martedì 3 settembre 2019

Rapimento e vergogna! Diteci la verità su Silvia

Silvia Romano guarda il tramonto africano

Inquietante! 

Dopo 9 mesi dal terribile sequestro di Silvia Romano, volontaria della Ong Africa Milele a Chakana, villaggio del Kenya, la corte riunita a Malindi nel processo del 30 agosto ha cambiato incredibilmente l’imputazione degli attori materiali del  rapimento. 

Colpo di scena! 
Da colpevoli di rapina a responsabili di crimine ai fini di terrorismo. 
Perché, i tre criminali, lontani dall’essere delinquenti comuni in cerca di denaro facile, come hanno predicato sempre le autorità keniote, hanno seguito invece alla lettera il piano molto studiato di Al Shabaab, i più feroci fra i terroristi africani. 

Silvia sarebbe insomma nelle loro mani come ostaggio in Somalia! Si, è questo l’ultimo sospetto e l’ultima notizia che esce da questo processo burletta dove, è evidente, il governo keniota si è voluto lavare le mani da un crimine che aveva infangato la loro terra.

Al proposito ecco qualche domanda:
Ma perché i kenioti hanno impedito ai nostri investigatori e ai carabinieri dei ross di indagare e di “cercare” Silvia subito dopo il rapimento? 
Inoltre come si spiega che i tre colpevoli, tra l’altro rei confessi, sono stati lasciati fino al 30 dello scorso mese in libertà vigilata?
Come potevano ladruncoli comuni pagare una cifra così alta per la cauzione? 
Ma poi, è una fonte molto autorevole che lo ricorda, non è forse vero che i nostri investigatori avevano sospettato da subito che quella poverina fosse stata trascinata in Somalia? 

Queste e altre domande si sono perse nel vento caldo della Dachota Forest, dove i signori kenioti hanno indagato, seguito, perlustrato con droni, loro dicono, con il risultato che mai silvia è stata riportata alla sua straziata famiglia e alla vita. 
Eppure importanti segni del suo passaggio sono stati trovati nell’area del campo profughi di Dadaab, fucina di terroristi. Nella boscaglia le sue treccine bionde, riconosciute dalla parrucchiera che gliele aveva applicate e anche il ciondolo dell’Africa che portava al collo…come se, povera Silvia, avesse voluto lasciare tracce di sé…. un Pollicino senza favola che non abbandonava le speranze di esser ritrovato. 

Una speranza, per favore, che deve diventare anche nostra. 
Una speranza che non deve più affondare nel silenzio e nelle infami polemiche sui volontari delle Ong che dovrebbero starsene, secondo la nostra Lega, a casa loro, invece di andare in giro per il mondo a fare guai! 
Vergogna! 

Silvia non è solo figlia di questo tempo pieno di giovani meravigliosi dediti alla cura degli altri. Potrebbe essere anche figlia di ognuno di noi. Anche figlia dei signori e delle signore della lega. non dimentichiamolo. non abbandoniamola.

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