venerdì 12 giugno 2020

Topple the racists.. una persecuzione che cancella la memoria

Voglio ripubblicare la lettera scritta tempo fa a Virginia Raggi, sindaca di Roma, quando il nome di mio nonno è stato cancellato anche dalla Piazza del Policlinico, luogo al quale, l’ho già scritto, ha dedicato la propria vita. 
Non sto a ripetere l’ingiustizia e la persecuzione che Pende continua a soffrire anche da morto. Voglio solo ricordarvi che oggi, Venerdì 12 Giugno, alle 17:00 su Radio 1 nel programma di Giovanni Minoli Il Mix delle Cinque si parlerà ancora del caso Pende raccontando che, anche la sua terra, e per l’esattezza il comune di Bari, ha deciso di cancellare il suo nome dalla targa della via a lui dedicata. 

Che dire? Che, come avrete letto, questo è il tempo giusto per disertare sulla distruzione di memorie, di uomini e donne che hanno lasciato tatuaggi veri nella storia, sospetti, giustamente o ingiustamente, di razzismo diretto o sfiorato. 
Il là lo ha dato il movimento Topple the racists declina una mappa con 60 statue in vetrina in molte città inglesi di cui si chiede l'abbattimento. 
Non ultimo arriva oggi qualcuno che propone di abbattere pure la statua di Indro Montanelli nel giardino a lui dedicato a Milano... ai posteri..

mercoledì 10 giugno 2020

La piccola Zohra, torturata e uccisa per aver liberato due pappagallini

Dettaglio di un'illustrazione di Elisa MacDonald, che non rappresenta la piccola Zohra Shah



Il mostro Covid, l’ho già detto, ha ingoiato ogni mostruosità.
Non c'è notizia, fatto, orrore che possa guadagnarsi due righe sui giornali, due parole dentro radio e tv, che possa usurpare o togliere la vetrina al virus maledetto.

Anche la fine feroce di Zohra, bambina pakistana di sette anni torturata con un rasoio, e con vari oggetti appuntiti fino alla morte, per aver dato la libertà a due uccellini in gabbia. 
Si, ho intravisto proprio due righe, forzando naturalmente la mano sulle torture, perché ormai siamo affamati di sangue, non ci placa più alcuna bruttura, non bastano più le urla, i morti affogati, la fame degli altri.
Siamo assuefatti a qualunque violenza. Indifferenti davanti allo stupro dell’innocenza e dell’infanzia. Attenti e fatalmente commossi soltanto dalla “nostra” stessa paura, dal “nostro” pericolo” dalla possibilità, oddio, di vedere alleggerite le “nostre” tasche.

“Ma si sa che in quei paesi trattano cosi le donne, piccole e grandi” mi ha detto al proposito un grande filosofo nostrano liquidando cosi la morte orrenda di quella piccolina che ha voluto dare a due pappagallini, quella libertà che a lei sarebbe stata negata per sempre. 

Ma ciò che mi ha colpito è un numero che davvero pochi, sempre gli stessi (quei colleghi buonisti e filo negri come li chiamano) hanno sottolineato. E cioè che fra gli 8,5 milioni di domestici, cioè di schiavi, in Pakistan il 39% sono bambine dai 7 ai 13 anni. 
Ma come è possibile tale orridezza? Perché possiamo vivere in un mondo dove creature indifese, vendute, violentate magari dai loro stessi genitori, vengano torturate nel silenzio?

Perché l’Europa e il mondo intero non è capace di dire basta!
Perché nel 2020 dobbiamo ancora sopportare che nei villaggi dell’India le bambine prive di servizi igienici, che aspettano la notte per fare i loro bisogni, vengano aggredite da bestie umane maschili, che le picchiano e le violentano. E alla fine delle loro orge barbariche  appendono i loro corpi leggeri e puri agli alberi come trofei di caccia.
Perché in Africa, in India, sempre la stessa India così fantasticamente tecnologica e spirituale, ragazzine di 13 anni sono obbligate a sposare vecchi di 50 anni che pagano le famiglie per quel furto ignobile e se rifiutano le aspettano sotto casa per sfigurarle? 

Diciamo basta! 

Se i governi di quei paesi non puniscono con leggi radicali e vere, lunghe e severe, che ne paghino le conseguenze, economiche, sociali e politiche. Queste atrocità devono essere in prima linea nelle agende dei premier europei in visita in questi paesi colpevoli di non punire davvero killer feroci che scontano, lo sappiamo bene, solo pochi mesi, solo pochi anni di prigione.
Oggi se uccidono barbaramente un povero nero si rivolta giustamente il mondo… perché non accade la stessa cosa per una povera bambina schiava ridotta a uno straccio di sangue come Zohra?


Stella Pende