, dal “nostro” pericolo” dalla possibilità, oddio, di vedere alleggerite le “nostre” tasche.

“Ma si sa che in quei paesi trattano cosi le donne, piccole e grandi” mi ha detto al proposito un grande filosofo nostrano liquidando cosi la morte orrenda di quella piccolina che ha voluto dare a due pappagallini, quella libertà che a lei sarebbe stata negata per sempre. 

Ma ciò che mi ha colpito è un numero che davvero pochi, sempre gli stessi (quei colleghi buonisti e filo negri come li chiamano) hanno sottolineato. E cioè che fra gli 8,5 milioni di domestici, cioè di schiavi, in Pakistan il 39% sono bambine dai 7 ai 13 anni. 
Ma come è possibile tale orridezza? Perché possiamo vivere in un mondo dove creature indifese, vendute, violentate magari dai loro stessi genitori, vengano torturate nel silenzio?

Perché l’Europa e il mondo intero non è capace di dire basta!
Perché nel 2020 dobbiamo ancora sopportare che nei villaggi dell’India le bambine prive di servizi igienici, che aspettano la notte per fare i loro bisogni, vengano aggredite da bestie umane maschili, che le picchiano e le violentano. E alla fine delle loro orge barbariche  appendono i loro corpi leggeri e puri agli alberi come trofei di caccia.
Perché in Africa, in India, sempre la stessa India così fantasticamente tecnologica e spirituale, ragazzine di 13 anni sono obbligate a sposare vecchi di 50 anni che pagano le famiglie per quel furto ignobile e se rifiutano le aspettano sotto casa per sfigurarle? 

Diciamo basta! 

Se i governi di quei paesi non puniscono con leggi radicali e vere, lunghe e severe, che ne paghino le conseguenze, economiche, sociali e politiche. Queste atrocità devono essere in prima linea nelle agende dei premier europei in visita in questi paesi colpevoli di non punire davvero killer feroci che scontano, lo sappiamo bene, solo pochi mesi, solo pochi anni di prigione.
Oggi se uccidono barbaramente un povero nero si rivolta giustamente il mondo… perché non accade la stessa cosa per una povera bambina schiava ridotta a uno straccio di sangue come Zohra?


Stella Pende

martedì 12 maggio 2020

Il Covid non ci ha insegnato niente

Silvia Romano abbraccia il padre al rientro in Italia
Silvia Romano abbraccia il padre al rientro in Italia - crediti immagine Il Post




Sgomento. 
Una ragazza sequestrata e ostaggio di pericolosi terroristi, una giovanetta affondata dentro tuguri e grotte africane per più di un anno e mezzo...

Si, proprio Silvia Romano, due giorni fa, per miracolo, torna  libera. Atterra a Ciampino e  inaspettatamente , scende dall’aereo sorridente (avrebbe dovuto forse tatuarsi in viso lividi e sangue?) ma, attenzione, è avvolta da un abito tradizionale somalo, Oddio sì, da veli musulmani. Va verso il gruppo che l’attende, arrivata non dedica troppa attenzione al Presidente del consiglio ne al ministro degli esteri (ma col Covid gli abbracci non sono un reato?). C’è un dettaglio, a pochi metri dagli uomini della politica ci sono sua madre e sua sorella. C’è suo padre. Una famiglia amata e straziata, che non vede da più di un anno e mezzo. Una famiglia che, eroica, ha saputo mantenere un doloroso silenzio, che ha aspettato per proteggere la vita della loro figlia. Silvia abbraccia la sua mamma per un tempo che sembra infinito, come i giorni senza speranza che ha passato al buio in Somalia, poi stringe sua sorella. Suo padre si inchina davanti a lei, per darle l’onore delle armi. Per dirle che è stata coraggiosa e intelligente e forte. È circondata da fotografi e cameramen: un palcoscenico dovuto al successo del governo italiano. Per questo si lascia fotografare con gli uomini delle istituzioni, sorride, non lacrima, non vuole vetrine per la sua tragedia. 

Adesso è libera. 
Starà finalmente con i suoi amati, mangerà una pizza, confesserà a sua madre  la sua verità,  le paure e il pianto. Bene i media più nobili, il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa e altri raccontano la sua storia e sottolineano, giustamente, il cambiamento  della ragazza. Parlano del mistero che avvolge la sua conversione... Ma quali sono le reazioni degli italiani brava gente e cuore di mamma? Quali sono i titoli di troppi giornali, e le fesserie ignoranti che riempiono Facebook e Instagram e Messenger? 
Eccole: ma non vedete che era felice? Ora è tutto spiegato: quella ragazzina incosciente che è andata a buttarsi nella foresta, perché ormai le ONG sono un gadget di moda fra i ragazzi, ha finito per innamorarsi dei suoi rapitori e chissà quante cose avrebbe da raccontare al proposito. Altrimenti perché si sarebbe convertita all’Islam? Proprio alla religione di quegli schifosi terroristi? Poi scusate, è evidente che è incinta, non avete visto come si toccava la pancia? Ma che cazzo abbiamo pagato noi italiani in piena crisi tanti milioni per una stronzetta di quella specie? E via dicendo...

Ma allora soffrire quello che abbiamo sofferto, accettare umiliati gli attacchi del mondo che ci condannava come untori, attraversare in silenzio la tragedia di perdere, senza la consolazione di una carezza, nonni e padri non è proprio servito a niente? Non ci ha insegnato questa discesa agli inferi per capire che una ragazzina di 25 anni, disperata e sola, che si è trovata improvvisamente preda di un gruppo di pericolosi jihadisti, può aver pensato che la salvezza era proprio nell’entrare dentro il loro mondo, convertendosi infine alla sua religione? 

Gli al Shabaab, sono terroristi molto più ideologici di Daesh. Con strategie di consenso schizofreniche: aiutano i poveri, proteggono gli ultimi e dunque molti nei villaggi affamati li difendono e ne hanno bisogno. Nello stesso tempo, come l’ultima volta, fanno esplodere bombe a Mogadiscio che ammazzano 80 cittadini innocenti, attaccano ferocemente la sede di UNHCR, oppure le basi americane degli aeroporti, come quello di Baledogle. E contemporaneamente, a quella base, fanno saltare in aria un mezzo di militari italiani. Insomma attaccano quasi sempre un Nemico eccellente dell’Islam, o un loro complice, cioè un “assassino” del popolo musulmano. Si spacciano, a loro modo, per dei giustizieri di Allah… ma, ribadisco, godono della complicità di gente umile. 

Forse Silvia, in questa sua infinita e terrificante Odissea, ha incontrato qualcuno che, pur carcerandola, ha avuto pietà di lei. Che l’ha accudita offrendole il Corano come lettura e come insegnamento. L’Islam vero, autentico, non smetterò mai di ricordarlo, non è terrorismo. Forse quest’uomo o questa donna, chissà, avevano figli della stessa età e ha cercato di consolare la sua paura. Mi pare già di leggere il disappunto di coloro che mi accuseranno di buonismo. C’è una differenza tra voi e me: io in Somalia ci sono stata più volte. Ho lavorato proprio a Mogadiscio sul terrorismo: ho toccato la tragedia di un popolo minato dalla paura, ho incontrato gli occhi delle vittime di attentati e quelli straziati dei loro familiari... Nessuno pretende di offrire e di aprire la porta della verità. Non sapremo mai la verità vera. Oppure ne scopriremo i brandelli nel prossimo libro di Silvia, figlio del suo diario. 
Se poi quella ragazza si sia legata a un somalo, se aspettasse un figlio, possibilità che mi pare lontana, chi può giudicarla? Quelli che vanno in Kenya a cercare sesso sottopagato dalle ragazze africane di 18 anni che non hanno scelta? Quelli di noi, parecchi, i cui figli, privilegiati, hanno trascorso la quarantena nelle loro case incorniciate dalle Dolomiti azzurre  o nelle campagne incantate della Toscana? O forse anche voi, padri e madri, che siete oggi in cassa integrazione, in preda alla disperazione di perdere la sicurezza della vita, voi che però avete fatto sacrifici eroici affinché i vostri ragazzi studiassero bene per avere un futuro... come possiamo noi, che abbiamo sventagliato il nostro orgoglio di essere italiani con il tricolore alla finestra, giudicare oggi, umiliare, infangare una ragazzina di 25 anni, sequestrata, spaventata, forse torturata riuscendo a dormire in queste notti? 

Stella Pende

lunedì 4 maggio 2020

Immigrazione: il coronavirus monopolizza l'attenzione ma non ferma strazi e orrori universali

Le foto dei ragazzi vittime del naufragio di Pasqua 2020


Questa peste moderna è come l’acido muriatico: corrode, mangia, uccide l’interesse per ogni altra disgrazia. 

È giusto che il covid diventi calamita di ogni attenzione, per carità, ma purtroppo la tragedia non ha fermato strazi e orrori universali... anzi. Tra questi le odissee vissuti dalle centinaia di immigrati che ancora, sperando in una nuova salvezza, cercano di attraversare il mare per arrivare in Europa. 
Tra loro, nel silenzio di tutto e di tutti, ieri ho scoperto che l’Avvenire, l’unico foglio italiano che dedica  spazio alle storie di  creature sofferenti e delle loro terre, ha pubblicato le fotografie di 12 ragazzi tra i 16 e i 18 anni, (tra l’altro uno di loro, Omar Seid, ricorda tanto mio figlio), che sono affogati senza che nessuno, soprattutto nessuna marina (quella di Malta si è coperta di vergogna per i suoi respingimenti segreti) fosse intervenuta per aiutare questi poverini a non morire. 
La loro è stata un agonia di due giorni e più, il come ve lo risparmio...

Ecco!
Non una riga. 
Non una parola. 
Ma i viaggi continuano. 

Non si illudano i benpensanti anti-negro, che il male della fame e la voglia di futuro sia improvvisamente evaporata. Ieri sono sbarcati cento immigrati vicino a Lampedusa e per domani sono previsti altri arrivi. L’immigrazione non è un “problema fantasma”.  Non è stato ingoiato dal covid-19. C’è e dovremmo metterci di nuovo la testa. E anche la pietas. 
La verità è che, essendo la questione oltre che sociale e umana, prettamente politica, l’immigrato non è più nelle nostre vite e nelle nostre rabbie, soprattutto ha finito improvvisamente di essere il nostro nemico, perché il signor Salvini, sopraffatto politicamente dalla pestilenza che ha travolto il mondo, ha perso con il covid la sua calamita di potere, la sua arma preferita per tenere in pugno troppi italiani: la paura. Il covid gliel’ha soffiata sotto il nasone. 
Ma la tragedia di quei ragazzi che vogliono solo vivere, lavorare e raggiungere le loro famiglie continua. E noi italiani e l’Europa dovremo comunque guardarla in faccia.


Stella Pende

martedì 21 aprile 2020

Confessione Reporter torna in TV con le repliche dell'ultima stagione



L'ultima stagione di Confessione Reporter torna su Rete 4. Mercoledì 22 Aprile alle 23:15 la prima puntata dedicata al gioco d'azzardo

Vi aspetto.

lunedì 20 aprile 2020

Non buttiamo via i sacrifici dei nostri eroi. Per favore.

Persone con mascherina in Piazza del Duomo
foto da Il Giorno


Battaglia, anzi guerra , tra sindaco milanese e presidente della regione placata. 
Pare. 

Beppe Sala, che non ha molti timori sulla lingua, ha prima dichiarato di essere colpito davanti a tanta contraddizione di comportamenti e di imposizioni da parte della Regione Lombardia. "Prima la regione ci consiglia il carcere a domicilio", ha detto in sostanza "adesso predica il tana libera a tutti"
Non mi pare che il nostro sindaco, ormai sono milanese di adozione anche io, abbia tutti i  torti. Anzi non mi pare che ne abbia neppure uno. 

Gli italiani, i milanesi soprattutto, non sanno più che fare. non sappiamo più dov’è il giusto e l’ingiusto. Il pericolo o l’esasperazione della mancanza di libertà, il dovere o il diritto? 
Il rischio è che gli italiani, decidano in questa nebbia di regole, di “farsi giustizia da soli”. E cioè di fare quello che a ognuno pare il meglio. Un fatto per nulla  consigliabile. 
L’immunità di gregge, consigliata dallo scarmigliato Boris Johnson, non pare aver funzionato un gran che. Che fare? 
Intanto continuiamo ad osservare le distanze e la sicurezza, l’unico modo per gabbare questa maledetta peste che sta spazzando via troppi padri e troppi nonni. 

Al proposito sugli anziani ci sarebbero mille tomi da scrivere... ma lasciatemi divagare con una sola domanda: durante le visite di figli e nipoti, nessuno ha mai notato qualche dettaglio preoccupante? Sporcizia, cibo scaduto, nonni bistrattati e sciatti? Con ogni comprensione per la tragedia di questi figli che hanno perso genitori amati e soli, la domanda rimane senza risposta. 

Tornando a noi, cioè al primo post-virus, cioè alle annunciate aperture di negozi per neonati, cartolerie, librerie e poi tutto il resto in fila per uno... credo che dovremmo seguire semplicemente il buon senso. Vogliamo, per guadagnarci qualche messa piega in più vanificare gli sforzi compiuti faticosamente per un mese e mezzo? Vogliamo schiaffeggiare l’eroismo di medici, infermieri, sacerdoti e di molti altri eroi per comprare ai nostri figli i pennarelli? Vogliamo infine dimenticare le vittime innocenti che questo alien maledetto ha ucciso con ferocia? 
No. 
Per favore.  


Stella Pende

martedì 14 aprile 2020

Coronavirus, studio italiano: avere un cane potrebbe fare da 'scudo'

alla faccia degli scienziati e virologi che hanno provocato con le loro ipotesi non provate e irresponsabili, l’uccisione e l’abbandono di centinaia di cani e gatti.


giovedì 9 aprile 2020

Perché i bimbi in povertà cresceranno di un milione

Vorrei dividere con voi questo articolo di Goffredo Buccini.
Io credo che se ognuno di noi aiutasse come può un ragazzo o un bambino in difficoltà, questa profezia di povertà potrebbe almeno essere arginata.
Se ci pensate, io, tu, noi, abbiamo certamente vicino alla nostra vita un figlio che soffre x crescere e per vivere.
Quest’apocalisse lo farà affondare nell’abbandono e nella solitudine... aiutiamolo a sopportare meglio questo tempo difficile..come possiamo.


martedì 7 aprile 2020

Quando l'uomo si ferma la natura ritorna sé stessa


Domande...

Ragazza indossa mascherina davanti allo specchio


Due domande brevi brevi. 
E grazie a chi mi può o vuole rispondere.

Inni e applausi per gli eroi che hanno permesso e costruito il nuovo ospedale della Fiera a Milano... giusta gloria per carità... Ma perché Guido Bertolaso (che se ne stava comodo comodo a curare i suoi malati in Africa e non aveva, lo so di certo, tutta questa voglia di tornare in Italia) che ha lavorato al progetto 48 ore su 48, un progetto che certamente è riempito dalla sua anima di infrangibile uomo dell’emergenza e che, alla fine, si è poi seriamente ammalato, non è mai citato in uno straccio di articolo? In una sola dichiarazione delle istituzioni che gli riconoscono il bene fatto e il sacrificio? Perché Bertolaso è sparito dalla scena senza che si dessero più notizie della sua salute? Qualcuno sa qualcosa più di me? 
Ben venga!

Seconda domanda: vogliamo parlare dei romani (io sono una romana verace) che infischiandosene altamente delle centinaia di morti ogni giorno si buttano  in gregge al mercato rionale, dei genovesi che si accalcano in centro città, dei napoletani che passeggiano nella giornata di sole sfarfallando sul lungo mare come se non fosse accaduto nulla? 
E pensare che avevo tanto apprezzato il comportamento dei miei concittadini quando in tv correvano le immagini di una Roma deserta e divina com’era…..Che caspita è successo? La gente si è già stufata di non morire???


Stella Pende

lunedì 6 aprile 2020

Coronavirus: dagli al cane untore!

Cane abbandonato in un campo dentro uno scatolone


Che dire davanti a una amica volontaria, di cui non voglio citare il nome perché altrimenti rischia il posto, e forse anche la vita, che racconta singhiozzando che in Calabria ammazzano i cani come mosche? 
Come consolare una valente dottoressa in veterinaria come Delicata Allegrini che denuncia preoccupata l’abbandono di troppi animali domestici negli ultimi giorni? 
Che pensare davanti alle parole di Gigi Raffo, “professore” valente di cani, responsabile di molti canili in Italia, consulente di associazioni, etc... che mi confessa triste che i canili si sono riempiti di cani “rifiutati”. Piccoli, grandi... cani che hanno vissuto in famiglia sino ad ora, che amavano il loro padrone e che si ritrovano oggi carcerati innocenti? 

Che tutta questa caccia al cane e al gatto untore l’ha creata (involontariamente?) la scienziata virologa di fama internazionale Ilaria Capua, la più intervistata della nostra tv, la più creduta, la più stimata... ecco le sue parole:

"Con il primo contagio da covid-19 su un gatto è arrivato il colpo di coda che ci aspettavamo. Essendo un virus di origine animale ora torna ad infettarli... bisogna cosi gestire anche l’infezione degli animali…e questo sarà un grande problema di gestione sanitaria”

Questi i primi pensieri davanti a un gatto, si un gatto, infettato dai padroni tutti e due ammalati... quello che è accaduto del resto fino al 2 aprile scorso dove i 4 casi di animali domestici, sempre nel mondo, documentati sono sempre e certamente stati contagiati dai loro padroni... 
a nulla sono valse le risposte e le precisazioni del ministero della salute e di Animal Health. 

La scienziata ribadisce l’avvertimento rimanendo sulle sue posizioni. Nessuno dei miei colleghi, per carità, osa contraddirla, è o non è la stella del momento? 

Una domanda sola: è giusto rilasciare interviste che accendono un allarme sicuro e pericoloso per i nostri animali e per noi stessi, avendo a disposizione cosi poca evidenza scientifica? È giusto condannare, perché le sue parole quello hanno ottenuto, animali innocenti che casomai abbiamo impestato noi, senza aspettare di avere certezze più concrete? Il commento di uno dei medici che mi ha scritto sdegnato suonava così 
"Cosa vuoi che gliene importi a una come lei che come tutti gli scienziati sugli animali fanno esperimenti e di più"

Ecco, per stima e solidarietà femminile, io non credo che la dottoressa Capua meriti di essere liquidata così duramente. Però ricordo i suoi primi commenti quando a febbraio il virus stava mostrando la sua faccia da alien. 
Sempre da una sua intervista in quei giorni: "Mentre da un lato la contagiosità ci preoccupa, dall’altro ci conforta il fatto che il coronavirus non ha mostrato sin adesso caratteristiche di elevata letalità. Faccio esempio: un conto sono 25 morti su 500 infetti, un altro sono 25 vittime su un milione di soggetti contagiati” 
La signora Capua non poteva avere la palla di vetro. Non poteva prevedere che questo maledetto orco virale avrebbe ucciso migliaia di poveracci al mondo... 

Ma, io dico, memore di aver già preso un bel granchio, sarebbe forse più giudizioso non lanciare profezie che rischiano di essere ancora una volta smentite. 



Stella Pende

venerdì 3 aprile 2020

Centro Diagnostico Italiano propone un servizio di consulenza telefonica gratuita in ginecologia

Si parla giustamente di medici e infermieri eroici negli ospedali… il loro coraggio rimarrà nella storia di questo paese. 

Volevo segnalare però che anche dal “privato” è arrivata un’idea, un’iniziativa che vuole aiutare donne sole e sofferenti.


Il CDI - Centro Diagnostico Italiano ha messo a disposizione un servizio di ginecologia telefonico che risponderà dalle 9 alle 12 dal Lunedì al Sabato, a tutte le ragazze, mogli, madri e figlie con problemi ginecologici.
Una di questi dottori è, non a caso, la mia dottoressa, Roberta Dacco'. Donna Valente, sapiente e generosa ginecologa a Milano.
“Mi chiamano ottantenni che, sole, non riescono a capire disturbi e infezioni… ma anche ragazze di Bergamo isolate per lo Tsunami che ha colpito la città. A tutte cerco di dare una consulenza medica seria, ma anche una carezza all’anima. Aiutare le donne in questo momento mi fa felice”.

Non dimenticatelo.


martedì 31 marzo 2020

Creatività pastorale ai tempi del Coronavirus

Padre Giuseppe Corbari ha stampato le foto dei suoi fedeli e le ha messe in Chiesa


Una piccola chiesa dalle volte dorate con i banchi tappezzati dalle fotografie dei suoi parrocchiani. Nonni e padri , mamme e figli. Tutti sorridenti. I bambini ai primi posti, e dietro genitori e famiglie. Proprio come quei fedeli usavano sedersi nel "tempo di pace"  durante la Messa. 
Padre Giuseppe Corbari, vicario parrocchiale della Chiesa dei Santi Quirico e Giulietta a Robbiano, paese della Brianza, ha deciso di riempire così, domenica scorsa, il vuoto di una messa orfana di fedeli per ragioni di sicurezza. 

"È stato il desiderio di 'vedere' comunque i miei parrocchiani durante la celebrazione. L’idea l’ho lanciata attraverso il canale Telegram della parrocchia, quello che uso sempre più spesso per passare pensieri, riflessioni e preghiere ai fedeli. Ho chiesto: se potete mandate un vostro ritratto che lo metterò in chiesa. Beh, sono stato sommerso da foto nel cellulare, ci ho messo un pomeriggio per stamparle tutte"

Creatività pastorale. 
Davanti alla banalità del male, ecco la fantasia del bene degli uomini di chiesa che non si rassegnano a restare lontani dalla loro comunità, che si impegnano, in questo tempo di Coronavirus, per combattere la solitudine dei credenti, per fargli arrivare calore e affetto.

Ma il Covid-19 ha portato nel pianeta dei pastori più rivoluzionari, per lo più semplici parroci, una nuova arma per sconfiggere il deserto delle loro chiese: quella di Internet. 
Frequentata timidamente già  dai religiosi più “moderni”, oggi la Rete è diventata la stella della crociata antivirus. I “social santi” in questo periodo pullulano letteralmente di blog di stampo clericale, video con interventi,  preghiere in streaming e rosari corali  su YouTube.  

"Quanto a Telegram abbiamo ormai almeno 250 iscritti fra le famiglie. Ma la soddisfazione più grande è trasmettere l’Eucarestia festiva in streaming e perfino gli esercizi spirituali della Quaresima"

Un esempio che perfino Papa Francesco, da sempre refrattario alle diavolerie della tecnologia, ha deciso di seguire per la sua messa domenicale nella chiesa di Santa Marta. La tecnologia però và a tutta forza soprattutto fra chi, nella Chiesa, si occupa di adolescenti e ragazzi. Chiusi oratori e incontri ecco arrendersi a Internet anche un prete novello di anni 27, assistente dell’Azione Cattolica ragazzi a Piacenza, città massacrata dal virus. 
Racconta Don Simone Tosetti "i tanti gruppi whatsup, che prima nelle classi ci hanno fatto diventare matti, oggi sono diventati le piazze virtuali e ideali per seguire da lontano queste loro vite spesso ferite da gravi perdite di nonni e genitori"

Ma c’è chi ha osato, e oserà promette, molto di più. 
Un applauso tuonante ha concluso domenica 8 marzo la messa della chiesa romana di San Gabriele dell’Addolorata. Ma non perché qualche gruppetto avesse infranto le regole entrando nella parrocchia. Applausi e canti sono arrivati infatti dalle finestre e dai balconi intorno alla basilica. I 4 sacerdoti della parrocchia , acrobati di Dio, si sono arrampicati fino al tetto dove, complice la scala antincendio, hanno portato un piccolo altare con una croce e un microfono per la diretta web. “La nostra gente non può uscire di casa? Noi preti siamo chiusi qui nella canonica? Beh nessuno ci ha vietato di celebrare la santa messa sul tetto!” In verità i quattro moschettieri dell’Eucarestia non avevano annunciato che ci sarebbe stata la celebrazione all’aperto. "Avevamo realizzato solo un breve video sul nostro canale YouTube e sulle pagine di Facebook dove uno di noi sfidava il parroco con una scommessa. Se lui l’avesse persa noi avremmo celebrato la messa sul tetto"  Detto fatto. Il parroco perde la scommessa misteriosa e si parte all’assalto dei tetti. 
La celebrazione è avvenuta accanto al campanile e vicino alle parabole satellitari. Il suono amico delle campane ha annunciato l’inizio, l’amplificazione e lo streaming hanno fatto il resto. Risultato tutto, o quasi, il quartiere Don Bosco intorno alla parrocchia, ha seguito commosso ed entusiasta la messa dal vivo. 
Non basta. L’inventività pastorale dei 4 Don è un fiume in piena. 
È nata così una sitcom: "Vita di Canonica", una specie di telefilm a puntate dove si racconta la vita dei presbiteri nel quotidiano: dalle pulizie di fino, alla cucina di prelibatezze fino alla preparazione delle prossime invenzioni. "Questi giorni di paura hanno bisogno di essere illuminati da sorrisi e noi cerchiamo di regalarli a chi  ne ha più bisogno". Un’occasione per questi preti giovani di uscire finalmente dal seminato e dal vestito disutile del prete burocrate. 

Così, fra i parroci creativi ci sono anche quelli che si ispirano all’arte. 
Don Francesco Pesce, anima e motore della Chiesa della Madonna dei Monti a Roma ha chiamato il suo blog privato: ConAltriOcchi
Il blog si presenta preceduto da un quadro di Picasso, accompagnato da una celebre frase del pittore genio che diceva:  “C’è un solo modo per vedere le cose finché qualcuno non ce le fa vedere con altri occhi”
Al seguito, per i seguaci del blog, riflessioni del Don, ma anche meditazioni corali in streaming. “Covo la speranza che la tragedia del Coronavirus ci aiuterà a trovare quel senso della comunità che avevamo forse perso” mi dice padre Francesco "Oggi i giovani del quartiere si occupano degli anziani con un altro impegno e quando vado a suonare i citofoni delle famiglie difficili, che ho sempre seguito, non sento più gente che litiga e urla dalle case…sarò un illuso? Continuo a credere che il dolore possa diventare una colla d’amore” Vero. 
Tanto che gli iscritti al blog di don Pesce superano ormai i 250. 

Infine l’inventività dei Don Matteo italiani non si ferma neanche davanti all’assenza di mezzi tecnologici. Ce lo insegna padre Andrea Vena, parroco di Bibbiano, che non avendo Internet nella sua parrocchia si è affittato una piccola Apecar, ci ha caricato sopra la statua azzurra della Santa Vergine e va in giro per i quartieri con un microfono a benedire e a consolare i suoi fedeli. 
"Ho chiesto prima il permesso al sindaco" dice Don Andrea soddisfatto "ma non credevo di ottenere tanti successi: la gente accoglie il passaggio della Madonna con canti e applausi dalle finestre. È un modo per far capire agli italiani che la Chiesa non li lascerà mai soli". Sante parole.


Stella Pende

lunedì 30 marzo 2020

Quarantena a casa: tra nostalgie e conti in sospeso

Scatola con foto e ricordi


Eccoci…..per rispondere a tutti gli amici e le amiche che mi chiedono cosa faccio, io che sono, diciamo, un filo elettrica, chiusa in casa a Milano...

Eh sì perché, purtroppo a Mediaset vanno in onda solamente le trasmissioni in diretta e io coi miei reportage sono tagliata fuori, niente troupe!!! Così approfitto (non ho più scuse) per mettere di nuovo mani al libro che sto scrivendo da lustri (storia di una madre coraggio che va a riprendersi il figlio foreign fighter in Siria durante la guerra) e scrivo e scrivo e riscrivo e riscrivo, perché niente di quello che produco mi soddisfa...
e mangio biscotti e mele e cioccolato Lindt con le noci e diventerò come Ave Ninchi, come una mongolfiera riccioluta...

Poi metto in ordine l’archivio... vecchie cassette di vecchi e, modestamente, memorabili interviste... come quella a Fedele Confalonieri dove fu lanciato il CAF... quella a Gheddafi fatta alle due di notte sotto una tenda arlecchino...

E poi le foto: quelle di mio figlio Nicola nano, cioè piccolissimo... allora era il bonsai di Tardelli, suo padre... ritratti di famiglia, con Sara, la prima figlia di Marco e un po’ anche la mia, che teneva in braccio suo fratello stretto stretto come un tesoro.

Immagini che ti obbligano a ricordare che il tempo della felicità, una volta almeno, è potuto esistere... poi negli album che ritrovo nel cassettone la bellezza suprema di mia madre, così presto rapita dall’abbandono di mio padre... La foto con Garcia Marquez quando in Messico (abitava nella capitale a Cale del fuego 123…) dopo un’intervista interminabile mi ha insegnato, sì proprio lui, ad usare il computer... perché io, analfabeta tecnologica, rifiutavo di abbandonare la mia Olivetti, e Vittorio Feltri, allora mio direttore, affetto dalla stessa mania, mi concedeva quel lusso... 
Vabbé non vi voglio tediare ancora... ma credo che in questi giorni molti di noi sono finiti a capofitto dentro le loro nostalgie.

Così per rallegrarvi un po’ vi racconterò di un altro dei miei attuali e importanti impegni di questi giorni disgraziati. E cioè il mio intenso e sfinente studio per l’esame della PATENTE! 
Avete capito bene????…..Sì per riprendere in anzianità avviata il permesso di guidare.
Non sto a dirvi come “ho perso” la mia patente... diciamo che ho avuto una discussione movimentata e incandescente con un vigile... finita non proprio bene...
Beh ho studiato tanto in vita mia e con vario profitto…. ma quest’esame non lo passerò mai... questi maledetti quiz vanno contro ogni rigore di logica… sono trappole infernali…bisogna rassegnarsi alle loro menzogne e, come faceva Paperino imparare a memoria le risposte. 

Un esempio per tutti???
Recita il quiz: 
“se la spia del segnale raffigurato (e il cornuto ti fa vedere il disegno della teierina dell’olio) è accesa vuol dire, PER CASO, che la vostra auto non ha più olio…eh eh eh….VERO O FALSO? VERO, imbocchi tu naturalmente….E invece manco per il ciufolo: PERCHÉ è falso. Risposta: Quel segnale significa che la pressione dell’olio non funziona……come direbbe Sordi da menaje...

Eppure dovrò farcela... immaginate la povera Stella seduta mesta in mezzo a una frotta di diciottenni affamati di guida che cerca di copiare dal computer del vicino? Nemmeno quello... perché ogni esame è diverso... Eppure gli allievi dell’autoscuola milanese che frequento io (Autoscuola delle Nazioni) sono promossi tutti. 
Perché Riccardo Morelli, il giovane professore di teoria e di guida è un asso...
Io resto il suo INCUBO!


Stella Pende

giovedì 26 marzo 2020

Cina: da untori a buoni samaritani

medici cinesi atterrati in Italia per aiutare a combattere il Coronavirus


Adesso sono santi, eroi o samaritani eccellenti. 

I cinesi. 

Ho baruffato una vita con mio figlio Nicola che non ha mai avuto un trasporto eccellente per il popolo giallo... 
"Ma smettila! In Cina ho conosciuto ragazzi, professori, scrittori meravigliosi!" 
Ma lui ama gli animali e l’uso e l’abuso che ne fa da sempre gran parte del popolo cinese non gli permette la giusta obiettività.

Comunque forse anche noi abbiamo perso la retta visione della realtà. 

Improvvisamente la Cina da “untore” diventa la salvezza e l’amicizia. Gli italiani hanno memoria nebbiosa. Basta leggere, e non finirò mai di raccomandarlo, “Spillover”, sublime tomo pubblicato da Adelphi e firmato da David Quammen, scrittore americano straordinario, che per 4 anni ha studiato, girando ogni mondo, virus e pandemie di ogni razza... seguendo gli scienziati al lavoro nelle foreste congolesi, visitando le fattorie australiane e i mercati delle caotiche città cinesi. Tutto per capire come le zoonosi (virus che gli animali selvatici, pipistrelli, pangolini, tartarughe) possono arrivare all’uomo. Cinquecento pagine che si bevono, credetemi, in pochi giorni per ricostruire una mappa perfetta e inquietante della strada compiuta da questi Alien che si annidano nelle nostre cellule. Che fiaccano e poi uccidono il nostro corpo.
Ma  se proprio non avete ancora letto Spillover, basta andare di poco indietro nel tempo. 

Parliamo per esempio della molto citata Sars, la sindrome respiratoria acutissima  causata dal virus Sars-Cov, e cioè una parente strettissima del Covid-19. 
Beh apparve la prima volta, guarda caso, nella zona di Canton nel 2002. Camminò fino al 2003 provocando 800 morti, molta paura e sofferenza. I virologi eccellenti di quel tempo spiegarono che il virus era arrivato da certi banchetti colorati del mercato del pesce cinese dove, ancora una volta pipistrelli, gufi, zibetti e procioni giacevano già squartati, o in attesa di esserlo, mischiati al pescato universale. 
Quale fu la reazione del governo cinese allora? Restare chiuso dentro la censura più potente e non informare né i paesi confinanti, né l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Fin quando nel 2003, una spiata lo obbligò a confessare. 

Un copione che si è ripetuto precisamente anche oggi. 

Il governo cinese ha avuto i primi casi di Coronavirus già a settembre. Ma, come d’abitudine, ha pensato di cavarsela tacendo. Poi quando i morti in Cina sono diventati un oceano ha pensato bene di carcerare la popolazione “colpevole” in casa. Bastonando i vecchi che uscivano di nascosto per mangiare, arrestando i disubbidienti. Certo così facendo ha fermato il virus (ma l’ha fermato davvero?), ma intanto ha permesso che il mondo fosse contagiato dalla loro colpa. 

Al proposito David Quammen racconta in un’intervista al New York Times che i commercianti cinesi della zona di Whuan “vanno a fare la spesa” in certe grotte zeppe di pipistrelli, li catturano, e vivi o morti, li vendono al mercato. Una cultura, qualcuno la chiama così, io la chiamo BARBARIE, che nessun governo dittatoriale (dunque per loro sarebbe anche facile) ha mai voluto cambiare nel corso degli anni. Anzi, nonostante gli appelli, le richieste degli organi dell’ONU, dell’Europa animalista e no, di arrestare lo sterminio di cani, gatti e di qualunque animale sia dotato di respiro (perché troppi di loro mangiano qualunque bestiola che si muove) i banchetti con animaletti e animaloni restano per i cinesi molto alla page. Le vendite ai mercati non sono mai state fermate. Con l’aggravante che l’infame commercio non avviene più dentro villaggi sperduti nelle giungle cinesi, ma nelle capitali più popolose del paese. 

Io chiedo: cosa sarebbe accaduto a qualunque nazione colpevole di  aver impestato il mondo con una pandemia cattiva e mortale come il Coronavirus? Beh l’isolamento, le sanzioni o almeno la richiesta di veder cadere il governo mendace...
Ebbene mai accaduto nulla di tutto questo. Anzi. 

Oggi la Cina vende la sua faccia menzognera come quella di una Madre Universale che viene al soccorso di tutti (spagnoli, serbi, coreani etc), perché manda in Italia i suoi medici, e i suoi scienziati. Perché 3 milioni di mascherine sono atterrate da Pechino con hostess smaglianti e sorridenti. Inoltre signori cinesi eleganti come principi visitano l’ospedale Spallanzani e i burocrati fanno inchini alla Regione Lombardia. Tutto per rafforzare la propaganda del presidente Xi Jinping, che riempie tv e radio, le sue e quelle del mondo, dei suoi proclami samaritani. 

Perché? 

Perché, come dice Vittorio Ferla ne Linkiesta, diretta da Christian Rocca, la Cina rappresenta un polo commerciale troppo importante per l’Italia. Inoltre il nostro paese è il partner europeo di Belt and Road, massiccio progetto infrastrutturale del presidente cinese. Progetto voluto strenuamente dal nostro governo. 

Così, finita o alleggerita la pandemia, seminato il dolore e lo strazio per morti e amati scomparsi, rischiamo di portarci dentro un senso di qualche gratitudine per questa moderna e feroce dittatura. Mai criticata per carità. 

Che dire? 
Mi piacerebbe invece che un ricordo restasse come un tatuaggio nella memoria dolorosa di questo tempo: la faccia giovane e un po’ sognante, del dottor Li Wenliang, quel giovane medico che mesi prima del diffondersi della pandemia cercò disperatamente di avvertire la popolazione attraverso Internet, e che fu duramente punito (non sappiamo ancora come) per aver invocato la verità. 
Una vendetta conosciuta invece è che il Corona Virus ha ucciso il giovane coraggioso che lo voleva fermare. Purtroppo solo ieri la Cina ammette di aver sbagliato col dottore. 
E scarica la colpa sulla sua polizia. 


Stella Pende