sabato 5 maggio 2018

Non dimenticare la Siria

città Siriana distrutta


Tornare sulla Siria. 
Non dimenticare che quasi mezzo milione di poveri innocenti hanno perso la vita per una guerra che pare infinita. O che altri vogliono senza fine.
Distratti dalle schizofrenie politiche dell’Italia in attesa del governo, i nostri media sembrano aver dimenticato e cancellato gli ultimi e feroci fatti siriani. Giornali e tv imparano sempre meglio a cavalcare indignazione e commozione e poi a digerire il tutto per sposare un altro sdegno che sarà consumato in un batter d’occhio…

Invece alla Siria penso giorno e notte.
E so, e sento, che l’attacco contro i depositi di armi chimiche dalla parte degli USA non frenerà certo la bulimia di morte di Assad rendendo, se è ancora possibile, i russi e l’Iran ancora più forti.
Il signor Trump infatti è stato assolutamente attento a non sfiorare neppure le truppe russe presenti in Siria, per non compromettere davvero i rapporti con Putin.
Il gatto nero Iran può ridersela sotto i baffi perché il potere siriano, suo degno compare, non è stato affatto indebolito. Anzi.
Bashar Assad non esce affatto dal palcoscenico e si prepara a bombardare e a sterminare i brandelli di terre, di città e di villaggi ancora in mano all’opposizione.
Dopo aver definito “animale” il suo finto nemico siriano, il presidente americano si è preso il contentino di lanciare qualche razzo per dar la prova al mondo che il più forte era ancora lui.
Nel presente gli ispettori internazionali non ci diranno mai certamente se l’orco di Damasco ha usato i suoi veleni. Semplicemente perché non avranno mezzo, dopo tanto tempo, di scovare prove valide.

Una  citazione che è la tac precisa di ciò che sta avvenendo in Siria. Il foglio arabo Al Hayat dice: “Ancora una volta il mondo arabo è considerato come terreno di aggressione o di vittoria. Nel totale disinteresse per il dolore del popolo siriano”.



Stella Pende

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